Famiglia e unioni di fatto: per il CNF l’Italia è in ritardo su una legislazione che riconosca nuovi diritti

Redazione 10/12/13
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Anna Costagliola

Nell’ambito di un convegno tenutosi presso la sede del Consiglio Nazionale Forense (CNF) a Roma, dedicato al tema «Accordi e contratti nella crisi familiare», l’Avvocatura ha avuto modo di precisare come sul tema sensibile dei nuovi sistemi familiari (unioni di fatto, coppie dello stesso sesso, adozioni da parte dei single) appaia difficile prefigurare una soluzione normativa adeguata, tenendo conto della conflittualità ideologica che connota queste materie. Diviene pertanto essenziale il ruolo degli avvocati nel promuovere l’intervento dei giudici, nel prospettare modelli di sentenza più coraggiosi e nel definire le controversie sulla base di accordi in cui si possano bilanciare adeguatamente gli interessi delle parti.

Per il presidente del CNF, Guido Alpa, è il diritto vivente che può farsi strada con l’impegno di avvocati e magistrati per superare l’impasse che vive oggi l’ordinamento giuridico nel campo del diritto di famiglia. Dal 1975, anno in cui fu introdotta la riforma del diritto di famiglia, sono passati quasi quarant’anni: mentre allora il modello normativo della famiglia era assai innovativo, e il nostro Paese poteva considerarsi all’avanguardia in Europa, oggi è facile constatare, invece, che la normativa non ha seguito il ritmo evolutivo impresso dalla società ai rapporti familiari. L’evolversi naturale della realtà sociale ha fatto tramontare la tradizionale nozione monolitica di famiglia, il rapporto tra i coniugi non è più stabile come un tempo, si accreditano figure diverse di famiglia, come le convivenze di fatto, i rapporti stabili tra persone dello stesso sesso, si differenziano anche i rapporti di filiazione. Solo per questi ultimi il legislatore ha manifestato interesse, con la recente riforma dello status unitario di figlio, anche se il testo è rimasto incompleto, attendendosi il suo completamento con la normativa riguardante i rapporti successori.

Giurisprudenza e dottrina hanno cercato di colmare la distanza tra regole legislative ed esigenze sociali: con l’interpretazione creativa si è cercato di adeguare le norme all’evoluzione della società e ciò grazie all’opera di avvocati e giudici, in primis della Corte costituzionale e della Corte di Cassazione. Tuttavia l’interpretazione non è in grado di raggiungere tutti i risultati sperati, mancando un’uniformità di regole a livello normativo.

Nella prospettiva della prassi, gli avvocati hanno sottolineato come essi possano svolgere un ruolo essenziale anche nella dimensione della consulenza, con la mediazione, con la soluzione dei conflitti in via stragiudiziale, con la definizione di accordi contrattuali tra le parti in vista del matrimonio, della separazione e del divorzio, o per i rapporti patrimoniali riguardanti i conviventi, cercando di superare le barriere che la giurisprudenza ancora oppone alla loro valenza giuridica. In questa direzione è ritenuta particolarmente utile l’introduzione della procedura di negoziazione assistita, cogestita dagli avvocati e finalizzata alla sottoscrizione di accordi con valore di titolo esecutivo, già in vigore fruttuosamente in Francia.

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