Decreto liberalizzazioni: varia la soglia di applicazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori

Redazione 17/01/12
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Per incrementare la crescita delle imprese la bozza del decreto sulle liberalizzazioni interviene anche sull’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, che regola i licenziamenti senza giusta causa. La modifica della norma riguarda il numero di dipendenti oltre il quale scatta l’obbligo di reintegro giudiziario per un licenziamento senza giusta causa, numero che viene elevato a 50.

La disposizione ha suscitato subito polemiche, sia dalle forze politiche che dalle parti sindacali, le quali si aspettano che la materia sia regolata all’interno della riforma del mercato del lavoro intrapresa dal Ministro del Welfare, Elsa Fornero, con il confronto delle parti sociali.

Più in particolare, l’articolo 3 della bozza di decreto prevede che il limite di applicazione dell’articolo 18 venga elevato alle imprese con 50 dipendenti (rispetto ai 15 attuali), “in caso di incorporazione o di fusione di uno o più imprese che occupano alle proprie dipendenze, al 31 gennaio 2012, un numero di prestatori d’opera pari o inferiori a quindici”. La bozza, all’articolo 24, prevede anche “l’eliminazione dell’obbligo di applicare i contratti collettivi di settore nel trasporto ferroviario”. Aspri i commenti dei sindacati: L’articolo 18 non va modificato. Come abbiamo detto in più occasioni – ha dichiarato il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanninon è stato oggetto di trattativa con il ministro del lavoro Fornero. É davvero singolare ritrovare ora questo tema in una bozza del provvedimento sulle liberalizzazioni che non è stato oggetto di confronto con le parti sociali. Non si capisce proprio cosa c’entra la modifica dell’articolo 18 con le liberalizzazioni”. Opposto è il pensiero degli industriali. Secondo il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombasseiun’adeguata liberalizzazione del mercato del lavoro è la condizione perché le azioni per lo sviluppo si traducano in crescita e stabilizzazione dell’occupazione”.

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