Giudici di pace in sciopero dal 6 all’11 giugno

Redazione 27/05/16
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L’Unione Nazionale Giudici di Pace e l’Associazione Nazionale dei Giudici di Pace hanno proclamato lo sciopero nazionale dei giudici di pace dal 6 all’11 giugno 2016 e la prosecuzione delle azioni di protesta.

Dinanzi al comportamento lesivo ed omissivo del Ministro della Giustizia e del Governo la categoria dei giudici di pace, si legge nella lettera di proclamazione dello sciopero diffusa nella giornata del 24 maggio, è costretta a «ricorrere a reiterate e prolungate astensioni per rivendicare l’adeguamento della condizione dei giudici di pace ad elementari e fondamentali principi di diritto costituzionale, comunitario ed internazionale, preordinati a garantire l’indipendenza, imparzialità e professionalità dei giudici e finalizzati ad assicurare ai cittadini l’effettività della tutela giurisdizionale dei loro inviolabili diritti».

Inoltre, nella medesima lettera si afferma la «prosecuzione delle azioni di protesta nel caso in cui Governo e Ministero della Giustizia non modifichino radicalmente l’attuale posizione lesiva non solo dei diritti fondamentali dei giudici di pace, ma anche delle garanzie approntate dalla Costituzione a tutela dei cittadini e delle imprese che accedono al servizio Giustizia».

I giudici di pace chiedono «il rispetto della Costituzione, nonché delle raccomandazioni e decisioni delle più alte Istituzioni Internazionali, alla luce delle quali la Giustizia, in qualsiasi grado e da chiunque espletata, esige, al fine di garantire l’imparzialità e professionalità del giudice, a tutela dei cittadini che vi accedono, il riconoscimento a tutti magistrati dei diritti fondamentali della continuità del servizio sino all’età pensionabile, di un trattamento economico adeguato, delle tutele previdenziali ed assistenziali, delle garanzie ordinamentali di autonomia degli uffici e di indipendenza del giudice».

La l. n. 57/2016 di “delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria ed altre disposizioni sui giudici di pace”, risulta alquanto lesiva dei diritti dei giudici di pace e dei principi di indipendenza del giudice e di autonomia degli uffici.

Inoltre, «nelle more da parte del Ministro della Giustizia Orlando di attuazione dell’articolo 2, comma 1-bis, d.l. n. 192/2014, malgrado il termine per la rideterminazione della geografia giudiziaria degli uffici del Giudice di Pace sia stato prorogato sino al 31 maggio 2016, centinaia di Comuni, molti in consorzio fra loro, sono ancora in attesa di avere il nulla osta definitivo per la riapertura di numerose sedi soppresse del Giudice di Pace, con relativa lesione dei diritti dei cittadini interessati».

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