Decreto sviluppo la settimana prossima

Redazione 29/09/11
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Confermato il varo previa audizione delle regioni e dei comuni. Benefici fiscali anche per il Piano città. Ricerca, credito d’imposta allargato. Intanto i deputati si tagliano le indennità

 

Articolo di Giuseppe Manfredi tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

 

Il governo punta a varare il decreto sviluppo entro la prossima settimana. Ad affermarlo, a Radio Anch’io, è stato ieri il ministro del welfare, Maurizio Sacconi, il quale sul tema delle pensioni ha sottolineato che il sistema è “in equilibrio”, ma ha aggiunto che “le transizioni sono state modificate e possono essere modificate ulteriormente”, anche guardando ad “un patto generazionale in favore dei giovani”. Il governo convocherà regioni e comuni sul decreto sviluppo, come ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, intervenendo all’Assemblea dell’Ance e spiegando che la decisione è stata assunta nella riunione tra ministri seguita al vertice con banchieri e industriali al Tesoro. “Il governo, la prossima settimana, approva il d.l. sulla crescita – ha detto Matteoli – ma dopo un passaggio con le Regioni e con l’Anci. Questo perché il decreto non vuole essere una cosa scritta dagli uffici legislativi dei ministeri interessati, ma vuole tener conto del parere delle Regioni e dell’Anci”. Il decreto sviluppo sarà a costo zero: “Soldi non ce ne sono, il finanziamento avviene attraverso la defiscalizzazione. Le risorse sono indirette ma sono sempre risorse”, ha aggiunto Matteoli. E rispondendo alle richieste dell’Ance di risorse per il “Piano Città”, Matteoli ha chiarito che gli incentivi fiscali saranno a beneficio anche per tali interventi. Spazio dunque anche alle autonomie, come conferma il ministro direttamente interessato. “A partire dal decreto in gestazione troveremo tempo e modo per entrare nel merito delle scelte da assumere, provando a stabilire insieme un metodo di lavoro comune”, ha affermato il ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, il quale ha accolto l’invito al Governo del presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, a stabilire un dialogo con gli enti locali sui temi della crescita e degli investimenti. “Dialogo che vogliamo rilanciare, perché in questo momento dobbiamo lavorare insieme per dare risposte al paese”. Circa i contenuti del provvedimento in arrivo, il Governo sta studiando l’ipotesi di inserire l’estensione del credito di imposta su ricerca e innovazione, come ha annunciato il ministro per lo sviluppo economico, Paolo Romani, parlando alla conferenza stampa di presentazione di un accordo tra Msd e Idi nel settore farmaceutico. Al momento “il credito di imposta per la ricerca viene dato a chi collabora con università ed enti, ma stiamo pensando di allargarlo a chi fa ricerca tout court”. Romani ha poi precisato che il Governo sta “lavorando al decreto infrastrutture e al decreto sviluppo e potrebbe essere inserita in uno di questi”. Si tratta, ha spiegato, di “una delle ipotesi in campo”. Intanto qualcosa si muove sul fronte dei costi della politica. Dal prossimo primo ottobre e fino al 31 dicembre 2013, infatti, i deputati percepiranno un’indennità ridotta: lo ha deciso ieri l’Ufficio di Presidenza della Camera, a conclusione dell’istruttoria svolta congiuntamente con il Senato, che, si legge in una nota, “nel rispetto del principio di autonomia costituzionale che l’ordinamento riconosce alle Camere, ha approvato, nella riunione di questa mattina, le modalità applicative degli interventi in tema di indennità parlamentare recati dall’art. 13 del d.l. n. 138 del 2011”. “È stata, in particolare, decisa – informa il comunicato – la riduzione della indennità – dal 1° ottobre 2011 e fino al 31 dicembre 2013 – pari al 10% per la parte eccedente i 90 mila euro annui e fino a 150 mila euro annui e al 20% per la parte eccedente i 150 mila euro annui. L’Ufficio di Presidenza ha stabilito, inoltre, le modalità per l’applicazione dell’ulteriore riduzione pari al 20% per la parte eccedente i 90 mila euro e al 40% per la parte eccedente i 150 mila euro per i parlamentari che, contestualmente allo svolgimento del mandato parlamentare, svolgano una’attività lavorativa per la quale sia percepito un reddito uguale o superiore al 15 per cento dell’indennità parlamentare”, e fermo restando che le decisioni definitive sul punto verranno adottate entro il 12 ottobre – conclude la nota – “si è convenuto di proseguire il confronto con il Senato sul tema dell’adeguamento della diaria al tasso di partecipazione ai lavori delle giunte e delle commissioni. A tal fine sarà introdotto un sistema di rilevazione delle presenze cui collegare l’importo della diaria mensile”.

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