Enti colti in fallo sul personale

Redazione 07/09/12
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Quasi un’amministrazione su tre non ha rispettato le norme sulla programmazione dei fabbisogni. Irregolarità nelle modalità di affidamento delle collaborazioni a personale esterno. Lo evidenzia la ragioneria generale dello stato nella relazione annuale relativa all’anno 2011

 

di Giuseppe Manfredi (tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it)

 

Enti locali colti in fallo sul personale. Circa il 30% dei comuni e delle province italiane “non ha rispettato le norme imposte dalle varie leggi finanziarie degli ultimi anni e dallo specifico d.P.C.M. emanato in materia, diretti a una definizione degli organici aderente alla programmazione dei fabbisogni”. È quanto rileva l’Ispettorato generale di finanza della Ragioneria nella relazione annuale relativa all’anno 2011. “Per quanto concerne la spesa complessiva del personale – spiega l’Ispettorato – negli enti in cui l’ammontare di tale voce è stato mantenuto nei limiti imposti dalle norme (circa il 70% dei comuni verificati), la sua incidenza sul totale delle spese correnti, è comunque aumentata”.  Nel 2011, informa via XX Settembre, è stato completato il progetto ispettivo, avviato nel 2010, riguardante il monitoraggio della spesa di personale negli enti territoriali, dal quale è emerso che sono state effettuate 234 verifiche rispetto alle 257 del 2010, un decremento che “ va ascritto alla continua diminuzione di personale ispettivo passato dalle 74 unità al 31 dicembre 2010 alle 67 unità al 31 dicembre 2011”. Dalle verifiche è emerso che su definizione degli organici, contenimento della spesa complessiva e sua incidenza sul totale delle spese correnti, “circa il 30% degli enti non ha rispettato le norme imposte dalle varie leggi finanziarie degli ultimi anni”. Al fine di valutare l’efficacia dell’azione ispettiva sugli enti locali, da marzo 2010 l’Ispettorato ha anche avviato la rilevazione sistematica dei recuperi spontanei di somme indebitamente erogate, emergenti dalle relazioni ispettive. Al 31 dicembre 2011, dicono i numeri riscontrati, risultano avviate azioni spontanee di recupero per un importo complessivamente pari a 13.962.170,79 euro, con riferimento a verifiche ispettive svolte negli anni 2005 e seguenti. L’Ispettorato generale di finanza ha peraltro riscontrato irregolarità nelle modalità di affidamento delle collaborazioni a personale esterno in quasi tutti gli enti controllati. La materia degli incarichi professionali, si legge nella relazione annuale, ha fatto emergere “problematiche di rilievo” sia presso gli enti del Servizio sanitario nazionale che presso le Università e gli enti di ricerca. Nelle Asl l’ispettorato ha rilevato un “diffusissimo utilizzo di co.co.co (non sempre adeguatamente selezionati) per lo svolgimento di attività del tutto assimilabili a lavoro dipendente”. E in molteplici casi, si osserva, le verifiche implementate negli anni precedenti sono sfociate, nel corso del 2011, in rilevanti pronunce di responsabilità per danno erariale, le quali hanno confermato la bontà delle argomentazioni sostenute in sede ispettiva.  Secondo l’Ispettorato, “alcuni provvedimenti di stabilizzazione operati dalle regioni hanno, da una parte, confermato l’improprio utilizzo dell’istituto per coprire carenze di organico, e dall’altra, in qualche modo, ‘legittimato’ l’operato delle aziende. Sono, in ogni caso da censurare le stabilizzazioni di collaboratori acquisiti (a suo tempo) senza alcuna procedura selettiva”. Le indagini svolte dall’Ispettorato generale di Finanza della Ragioneria nelle Università pubbliche italiane hanno inoltre fatto rilevare “l’improprio affidamento a docenti ‘a tempo pieno’ di incarichi libero-professionali che la normativa di riferimento non sembra consentire”. Nella relazione annuale si evidenzia inoltre che negli enti di ricerca “sono attivi incarichi professionali esterni, reiteratamente prorogati, non destinati a specifici progetti o necessità ma allo svolgimento di attività genericamente individuate e con caratteristiche di stabilità”.

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