La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1406/2025 del 21 gennaio 2025, ha fatto luce sui termini di decadenza per i conguagli relativi alla cassa integrazione nel periodo Covid, definendo principi fondamentali per il sistema di compensazione tra aziende e INPS.
Indice
1. Il fatto giuridico: i conguagli per le anticipazioni CIG Covid
Una società aveva richiesto il conguaglio per compensare i contributi previdenziali con le anticipazioni CIG Covid erogate ai dipendenti tra marzo e maggio 2020. Pur avendo inizialmente autorizzato la CIG e il conguaglio, l’INPS ha successivamente negato il diritto, contestando irregolarità nei flussi Uniemens trasmessi.
2. Principi stabiliti dalla Cassazione
La Corte ha stabilito tre punti:
Il conguaglio opera come compensazione automatica tra debiti e crediti senza necessità di richieste o autorizzazioni specifiche dell’INPS.
La decadenza è evitata se il conguaglio avviene entro il 16 del mese successivo alla scadenza del semestre dalla fine della concessione CIG.
Eventuali errori nei conguagli, purché effettuati tempestivamente, non invalidano il meccanismo. Errori che causano differenze contributive sono considerati adempimenti parziali e non compromettono il diritto al conguaglio.
Secondo la sentenza, i flussi Uniemens sono dichiarazioni successive al conguaglio e servono esclusivamente per controlli ex post da parte dell’INPS. Eventuali irregolarità formali nei flussi non compromettono il diritto al conguaglio, garantendo maggiore protezione alle aziende.
3. Impatto della sentenza
Questa decisione rappresenta un cambio di paradigma, favorendo le aziende che hanno anticipato prestazioni ai lavoratori. La Cassazione ha valorizzato l’effettività dei conguagli rispetto ai formalismi, assicurando maggiore certezza e equilibrio tra esigenze di controllo e tutela delle imprese.
4. Conclusioni
La pronuncia rappresenta un importante punto di svolta nell’interpretazione delle norme sugli ammortizzatori sociali, rafforzando la protezione delle imprese che hanno anticipato le prestazioni ai lavoratori durante l’emergenza Covid. La Corte sottolinea l’importanza di un approccio pragmatico, che privilegia l’effettività dei conguagli rispetto a rigidità formali, contribuendo a creare un sistema più equilibrato e orientato alle esigenze reali delle aziende.
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