Il 20 novembre 2024, la Commissione Giustizia del Senato, presieduta dalla senatrice Giulia Bongiorno, ha espresso parere favorevole con alcune osservazioni al disegno di legge n. 1146/2024.
Presentato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il disegno di legge introduce disposizioni normative e una delega al Governo in materia di intelligenza artificiale (AI), segnando un passo importante verso la regolamentazione di questa tecnologia emergente nel contesto italiano. Il volume “Ai Act – Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024” si propone di rispondere proprio a queste sfide, offrendo ai professionisti del diritto un quadro completo e aggiornato delle nuove responsabilità giuridiche legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Indice
1. Il contesto normativo del disegno di legge n. 1146/2024 dell’intelligenza artificiale
Il disegno di legge si inserisce in un panorama in rapida evoluzione, caratterizzato dalla crescente diffusione di sistemi di AI in ambiti diversi, dalla sanità alla giustizia, dall’industria alla pubblica amministrazione. In linea con le normative europee, come l’AI Act, il testo si propone di bilanciare la promozione della ricerca e dello sviluppo tecnologico con la tutela dei diritti fondamentali.
Tra i principali obiettivi dichiarati, il disegno di legge mira a:
- Promuovere un utilizzo trasparente e responsabile dei sistemi di AI.
- Favorire la sperimentazione e l’innovazione tecnologica, garantendo al contempo elevati standard di sicurezza.
- Stabilire un quadro normativo chiaro per lo sviluppo, l’adozione e l’applicazione di modelli di AI in Italia.
Il volume “Ai Act – Principi, regole ed applicazioni pratiche del Reg. UE 1689/2024” si propone di rispondere proprio a queste sfide, offrendo ai professionisti del diritto un quadro completo e aggiornato delle nuove responsabilità giuridiche legate all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Ai Act
Quale impatto avrà l’intelligenza artificiale sulla nostra società e soprattutto sul diritto? Il testo esplora questa complessa intersezione, offrendo una guida dettagliata e completa.L’opera approfondisce l’evoluzione dell’AI, dalle sue umili origini nei primi sistemi esperti alle avanzate reti neurali e all’AI generativa di oggi.Analizza in modo critico il panorama normativo europeo, come il recente Regolamento n. 1689/2024, delineando il percorso legislativo e le regolamentazioni che cercano di gestire e governare questa tecnologia in rapida evoluzione.Gli autori affrontano temi fondamentali come l’etica dell’AI, la responsabilità legale, la sicurezza dei dati e la protezione della privacy.Il libro non si limita alla teoria: esplora anche le applicazioni pratiche dell’AI in vari settori, tra cui la giustizia, il settore finanziario, la pubblica amministrazione e la medicina.Attraverso casi di studio e analisi dettagliate, il libro mostra come l’AI stia trasformando questi ambiti e quali questioni giuridiche stiano emergendo.Inoltre, viene esaminato l’impatto dell’AI sul mondo del lavoro, evidenziando come l’automazione e le nuove tecnologie stiano cambiando le dinamiche lavorative e quali siano le implicazioni legali di queste trasformazioni.L’opera vuole essere una lettura essenziale per avvocati, giuristi, professionisti IT e tutti coloro che desiderano comprendere le complesse relazioni tra tecnologia e diritto, offrendo una visione completa e aggiornata, ricca di analisi critiche e riflessioni pratiche, per navigare nel futuro della tecnologia e del diritto con consapevolezza e competenza.Michele IaselliAvvocato, docente di Diritto digitale e tutela dei dati alla LUISS e di informatica giuridica all’Università di Cassino. Direttore del comitato scientifico di ANDIP e coordinatore del comitato scientifico di Feder-privacy. Funzionario del Ministero della Difesa ed esperto dell’Ufficio Generale Innovazione Difesa, è membro del Comitato di presidenza dell’ENIA (Ente Nazionale Intelligenza Artificiale).
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2. Il percorso istruttorio e le osservazioni della Commissione
Il parere favorevole espresso dalla Commissione Giustizia arriva al termine di un lungo processo istruttorio, durato circa un anno, che ha visto la partecipazione di esperti, accademici e rappresentanti di associazioni di categoria. Sono state presentate trenta memorie scritte e svolte numerose audizioni informali con enti come l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).
La Commissione ha accompagnato il parere con alcune osservazioni, tra cui:
- Chiarezza normativa: la necessità di definire in modo preciso i termini utilizzati, evitando ambiguità che potrebbero ostacolare l’applicazione pratica delle disposizioni.
- Equilibrio tra regolamentazione e innovazione: si auspica una maggiore libertà di sperimentazione per incentivare la competitività delle aziende italiane, in linea con i principi europei di innovazione responsabile.
- Tutela dei diritti fondamentali: un focus sull’importanza di garantire trasparenza, non discriminazione e privacy nei sistemi di AI, in particolare per quelli utilizzati in ambiti sensibili come la giustizia e la sanità.
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3. La delega al Governo e le prospettive future
Uno degli aspetti centrali del disegno di legge è la delega al Governo per l’adozione di decreti legislativi che definiranno nel dettaglio il quadro regolamentare. Questi decreti saranno chiamati a stabilire:
- Le modalità di certificazione dei sistemi di AI.
- I requisiti di trasparenza e sicurezza.
- Le sanzioni in caso di violazioni normative.
La delega al Governo rappresenta un’opportunità per allineare la normativa italiana con il quadro europeo, evitando frammentazioni che potrebbero ostacolare l’adozione delle tecnologie di AI su scala internazionale.
Nonostante l’approvazione in Commissione, il disegno di legge presenta alcune criticità:
- Coordinamento con l’AI Act: l’Italia dovrà garantire che le proprie disposizioni siano compatibili con il Regolamento europeo per evitare sovrapposizioni normative.
- Tempi di attuazione: il processo di definizione dei decreti legislativi potrebbe rallentare l’implementazione delle norme.
- Sperimentazione limitata: il parere della Commissione ha sottolineato come un’eccessiva rigidità regolatoria potrebbe scoraggiare l’innovazione.
4. Conclusioni
Il disegno di legge n. 1146/2024 rappresenta un passo cruciale nel tentativo dell’Italia di dotarsi di una normativa nazionale in materia di intelligenza artificiale. In un’epoca in cui l’AI sta rapidamente trasformando i settori economici, sociali e giuridici, questa proposta legislativa risponde all’esigenza di fornire regole chiare che garantiscano l’equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti fondamentali.
Il parere favorevole espresso dalla Commissione Giustizia, sebbene accompagnato da osservazioni e suggerimenti, dimostra la volontà delle istituzioni italiane di approcciare l’argomento in modo strutturato, tenendo conto delle peculiarità tecnologiche, etiche e legali di questa materia. Tuttavia, il percorso verso l’approvazione definitiva e l’implementazione efficace della legge presenta alcune sfide critiche:
- Armonizzazione con l’Unione Europea: l’Italia, inserita nel contesto normativo europeo, deve assicurarsi che le proprie disposizioni siano compatibili con l’AI Act. Il rischio di frammentazione normativa tra livelli europeo e nazionale potrebbe creare incertezza per le imprese, rallentando lo sviluppo del settore.
- Gestione della sperimentazione: la Commissione ha sottolineato la necessità di bilanciare le tutele con una maggiore flessibilità per favorire la sperimentazione di nuovi sistemi di AI. Questo aspetto sarà cruciale per attrarre investimenti nel settore tecnologico e per permettere all’Italia di rimanere competitiva a livello globale.
- Implementazione e tempi: l’effettiva applicazione del disegno di legge dipenderà dalla rapidità e dall’efficienza con cui il Governo emetterà i decreti legislativi previsti dalla delega. Ritardi o lacune potrebbero vanificare gli sforzi normativi, impedendo al Paese di cogliere le opportunità offerte dall’AI.
- Coinvolgimento della società civile: l’ampia partecipazione di esperti e associazioni durante il processo istruttorio rappresenta un punto di forza del disegno di legge. Tuttavia, il coinvolgimento degli stakeholder deve essere garantito anche nelle fasi successive, soprattutto per monitorare l’impatto delle normative e per apportare eventuali correzioni.
Nonostante queste sfide, il disegno di legge n. 1146/2024 offre un segnale positivo: l’Italia si sta impegnando per affrontare i complessi interrogativi posti dall’intelligenza artificiale, dimostrando una volontà politica di assumere un ruolo attivo in questa trasformazione epocale.
Con un impianto normativo solido, che favorisca non solo l’innovazione ma anche la sicurezza e la trasparenza, l’Italia ha l’opportunità di posizionarsi come leader nel panorama internazionale dell’AI, dimostrando che la tecnologia può essere regolata in modo etico e responsabile senza soffocare lo sviluppo.
Resta da vedere come questa visione si tradurrà in pratica, ma il successo della normativa dipenderà dalla capacità delle istituzioni di conciliare le istanze dei diversi attori coinvolti, garantendo un quadro chiaro, equo e adattabile alle sfide future.
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