Controversie transfrontaliere: meno burocrazia con il sì dei ministri alla riforma della Commissione Ue

Redazione 11/12/12
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Anna Costagliola

Il Consiglio europeo ha adottato nuove norme sull’individuazione del giudice competente nelle controversie transfrontaliere e sul riconoscimento e l’esecuzione delle sentenze tra Stati membri. Grazie, dunque, alla riforma adottata dai ministri europei della Giustizia, che evita inutili formalità burocratiche e riduce i rompicapo giuridici, imprese e consumatori potranno risolvere più facilmente eventuali controversie transfrontaliere, agevolandosi in tal modo l’attività commerciale nel mercato unico.

Il testo adottato ai ministri della Giustizia europei, riuniti in sede di Consiglio, aveva già ricevuto il voto favorevole del Parlamento europeo il 20 novembre scorso. La normativa, proposta dalla Commissione a dicembre 2010, mira a rafforzare il mercato unico e a snellire la burocrazia, soprattutto mediante l’abolizione dell’exequatur, procedura lunga e onerosa che costringe le imprese a rivolgersi al giudice per ottenere il riconoscimento delle sentenze civili e commerciali in un altro Paese dell’Unione. Ai sensi della normativa attuale, una decisione resa in uno Stato membro non è, infatti, automaticamente efficace in un altro Stato membro; deve essere prima convalidata e dichiarata esecutiva dal giudice dello Stato membro dell’esecuzione in una speciale fase intermedia, nel che consiste, appunto, la procedura di exequatur. Viceversa, in un mercato unico che si rispetti, le decisioni in materia civile e commerciale emesse in uno Stato membro devono poter godere di piena fiducia in tutti gli altri Stati membri dell’Unione europea, rendendosi pertanto opportuna la eliminazione dell’exequatur, una procedura ormai superata ed eccessivamente burocratica, rimuovendosi in tal modo un forte deterrente alle transazioni commerciali transfrontaliere in Europa.

In sintesi questi gli obiettivi del nuovo provvedimento:

a) abolire l’exequatur, per cui in futuro le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato membro saranno immediatamente esecutive in tutta l’Ue;

b) rafforzare la tutela dei consumatori nelle controversie con controparti di Paesi terzi: attualmente le norme nazionali sulla competenza in caso di convenuti di Paesi terzi variano molto da uno Stato membro all’altro. Mentre in alcuni Stati membri un cittadino o un’impresa può citare dinanzi ai giudici nazionali una controparte di un Paese terzo, in altri Stati membri ciò non è possibile. Il nuovo regolamento prevede, per il futuro, che nei rapporti tra consumatori domiciliati nell’Ue e imprese stabilite in Paesi terzi sarà competente il giudice del luogo in cui il consumatore ha il domicilio, a prescindere dallo Stato membro;

c) conferire certezza giuridica agli accordi di scelta del foro conclusi tra imprese: nei loro rapporti commerciali, accade spesso che le imprese stabiliscano di attribuire la competenza a un determinato giudice. Si vengono però a creare situazioni in cui una parte contesta la validità dell’accordo di scelta del foro dinanzi a un giudice di un altro Stato membro, e ciò al solo fine di ritardare la risoluzione della controversia. Con il nuovo regolamento si vuole porre fine a queste tattiche scorrette, garantendo che il giudice designato nell’accordo sia sempre il primo a pronunciarsi sulla sua validità.

Si attende ora la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione del regolamento appena approvato dal Consiglio.

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