I fondamentali dell’etica nella crescita tecnologica

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Se presupponiamo l’etica quale un sistema normativo posseduto dall’uomo per scegliere tra il fare e il non fare e nel fare il modo dello stesso sì da plasmarne l’essere, vi è dibattito sul motivo di un tale sistema.

Il pendolare tra la ricerca di una legge morale naturale o razionale e il negare tale possibilità presuppone la ricerca implicita di un valore fondante dell’uomo, in altre parole vi è la ricerca dell’esistenza o meno di un valore o più valori insiti nella specie umana.

L’unica cosa che la natura ci impone è il vincolo di un sistema normativo capace di sostituire con maggiore efficienza la perduta cogenza degli istinti. Quale sistema normativo? Qualsiasi, purché funzioni. Questo è tutto ciò che dice la natura.”(Paolo Flores d’Arcais, Controversia sull’etica, MicroMega, 5/2011), partendo da una affermazione così assoluta dobbiamo chiederci se deve esservi un fine al sistema normativo funzionante e se si, quale?

L’efficienza non può essere fine a se stessa ma indirizzata ad un obiettivo che biologicamente può essere l’autoconservazione, anche mediante riproduzione, non solo del singolo ma della comunità che lo costituisce con i suoi valori, questo crea forme diverse e in concorrenza di etica in cui vi è una differente miscellanea tra competizione e collaborazione, strutture che l’esperienza viene a istituzionalizzare normativamente.

Il prevalere “momentaneo” di una delle forme etiche è il risultato di una maggiore efficienza produttiva e quindi riproduttiva di una comunità rispetto ad altre comunità, la struttura modulare che forma la comunità umana favorisce l’alternarsi delle “miscellanee etiche” lungo la crescita tecnologica.

Il valore di giustizia che crea in noi il senso etico, facendo emergere il negativo dell’ingiustizia, non è che la compensazione dell’interesse individuale all’esistenza collettiva compenetrato  all’esigenza della non violazione del proprio essere, espresso sia nella personalità cosciente che nei suoi mezzi materiali.

La tecnologia di fatto muta l’etica e sceglie in efficienza fra le etiche concorrenti, questo non deve comunque portare ad una deresponsabilizzazione del singolo quale essere razionale che deve risolvere le sue esigenze psicologiche di libertà e realizzazione.

La fluttuazione etica, risultato del continuo processo entropico innanzi descritto, si rimodula sulle necessità di sopravvivenza del sistema sociale, in un rapporto in cui la tecnologia cresce in termini esponenziali e non lineari con un progresso tecnico che supera le capacità di comprensione e previsione degli esseri umani.

Le capacità tecniche nel riflettere la necessità espansiva dell’io fanno si che ne diventino sempre più complesse ed imprevedibili le conseguenze nonché le implicazioni tecnologiche, fino a prevedere una possibile futura “Singolarità tecnologica” nel cui avvento i modelli di previsione diventano inaffidabili (Vernor Vinge) e gli stessi modelli etici potranno subire una rottura posta nella necessità di riconsiderare quello che è coscienza ed il suo supporto biologico.

Sebbene sia da più parti contestata la sostenibilità di uno sviluppo illimitato dell’intelligenza (Martin Rees), questo non elimina le difficoltà che nel futuro si presenteranno con lo sviluppo della tecnologia e le sue conseguenze in un possibile interfaccia biologico-informatico.

Le stesse organizzazioni umane, finora chiuse, nell’evolvere verso sistemi aperti rimodulano i concetti di responsabilità e dovere dell’individuo verso il collettivo, con una crescita del senso di conservazione e trasmissione dell’io nel e con il ristretto gruppo che lo sostiene meglio definito, seppure dai confini incerti, rispetto all’attuale informe sociale (Baumann), si crea un’etica individualista che si compenetra in una intelligenza collettiva non più strettamente territoriale (Teoria dello Sciame) che impone un riconoscimento collettivo della dignità dell’io non più legato al solo territorio.

La sopravvivenza dell’io con le sue esigenze può avvenire in termini predatori o intermini collaborativi, la scala di valori per cui ciò avverrà sarà rimodellata dalla crescita esponenziale della tecnologia e dalla sua capacità di influire sui nostri programmi biologici, circostanza che imporrà continue accelerazioni nella rimodulazione dell’etica e del conseguente sistema normativo.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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