La persona è al centro del sistema giuridico. Diverse le norme che, nella Carta costituzionale, ne tutelano la dignità e l’importanza. Alcune di queste riguardano il sistema penale ed il processo.
L’articolo 27 del dettato costituzionale dispone che: “la responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. La responsabilità, l’umanità, la dignità della persona, la legalità ed il reinserimento del soggetto rappresentano parte di ciò. La disposizione, per volontà dei costituenti, armonizza il ricorso alla misura con l’attenzione alla persona. L’articolo 3 della Carta evidenzia l’importanza dei diritti fondamentali dell’uomo che la Repubblica riconosce e garantisce. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume “Immigrazione, asilo e cittadinanza”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon, un testo di riferimento in materia di diritto all’immigrazione. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon.
Indice
1. Il pensiero e l’opera di Guglielmina Ronconi
Nel solco della storia giuridica e dell’azione sociale, tra le molte persone che si sono spese in favore delle richiamate finalità brilla il nome di Guglielmina Ronconi. Docente, pedagogista e funzionaria, la sua testimonianza si presenta, tutt’ora, valida e degna di essere ricordata.
Nata nel 1864 a Pesaro, prestissimo, si dedica al prossimo coniugando lo studio con l’attività solidaristica. Laureata presso la facoltà di Magistero inizia la propria carriera come docente in diversi istituti. Terziaria francescana, accanto alla formazione culturale, la fede è parte integrante del proprio essere, mettendo in pratica i principi esposti nella Rerum novarum (1891).
Giovanissima, si occupa delle donne operando, come volontaria, nelle carceri romane. All’epoca, la vita delle detenute era soggetta ad una serie di pensanti limitazioni. Da subito, la professoressa Ronconi entra nella struttura portandovi l’ascolto, ed una serie di interventi di diverso tenore (spirituale, psicologico e materiale) rivolti al miglioramento delle condizioni di vita.
Nel Dizionario biografico Treccani, una delle pochissime fonti sulla vita della studiosa, si apprende che: “a partire dal 1907 circa si dedicò all’assistenza sociale nei rioni popolari, nelle carceri, nelle campagne più povere, anche grazie a un congedo dall’insegnamento con distacco presso il ministero dell’Interno. Creò soprattutto associazioni filantropiche ed educative femminili: una di queste fu l’Opera delle culle, attiva tra il 1910 e il 1924, a favore dei figli delle detenute, che nei primi anni di vita vivevano in carcere con le madri in condizioni spaventose. Iniziata presso il carcere romano delle Mantellate, si diffuse in molte città e cittadine, quali Perugia, Firenze, Trani, Como, Savona[1].. Per la sensibilità dimostrata e la preparazione riceve la nomina, da parte del Ministero dell’Interno, di organizzare la pianificazione nazionale degli asili carcerari.
Nella medesima direzione, per le donne uscite dal carcere, istituisce una casa famiglia nella quale ricreare l’ambiente domestico. L’idea è quella di offrire una nuova possibilità alle persone che vivono l’uscita dal carcere, favorendo la risocializzazione ed un diverso futuro.
Nell’abitazione, unica nel suo genere, le educatrici sono chiamate madrine; una sala da pranzo è adibita al consumo dei pasti, creando convivialità ed affetto; la possibilità di trovare un lavoro, e sposare sono parte integrante di quanto vivono le residenti. La casa viene inaugurata, pochi mesi dopo la scomparsa della Ronconi, dalla professoressa Lina Pennesi (+1954), amica e discepola, assumendo il nome di “Opera madrina Ronconi”. Moltissime le testimonianze di riconoscenza che concretizzarono gli ideali, posti in essere dalla benemerita ideatrice.
Nel 1909 fonda l’Opera della Vita morale allo scopo di inserire la donna al centro della società. Diversi gli interventi, e gli scritti indirizzati verso la meta. Spira il 22 marzo 1936 a Torino.
Decorata, con numerose onorificenze per la costante attività in favore del prossimo, riposa presso il Famedio del Cimitero del Verano a Roma. Una scuola ed una strada portano il suo nome.
Attualmente, l’opera Ronconi-Pennesi, dal nome delle due istitutrici, mettendo in pratica i fondamenti dell’inclusione, riceve in accoglienza temporanea donne che hanno concluso la pena, o che possono usufruire di misure alternative alla detenzione, o sono in permesso premio. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume “Immigrazione, asilo e cittadinanza”, acquistabile sia su Shop Maggioli che su Amazon, un testo di riferimento in materia di diritto all’immigrazione. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon.
2. L’attualità del pensiero di Guglielmina Ronconi sul diritto penale
Per quanto esposto, il pensiero e l’attività di Guglielmina Ronconi si presentano, tutt’ora, di grande attualità. Alla base del proprio agire è possibile evidenziare una profonda esperienza religiosa, resa concreta dal servizio al prossimo in difficoltà. I principi costituzionali e l’umanità a cui è chiamata a tendere la pena, sottolineano l’importanza della persona, nel pensiero giuridico e nel bene fatto dalla studiosa in favore della collettività.
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