Ai comuni il 2,53% dell’Iva (equivalente a circa tre miliardi di euro che finiranno nel Fondo di riequilibrio), alle province lo 0,60% dell’Irpef (pari a un miliardo di euro circa): i numeri in due d.P.C.M. pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale
di Fortunato Laurendi (tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it)
Un miliardo di euro circa alle province a titolo di compartecipazione Irpef, tre miliardi circa ai comuni a titolo di compartecipazione Iva. Con due decreti del presidente del consiglio dei ministri datati rispettivamente 13 giugno 2012 e 10 luglio 2012, apparsi sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì scorso, sono state determinate la parcentuale di compartecipazione al gettito Iva spettante ai comuni per l’anno 2012 e l’aliquota di compartecipazione Irpef per le province delle regioni a statuto ordinario.
Comuni
Nello specifico, la percentuale di compartecipazione al gettito dell’imposta sul valore aggiunto spettante ai comuni delle regioni a statuto ordinario, è determinata in misura pari al 2,53 per cento del gettito dell’imposta sul valore aggiunto relativo all’anno 2012, “calcolato al netto delle somme riscosse a mezzo ruoli, della quota spettante all’Unione europea a titolo di risorse proprie nonché della compartecipazione alla medesima imposta riconosciuta alle regioni a statuto speciale”. L’aliquota comporta un effetto “finanziariamente equivalente alla compartecipazione del due per cento al gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche”. Già in base al decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, recante «Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale», all’art. 2, comma 4, attribuisce ai comuni una compartecipazione al gettito dell’imposta sul valore aggiunto, la cui percentuale deve appunto essere fissata, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, in misura finanziariamente equivalente alla compartecipazione del 2 per cento al gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Da ricordare che dopo le modifiche apportate dal decreto legge n. 201 del 2011, il meccanismo varrà per tre anni: per gli anni 2012, 2013 e 2014 la compartecipazione comunale al gettito dell’imposta sul valore aggiunto va ad alimentare il Fondo sperimentale di riequilibrio previsto dal decreto sul federalismo fiscale. Tale importo, come detto finanziariamente equivalente alla compartecipazione del 2 per cento al gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, è pari a 3.024 milioni di euro: per giungere a questa somma, considerando un gettito Iva pari a 119.346 milioni di euro, la percentuale individuata è stata dunque pari al 2,53 per cento.
Province
Passando alla compartecipazione Irpef delle province delle regioni a statuto ordinario, il d.P.C.M. approdato in G.U. prevede che “l’aliquota della compartecipazione all’imposta sul reddito delle persone fisiche delle province delle regioni a statuto ordinario, di cui all’art. 31, comma 8, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 è determinata in misura pari allo 0,60 per cento del gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, relativo all’attivita’ ordinaria di gestione, iscritto sul pertinente capitolo dello stato di previsione dell’entrata del bilancio dello Stato”. Tale percentuale va a coprire due voci di entrata delle amministrazioni provinciali soppresse dal 2012: i trasferimenti statali ex comma 2, dell’art. 18, del decreto legislativo n. 68 del 2011, pari ad € 226.651.839,00; l’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica di cui all’art. 52 del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, pari a euro 813.265.984,00. La somma delle due componenti è pari all’importo complessivo di euro 1.039.917.823,00. Considerato un gettito Irpef pari a euro 173.773.030.000, l’aliquota Irpef tale da assicurare alle province entrate corrispondenti ai trasferimenti statali soppressi e alla addizionale soppressa è risultato essere pari allo 0,60 per cento.
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