Dal 1° gennaio 2026 entra in vigore il Codice degli incentivi, introdotto col d.lgs. n. 184/2025 in attuazione della legge delega n. 160/2023. La riforma intende creare un sistema organico e trasparente per la governance delle agevolazioni alle imprese, con regole uniformi, strumenti digitali e criteri di premialità. Tra le novità figurano il Programma degli incentivi, il Tavolo permanente di coordinamento Stato-Regioni, il sistema telematico Incentivi.gov.it, e disposizioni rigorose contro la delocalizzazione e per la salvaguardia occupazionale.
Indice
- 1. Un codice per armonizzare e semplificare
- 2. Ambito di applicazione e definizioni
- 3. Digitalizzazione e interoperabilità
- 4. Programmazione e coordinamento Stato-Regioni
- 5. Accesso semplificato e criteri di premialità
- 6. Contrasto alla delocalizzazione e tutela occupazionale
- 7. Revoche, controlli e trasparenza
- 8. Entrata in vigore e abrogazioni
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1. Un codice per armonizzare e semplificare
Il nuovo Codice degli incentivi origina dall’esigenza di razionalizzare un panorama frammentato di misure agevolative, sovente caratterizzato da iter complessi e tempi lunghi. Il decreto definisce i principi generali che regolano i procedimenti amministrativi relativi agli interventi di sostegno pubblico alle imprese, escludendo gli incentivi fiscali automatici e quelli contributivi, che rimangono disciplinati dalle norme di settore. L’obiettivo è duplice: semplificazione e trasparenza, tramite regole uniformi e strumenti digitali che riducano gli oneri burocratici per imprese e amministrazioni.
2. Ambito di applicazione e definizioni
Il codice si applica alle agevolazioni concesse in svariate forme: contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, garanzie su operazioni finanziarie, interventi nel capitale di rischio, agevolazioni fiscali e contributive. Viene introdotto il concetto di “ciclo di vita dell’incentivo”, che include le fasi: programmazione, attuazione, monitoraggio e valutazione. Tra le definizioni chiave:
- beneficiario, ossia l’impresa che accede all’incentivo;
- programma degli incentivi, ovvero il documento strategico di ciascuna amministrazione responsabile;
- sistema Incentivi Italia, cioè il catalogo di servizi digitali integrati tra RNA (Registro nazionale degli aiuti di Stato) e piattaforma Incentivi.gov.it.
3. Digitalizzazione e interoperabilità
Tra i pilastri della riforma figura la digitalizzazione, e il sistema Incentivi Italia offrirà servizi per:
- predisposizione dei bandi,
- verifica dei requisiti,
- monitoraggio e rendicontazione,
- controllo sul cumulo delle agevolazioni.
Il Codice unico di progetto (CUP) diventa elemento essenziale per tracciare ogni agevolazione, garantendo interoperabilità tra banche dati pubbliche e riduzione degli adempimenti.
4. Programmazione e coordinamento Stato-Regioni
Il Programma degli incentivi rappresenta il tool di pianificazione che ogni amministrazione centrale dovrà adottare, indicando obiettivi strategici, cronoprogramma e risorse disponibili. Per evitare sovrapposizioni e favorire sinergie, viene istituito il Tavolo permanente degli incentivi, sede di confronto tra Governo e Regioni, convocato almeno due volte l’anno.
5. Accesso semplificato e criteri di premialità
Le procedure di accesso dovranno essere snelle, digitali e orientate alla riduzione dei tempi. Il codice introduce elementi premianti per imprese virtuose, quali:
- rating di legalità,
- certificazione di parità di genere,
- assunzione di persone con disabilità,
- valorizzazione del lavoro giovanile e femminile.
Alle PMI viene riservata una quota minima del 60% delle risorse, di cui almeno il 25% destinato a microimprese e lavoratori autonomi.
6. Contrasto alla delocalizzazione e tutela occupazionale
L’articolato prevede misure rigorose contro la delocalizzazione: le imprese che trasferiscono attività fuori dall’Italia entro cinque anni (dilatati a dieci per le grandi imprese) decadono dalle agevolazioni e devono restituire i contributi con maggiorazioni. Nei casi più gravi viene prevista una sanzione pecuniaria da due a quattro volte l’importo dell’aiuto fruito. Inoltre, sono introdotte regole per salvaguardare i livelli occupazionali, con possibilità di revoca totale o parziale del beneficio in ipotesi di riduzioni non giustificate.
7. Revoche, controlli e trasparenza
Il codice in disamina disciplina in modo dettagliato le cause di revoca (mancata realizzazione dell’investimento, irregolarità documentali, violazioni DURC, delocalizzazione, insolvenza) e le modalità di recupero delle somme, con interessi e maggiorazioni. I controlli saranno effettuati anche in via telematica, con protocolli per l’acquisizione accelerata dei documenti. In ambito trasparenza, la piattaforma Incentivi.gov.it diventa il punto unico di accesso per consultare bandi, programmi e risultati delle valutazioni. Restano gli obblighi di pubblicazione previsti dal d.lgs. n. 33/2013 come anche dalla normativa europea sugli aiuti di Stato.
8. Entrata in vigore e abrogazioni
Il Codice degli incentivi avrà piena operatività a decorrere dal I° gennaio 2026, abrogando il d.lgs. n. 123/1998 e ulteriori disposizioni frammentarie. Si tratta di una riforma di sistema che punta a rendere maggiormente efficiente l’utilizzo delle risorse pubbliche, nonché a favorire la competitività delle imprese italiane in un contesto europeo sempre più integrato.
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