Giustizia: pubblicato l’atto di indirizzo politico-istituzionale per il 2015

Redazione 09/09/14
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Biancamaria Consales

Pubblicato dal Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, l’atto di indirizzo politico – istituzionale per l’anno 2015, con il quale vengono definite le priorità politico-istituzionali da realizzarsi nel 2015 ad opera dei centri di responsabilità amministrativa.
Il Ministro, nella premessa al predetto atto di indirizzo, ha precisato che “la riduzione dei costi ed il perseguimento di obiettivi di efficienza ed economicità si pongono come criteri guida dell’intera azione amministrativa del dicastero, dovendo ispirare ogni scelta operata in direzione della tutela dell’interesse della collettività. L’attività di revisione e qualificazione della spesa è poi uno strumento fondamentale per attuare compiutamente la trasparenza dell’agire amministrativo, in quanto lo scrutinio dei cittadini concorre ad ottimizzare l’utilizzo delle pubbliche risorse.
La nuova architettura del Ministero della Giustizia, come definita dallo strumento che sarà trasmesso al Ministero della Funzione Pubblica entro il prossimo 15 ottobre 2014, avrà inevitabili conseguenze non soltanto sugli assetti strutturali e funzionali dei Dipartimenti e delle Direzioni Generali, ma anche sulle stesse strategie operative, che, necessariamente, dovranno essere rimodulate ed aggiornate in corso d’opera, secondo criteri generali di efficace coordinamento dell’azione dei centri di amministrazione attiva individuati come essenziali all’esercizio delle prerogative istituzionali del Ministero.
In particolare, il d.P.C.M. in parola – che sostituirà il regolamento di organizzazione di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 marzo 2001, n. 55 integrando e modificando significativamente le previsioni dello schema provvisorio già comunicato alle organizzazioni sindacali  – darà attuazione alla necessaria e non più procrastinabile riorganizzazione degli uffici del Ministero della giustizia e delle relative dotazioni organiche di personale dirigenziale e non dirigenziale, allo scopo, prevalentemente, di rendere la sua struttura compatibile con le prescrizioni in materia di riduzione della spesa pubblica succedutesi dal 2006 ad oggi e di innovare e completare il decentramento delle funzioni amministrative di competenza del Ministero.

Con particolare riferimento alla giustizia civile, il Ministro ha affermato chel’impegno riformatore investirà i fondamentali assetti del processo civile, con l’obiettivo, innanzitutto, di ridurre i carichi di lavoro e l’arretrato, accompagnando così una concorrente azione, sin da ora possibile attraverso un’opportuna azione di diffusione nell’intera rete dei tribunali e delle corti d’appello, delle esperienze organizzative più virtuose, cui è essenziale la collaborazione del Consiglio Superiore della Magistratura.
In estrema sintesi, proprio con intento deflattivo sull’arretrato in entrata specie in primo grado, con disegno di legge approvato su mia proposta dal Consiglio dei Ministri lo scorso 29 agosto, è stata prefigurata l’introduzione di alcuni meccanismi deflattivi idonei a contribuire in modo immediatamente significativo alla riduzione dei flussi in entrata e quindi ad un più agevole smaltimento del carico dei lavoro degli uffici giudiziari, muovendosi nella direzione di una rilevante de-giurisdizionalizzazione.
Si vanno quindi definendo forme alternative di risoluzione delle controversie, in primo luogo attraverso il ricorso all’istituto della negoziazione assistita, configurata come complementare e non alternativa alla già avviata mediazione, istituto che, nuovamente reso obbligatorio dal decreto del fare del giugno 2013, sta gradualmente producendo effetti deflattivi significativi.
Sempre in un’ottica deflattiva dei carichi di lavoro giudiziario, è previsto poi un ampliamento dell’istituto dell’arbitrato, esteso anche alle cause civili pendenti, sia in primo grado che in grado di appello, che determinerà la ricorribilità a tale istituto in un numero considerevole di cause, anche quelle diverse dalla materia contrattuale e anche nei casi in cui, qualora trattasi di contratti, non è prevista la clausola arbitrale.
Con tali interventi si incide quindi su un considerevole numero di cause, favorendo la conciliazione stragiudiziale della controversia, con l’intento di confinare una parte del conflitto anteriormente all’instaurazione del giudizio o in ogni caso, con la traslatio arbitrale, favorendo anche in pendenza di lite il ricorso alla composizione stragiudiziale della lite, con il duplice intento di introdurre un percorso deflattivo che possa concretamente incidere sull’arretrato civile e di contribuire ad innescare una  cultura del componimento della lite che sia gestita anche con strumenti diversi dal ricorso all’autorità giudiziaria.
Anche in ottica organizzativa, si pone poi l’intento di realizzare alcune specializzazioni nel settore civile con la creazione del Tribunale in materia di diritto di famiglia e diritti fondamentali delle persone, concentrando in un unico organo giudicante le competenze attualmente ripartite tra tribunale ordinario, tribunale per i minorenni e giudice tutelare, ed ampliando le competenze dell’attuale Tribunale delle imprese, così accentuando la professionalità della funzione ed evitando la dispersione delle conoscenze.
Una mirata azione di verifica della necessità, che il mondo economico e gli esperti di settore segnalano come urgente, di incisiva razionalizzazione e massima semplificazione delle procedure giudiziali correlate a stati di crisi nelle imprese.
Indipendentemente dall’azione riformatrice da realizzarsi sul piano legislativo, specifiche azioni di orientamento e sostegno degli uffici giudiziari dovranno svilupparsi al fine del coerente sviluppo di una uniforme, immediata azione di riduzione dell’arretrato, in armonia con le indicazioni del Consiglio Superiore della Magistratura. Le esperienze maggiormente virtuose rivelatesi nella rete degli uffici giudiziari dovranno valere come modello cui ispirarsi”.
L’atto di indirizzo affronta, inoltre, altre fondamentali tematiche riguardanti la giustizia penale, il sistema penitenziario, con particolare riferimento al sovraffollamento carcerario, interventi in tema di organizzazione attinenti propriamente all’aspetto organizzativo, la nuova politica del personale amministrativo, la geografia giudiziaria, ossia di quella revisione delle circoscrizioni giudiziarie, iniziato nel settembre 2013 ed il cui completamento, che porterà un significativo risparmio di spesa; ancora, l’informatizzazione e la rilevazione statistica
 

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