I voucher lavoro saranno aboliti nel 2017?

Redazione 22/12/16
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I voucher per il pagamento del lavoro accessorio o occasionale potrebbero essere ridimensionati o addirittura aboliti nel 2017. È questo quello che emerge dalle ultime affermazioni del Ministro del lavoro Giuliano Poletti, che dopo l’abuso da parte dei datori di lavoro verificatosi nel 2016 ha parlato di grosse limitazioni all’utilizzo dei voucher a partire dall’anno prossimo.

Vediamo allora come si utilizzano i voucher lavoro oggi e cosa potrebbe cambiare.

 

Come vanno usati i voucher lavoro?

I voucher sono dei buoni lavoro del valore di 10 euro che vanno utilizzati come forma di pagamento per il lavoro accessorio o occasionale, ovvero i casi in cui la prestazione fornita è del tutto saltuaria e accessoria. Ogni voucher corrisponde solitamente a un’ora di lavoro fornito.

Il valore di 10 euro è, però, una cifra lorda: solo 7,50 vanno infatti al lavoratore. Dei rimanenti 2,50 euro, 1,80 euro vanno all’Inps e 70 centesimi all’Inail. Il reddito da voucher lavoro, tuttavia, è esente da tassazione.

 

Che cos’è il “lavoro occasionale”?

Il lavoro occasionale, o accessorio, è quel tipo di prestazione fornita in maniera discontinua e quindi non riconducibile a un contratto di lavoro tradizionale.

Il lavoratore non è assunto dal committente, né lavora esclusivamente per lui. Inoltre, il compenso netto annuo per singolo committente non può superare i 2.000 euro e i compensi totali da parte di tutti i committenti non possono essere superiori a 7.000 euro all’anno.

 

L’abuso dei voucher e il lavoro nero

I voucher, quindi, sono nati per regolarizzare le prestazioni occasionali fornite al di fuori del lavoro principale. Il problema si è invece creato quando, soprattutto a partire dall’estensione dei buoni a tutti i settori produttivi, i voucher sono stati utilizzati come uno strumento per evadere le norme fiscali e previdenziali.

Nel 2016, dunque, anno che ha visto un’impennata dell’uso dei buoni, i voucher sono stati spesso impiegati per retribuire lavori che avrebbero dovuto essere a tutti gli effetti subordinati.

 

Qual è il futuro dei voucher?

Il futuro dei buoni lavoro è ancora incerto, ma appare molto probabile nei prossimi mesi l’elaborazione di una legge che ne limiti l’utilizzo e serva a contrastarne l’abuso. Non è da escludere, come accennato, una loro definitiva eliminazione.

Già il D. Lgs. n. 185/2016, a settembre, aveva rafforzato la tracciabilità dei voucher. In base al decreto, i committenti di prestazioni di lavoro accessorio devono comunicare alla sede territoriale dell’ispettorato del lavoro i dati anagrafici del lavoratore e la durata della prestazione. In particolare:

  • i committenti che non appartengono al settore dell’agricoltura hanno l’obbligo di comunicare alla sede territoriale dell’ispettorato del lavoro i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, insieme alla data e al luogo della prestazione e alle sue ore di inizio e di fine, almeno 60 minuti prima dell’inizio dell’operazione;
  • i committenti imprenditori agricoli, invece, sono tenuti a comunicare i dati relativi al lavoratore e alla prestazione svolta alla sede territoriale dell’ispettorato “con riferimento ad un arco temporale non superiore a tre giorni“.

In caso di mancata comunicazione dei dati del lavoratore e della prestazione, i committenti imprenditori o professionisti agricoli e non agricoli rischiano sanzioni che variano dai 400 ai 2400 euro.

Redazione

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