Come sentirsi realizzati nel Lavoro in 7 passi

Redazione 09/04/17
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E’ mia forte convinzione che tutti meritiamo di essere occupati in un lavoro o una professione gratificante, qualunque cosa questo significhi per ognuno di noi.
Nella mia pratica di coach e formatrice mi capita invece sempre più spesso di trovare clienti di tutte le età insoddisfatti di quello che fanno, che passano da un lavoro all’altro senza mai trovare appagamento, che si accontentano, che credono che lavorare significhi per forza sacrificare la vita personale. Trovo giovanissimi che hanno accantonato il loro sogno, altri completamente disorientati, altri che affrontano le loro giornate lavorative senza interesse né interessi, nell’attesa che arrivi sera.
Lavoro: significato del termine
Siccome la nostra visione del mondo dipende da quello che ci diciamo, e quindi dalle parole che utilizziamo per descrivere la nostra realtà, per cercare una conferma di quanto possa essere radicata questa credenza nell’inconscio collettivo, ho consultato alcuni dizionari on line. Non c’è da meravigliarsi che questa credenza sia così forte. La parola Lavoro deriva infatti dal latino L?b?r, che ha i seguenti significati:
1 (arcaico) lavoro, sforzo, pena, fatica, affaticamento
2 (arcaico) zelo, operosità, solerzia, laboriosità, attività
3 (arcaico) azione, opera, gesta, impresa, prova
4 (arcaico) disgrazia, travaglio, fastidio, tormento, affanno, sofferenza
5 (arcaico) sventura, avversità, sfortuna, pena
6 (arcaico) sofferenza fisica, malattia (*)
La stessa equazione lavoro-fatica si ritrova anche nel francese travail, nello spagnolo trabaho e nel tedesco Arbeit, nell’inglese labour. Tutti questi termini sono associati alla fatica fisica, e certamente nell’antichità, quando il lavoro veniva svolto a mano, quando solo certi gruppi di popolazione lavoravano la terra, questo era certamente vero.
Lavoro: da sofferenza ad occasione di felicità?
Ma è ancora vero, oggi, che il lavoro debba per forza essere fatica e che si possano raggiungere risultati solo attraverso la sofferenza?
Non potrebbe essere che stiamo guardando il mondo con una visione parziale e condizionata da insegnamenti che abbiamo assorbito dall’ambiente in cui viviamo?
Siccome siamo noi i creatori della nostra esperienza, attribuendo significati positivi o negativi a ciò che viviamo, spesso siamo proprio noi e i nostri condizionamenti inconsci (ben alimentati dai media spesso più propensi a mettere in evidenza quello che non funziona invece di quello che funziona) ad auto limitarci e a convincerci di essere prigionieri delle circostanze, di non avere scelta, di non essere abbastanza, di doverci accontentare di lavorare per vivere.
Come invertire questa tendenza?
Una cosa interessante che ho scoperto è che la radice sanscrita labh–, da cui sembrerebbe derivare questo termine, in senso figurato significherebbe “orientare la volontà, il desiderio, l’intento” oppure”intraprendere, ottenere”. Similmente, l’inglese work e il tedesco Werk deriverebbero da una parola germanica che significa “Esercitare un potere creativo, essere un creatore”,”Manipolare (sostanze fisiche) in uno stato desiderato o forma”, “avere l’effetto desiderato”.
Ecco quindi che si affacciano concetti che lasciano intravedere la possibilità che attraverso il lavoro si possa realizzare un desiderio, si possa esercitare la propria creatività, si possa ottenere qualcosa.
Che cosa? Il punto focale per raggiungere la felicità al lavoro a mio parere parte dal fare chiarezza riguardo a cosa cerchi nel lavoro e da qui mettere intenzionalità in tutto quello che fai per realizzare la tua visione.
Ecco quindi sette passi per rendere il lavoro appagante.
1.Riconosci e lascia andare le credenze non utili
Fai l’inventario delle tue credenze controproducenti riguardo al lavoro. Da dove vengono? Dalla tua esperienza, dalla tua famiglia, dalla tua cultura? A cosa ti sono servite fino ad ora? A spronarti per fare di più? A proteggerti? Molto probabilmente per un certo periodo della tua vita hanno avuto un’utilità precisa, poi sono diventate solo un automatismo che oggi è una zavorra. Ringraziale per averti fatto arrivare dove sei e, se è davvero il momento di fare qualcosa per te, lasciale andare.
2. Fai chiarezza
Chiediti cosa ti ha spinto a fare il lavoro che fai. Se è stata una tua scelta o se stai vivendo la carriera di altri. Chiediti cosa cerchi TU nel lavoro, cosa vuoi ottenere e perché questo è IMPORTANTE PER TE. Chieditelo più volte. Conoscere le tue vere motivazioni è vitale per lo sviluppo di una visione chiara, dalla quale potrai determinare le TUE priorità, i TUOI obiettivi, e che ti aiuterà ad affrontare gli obiettivi con focalizzazione e determinazione.
3. Definisci la tua mission personale e perseguila di giorno in giorno
Avere una mission personale, ti farà agire con intenzionalità qualunque cosa tu faccia, indipendente da qualsiasi circostanza esterna, indipendentemente dal lavoro che fai, da dove ti trovi, se lavori in proprio o se hai un contratto di lavoro subordinato.
4. Definisci obiettivi di lungo termine e micro-obiettivi quotidiani
Crescita evolutiva e realizzazione vanno di pari passo e non c’è evoluzione senza obiettivi. Definisci i tuoi obiettivi a lungo termine, suddividili in obiettivi a breve termine, e ancora in obiettivi quotidiani. Chiarisci bene cosa ci sarà di diverso allora rispetto ad ora e agisci. Anche se non stai facendo il lavoro dei tuoi sogni, potrai trovare soddisfazioni nel cammino verso le tue mete.
5. Impegnati ad investire su di te per crescere professionalmente e come persona
Solo tu sai cosa ti serve per trovare tua soddisfazione personale nel lavoro. Trova il modo di crescere. Fai un inventario dei tuoi talenti e punta su quelli. In che modo puoi svilupparli? In che modo puoi utilizzarli di più per contribuire alla tua crescita personale? In che modo il tuo attuale lavoro è in grado di offrire un ambiente per quel tipo di miglioramento? Apriti al cambiamento come momento di crescita.
6. Sposta il focus su quello che funziona
Impara a vedere i lati positivi del tuo lavoro: invece di notare quello che non c’è e che non funziona, comincia da adesso a notare quello che c’è e che funziona. Fino ad ora hai usato il modello di felicità “se/allora”? Abbandonalo! Troppe persone basano la loro felicità sul verificarsi di certe condizioni, sulle aspettative create dalla loro personale e rigida visione di come dovrebbero essere le cose. Apriti alla possibilità che i tuoi desideri possano realizzarsi in modo diverso da come vorresti tu.
7. Prendi l’iniziativa
Invece di aspettare che le cose succedano, o che qualcuno si occupi di te, prendi in mano la situazione e trova il modo di essere proattivo. Del resto di tratta di te. Smetti di delegare agli altri la tua vita, di sentirti in balia degli eventi, di trovare scuse. Assumiti invece la responsabilità dei risultati che stai ottenendo e impara da ogni esperienza.
E se dopo avere provato tutto questo sei ancora al punto di partenza, cambia! Non lasciarti bloccare da quello che è stato fino ad oggi. Non è mai troppo tardi per ricominciare. Ogni giorno è un giorno nuovo.
Inizia adesso a fare qualcosa di diverso, perché – se non decidi di cambiare direzione – arriverai sicuramente dove stai già andando.
Scarica a questo link il workbook per capire il tuo grado di soddisfazione per il tuo lavoro.
(*) dizionario italiano-latino Olivetti

Redazione

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