Il mercato della giustizia . Etica delle regole o valori condivisi?

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Ora dobbiamo filosofare in modi differenti”( Keplero)
 
         Si parla di una domanda di giustizia a cui lo Stato mediante il giudice fornisce risposta, ma può anche leggersi come una offerta delle parti di una lettura giuridica degli eventi su cui il giudice dovrà effettuare la propria scelta utilizzando i parametri normativi esistenti, in altre parole è il giudice che compra una delle interpretazioni messe sul mercato, ma può anche in realtà non comprarne alcuna.
         In questa offerta /acquisto vi è una contrattazione con la richiesta massima da ciascuna delle parti, la quale verrà in realtà successivamente ridotta come in una qualsiasi piazza di mercato. La fissazione delle domande al termine della parte preliminare del processo, non solo ha la funzione di determinare l’oggetto e le prove  ma soprattutto il prodotto che si propone all’acquirente e su cui dovrà cadere la scelta.
         L’acquirente dovrà scegliere su parametri di qualità oggettivamente esterni (norme), ma anche su aspetti psicologici di valutazione interiore.
         La scelta / decisione avverrà sia in termini di interpretazione normativa che sul reale accadimento degli eventi, la comunicazione che necessariamente si crea permette e dovrebbe facilitare la contrattazione, essa avviene sia con il modulo numerico che con quello analogico, mentre nel numerico vi è una condivisione sintattica e semantica dei codici utilizzati nell’analogico il linguaggio non verbale, arcaico, non è codificato ma emozionale, pertanto ambiguo e soggetto a interpretazioni (Scuola di Palo Alto).
         Nella comunicazione altresì può esservi simmetria o complementarietà sugli scambi informativi, mentre nel primo vi è uguaglianza nel secondo vi sono livelli sovrapposti che dovrebbero favorire colui che si trova in quello superiore, ma la comunicazione si muove anche al proprio interno su due diversi livelli uno di contenuto l’altro di relazione. Nel trasmettere informazioni si impone contemporaneamente un comportamento, il quale ha la funzione di supporto all’informazione stessa definendone meglio il contenuto.
         Come in tutti i mercati solo la perfetta distribuzione dell’informazione permette di realizzare la contendibilità efficiente della merce, in altre parole la migliore allocazione del prodotto e la migliore elaborazione delle risorse, evitando la distorsione dei monopoli o degli oligopoli.
         Se non esiste un comportamento che sia un non comportamento è evidente che l’intero comportamento in una situazione di interazione assume il valore di messaggio; parole, silenzio, postura influenzano gli altri obbligandoli alla risposta ed ecco l’oralità sostituita quanto più possibile dalla scrittura, non solo come memoria, ma in quanto distacco dalla comunicazione comportamentale stessa ( Watzlawick – Beavin – Jackson).
         L’etica assume quindi la consistenza del rispetto delle regole del mercato più che valori sostanziali condivisi, i quali potranno esserci o meno, ma solo nel rispetto del quadro delle regole dialettiche di scambio.
 
 
Bibliografia
 
·        G. Beateson, Mind and nature – A necessary unity, Bantam Books, 1980;
·        P. Watzlawick – J. Beavin – D.D.Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, 1997.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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