Fisco: la voluntary disclosure verso la riapertura?

Redazione 15/09/16
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La voluntary disclosure, il meccanismo attraverso il quale i contribuenti italiani possono denunciare spontaneamente le proprie irregolarità al fisco, potrebbe essere riaperta per un altro anno. Dopo il successo della prima collaborazione volontaria, che avrebbe dovuto essere l’ultima possibilità per gli evasori fiscali di mettersi in regola con lo Stato, è infatti allo studio del Governo l’ipotesi di prolungare la misura per dodici mesi.

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La voluntary disclosure nel 2015

Ricordiamo che, come abbiamo spiegato in un recente articolo, la voluntary disclosure è uno strumento per la lotta all’evasione fiscale, introdotto dalla Legge n. 186/2014, che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di “regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio“. Dando espressa autorizzazione alla banca estera di fornire i propri dati finanziari, il contribuente può dunque regolare i propri conti con lo Stato italiano autodenunciandosi: in questo modo è costretto a pagare tutta la somma dovuta, ma incorre in sanzioni molto minori e soprattutto non può essere accusato del reato di autoriciclaggio.

Il Governo aveva inizialmente stabilito, ed è questo il punto della questione, che i contribuenti italiani avrebbero potuto aderire alla procedura di collaborazione solo fino al 30 settembre 2015. Il termine era stato poi prolungato fino al 30 novembre dello stesso anno. L’operazione è stata un successo e ha permesso al fisco di recuperare un gettito di circa 4 miliardi di euro.

 

La nuova voluntary disclosure

Forte di questo successo economico e politico, il Governo sta discutendo la possibilità di riproporre la misura: sembra sempre più probabile, insomma, il varo di una voluntary-bis del tutto simile alla precedente e della durata di dodici mesi. La nuova voluntary, senz’altro una grande opportunità per i contribuenti italiani di mettersi in regola, non comporterebbe un aumento delle sanzioni e al contrario potrebbe portare a un miglioramento di difetti e storture dell’operazione del 2015. A confermare questa ipotesi, l’intensificarsi degli incontri del Ministro dell’Economia con i rappresentati dei Paesi a fiscalità privilegiata che cercano di uscire dalla “black list”.

D’altronde, dal 2018 sarà operativo lo scambio automatico di informazioni fiscali tra diversi Paesi, e quindi non sarà più possibile il varo di una nuova voluntary. Se si vuole capitalizzare sul successo dell’operazione, bisogna farlo adesso.

 

Voluntary disclosure estera e interna

In discussione in queste settimane anche un ampliamento della voluntary disclosure “interna” o “domestica”. Mentre la voluntary “estera” si riferisce al rientro dei capitali depositati illegalmente in banche al di fuori del territorio Nazionale, la voluntary domestica permette di sanare le violazioni degli obblighi di dichiarazione commesse in Italia. Possono accedere alla misura tutti i contribuenti, incluse le società di capitali.

Redazione

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