Cassa Forense-Censis: Rapporto sull’Avvocatura 2023

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Cassa Forense ha diffuso il report sull’Avvocatura italiana 2023, fornendo un quadro sul relativo stato, evidenziando i vari profili di analisi dei dati, suddivisi per redditi, territorio, materie trattate, genere, età e prospettive. Il Report è corredato da riflessioni sia sulle endemiche criticità, sia sui discreti, ma al contempo positivi, segnali di ripresa.

Indice

1. Reddito


I dati relativi al reddito sono in crescita per l’anno 2021. Il reddito globale ai fini Irpef e quello annuo medio degli avvocati hanno evidenziato una crescita, rispettivamente:
·         del 10,7%,
·         del 12,2%.
A fronte di un “invecchiamento” generalizzato della professione è stato evidenziato un aumento reddituale che ha interessato maggiormente i colleghi più giovani:
·         i 40-44enni hanno visto crescere il proprio reddito medio del 16,1%,
·         i 30-34enni del 15,9%.
I redditi delle donne hanno registrato un tasso di crescita maggiore rispetto a quello dei colleghi uomini: 13,2% contro l’11,5%, pure se il divario di genere continua a persistere, registrando significative differenze reddituali:
·         reddito medio uomini pari ad € 56.768,00;
·         reddito medio donne pari ad € 26.686,00.
Nell’anno 2021:
·         16.800 avvocati hanno dichiarato un reddito superiore a 100.000 euro (in lieve crescita rispetto all’anno 2020),
·         oltre 100.000 avvocati si collocano al di sotto dei 20.000 euro.

2. Abbandono della professione


Si sono registrate 8.257 nuove iscrizioni a fronte delle 8.698 cancellazioni, determinando un saldo negativo pari a 441 avvocati. Il report evidenzia che il fenomeno deve essere correttamente interpretato tenendo conto delle nuove e diverse opportunità professionali, principalmente nell’ambito del pubblico impiego, circostanza che ha indotto molti avvocati a cogliere altre possibilità lavorative.


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3. Sviluppo sostenibile


Il questionario Censis ha affrontato per la prima volta il tema dello “sviluppo sostenibile” e dei programmi di azione messi in campo a livello internazionale con l’Agenda ONU 2030:
·         il 67,1% degli avvocati ha dichiarato di non conoscere tale Agenda,
·         il 28,8% ha dichiarato di essere al corrente, sia pure in maniera superficiale, dei relativi contenuti e programmi di attuazione.
In ambito professionale, benché la tematica della sostenibilità rappresenti una concreta opportunità di crescita, più del 70% degli avvocati ha dichiarato di non avere avuto occasione di occuparsi, sia singolarmente sia in collaborazione con altri professionisti, di nessuna delle attività che riguardano l’Agenda. Un avvocato su cinque ha affermato di essere interessato alle specifiche materie relative alla sostenibilità nell’ambito della propria attività professionale.

4. Opportunità di lavoro offerte dagli Enti del cd. Terzo settore


La conoscenza diretta, per l’84,9% degli intervistati, costituisce il criterio maggiormente seguito da gli Enti del Terzo settore per l’individuazione dei professionisti, mentre l’importanza che gli stessi riservano alla competenza, in termini di tempestività e capacità di risoluzione in tempi certi, si attesta al 56,8%, in termini di padronanza della materia al 49,1%. Dette valutazioni risultano nettamente prevalenti rispetto:
·         al contenimento dei costi (27%),
·         alla chiarezza dei preventivi (5%).

Avv. Biarella Laura

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