Caduta in ascensore: la confessione stragiudiziale nega il risarcimento

Caduta in ascensore: una confessione stragiudiziale può escludere il diritto al risarcimento dei danni. Commento a sentenza

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Caduta in ascensore: una confessione stragiudiziale può escludere il diritto al risarcimento dei danni. Per un approfondimento in materia condominiale, consigliamo la “Guida pratica al condominio dalla A alla Z”, con oltre 230 quesiti e soluzioni., disponibile sullo shop Maggioli e su Amazon.
riferimenti normativi: art. 2051 c.c.
precedenti giurisprudenziali: Cass. civ., Sez. lav., Sentenza del 11/04/2000, n. 4608

Tribunale di Avellino – sentenza n. 1322 del 17-09-2025

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Indice

1. La vicenda: la caduta nell’ascensore


Un condomino, accompagnato dal nipotino, prendeva l’ascensore dal quarto piano per scendere al piano terra. Dopo aver premuto il pulsante, l’ascensore iniziava a traballare e poi precipitava per alcuni metri, fermandosi bruscamente all’altezza del secondo piano. L’anziano partecipante al condominio urtava violentemente contro le pareti e il pavimento della cabina, riportando dolori alla zona lombosacrale. A seguito dell’evento, il condomino inviava una raccomandata al condominio per chiedere il risarcimento dei danni, ma la negoziazione assistita si concludeva senza accordo. Da qui la decisione di agire in giudizio, chiedendo il risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali, quantificati in oltre 15.000 euro.
Il condominio, costituitosi in giudizio, negava ogni responsabilità, sostenendo di aver sempre adempiuto agli obblighi di custodia grazie a un contratto di manutenzione con una ditta specializzata. Il convenuto chiedeva di chiamare in causa sia la società manutentrice, sia la compagnia assicurativa, per essere eventualmente manlevato. Entrambe le terze chiamate si costituivano, contestando la domanda. La società manutentrice evidenziava di aver effettuato regolarmente gli interventi, anche pochi giorni prima del sinistro, mentre la compagnia assicurativa sottolineava che l’attore, subito dopo l’evento, aveva dichiarato ai soccorritori di non aver subito alcuna lesione.
Nel corso del processo, il giudice autorizzava la chiamata in causa, raccoglieva l’interrogatorio formale dell’attore e disponeva una consulenza medico-legale. Tuttavia, la CTU non ha rilevato lesioni compatibili con quanto denunciato. Le dichiarazioni rese dall’attore subito dopo l’incidente, in cui affermava di stare bene, venivano ritenute attendibili e coerenti con gli accertamenti medici. Per un approfondimento in materia condominiale, consigliamo la “Guida pratica al condominio dalla A alla Z”, con oltre 230 quesiti e soluzioni., disponibile sullo shop Maggioli e su Amazon.

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In questa guida sono raccolte dalla A alla Z le questioni più ricorrenti che si verificano nella vita condominiale, con oltre 230 quesiti e soluzioni in cui il lettore e la lettrice potranno facilmente ritrovare un loro problema di vita vissuta e la relativa risoluzione più efficace.Accanto ai consigli giuridici, attraverso l’esperienza come avvocato e giornalista degli Autori sono raccolte idee e suggestioni emerse negli anni, esempi di cronaca, curiosità e domande. Il tutto accompagnato da una chiara indicazione delle norme di riferimento e, quando utile, della sentenza che possa avere più rilievo. L’intento degli Autori è che tutte queste informazioni, tasselli di vita vissuta, possano essere una guida e un’ispirazione a chi, nella quotidianità, deve affrontare le complessità della convivenza condominiale.Luca SantarelliAvvocato cassazionista, giornalista pubblicista, politico e appassionato d’arte. Da sempre cultore del diritto condominiale che ritiene materia da studiare non solo sotto il punto di vista giuridico.Già autore di monografie, dal 2001 firma rubriche nel quotidiano La Nazione del gruppo QN, per il settimanale Toscana Oggi e dal 2022 tiene rubriche radiofoniche per Radio Toscana. Relatore a numerosi convegni nel territorio nazionale, isole comprese.Lisa CiardiGiornalista professionista, lavora attualmente per il quotidiano La Nazione. Cofondatrice dell’agenzia giornalistica “Etaoin media & comunicazione”, è autrice e curatrice di saggi, ricerche storiche e di una raccolta di fiabe. È cofondatrice e direttrice responsabile della rivista Edera, un progetto giovanile che abbina il lavoro giornalistico all’organizzazione di iniziative di carattere sociale e culturale. È opinionista su Firenze Tv, Toscana Tv e Lady Radio.

 

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2. La questione


In che modo la dichiarazione resa dall’attore ai soccorritori, secondo cui non avrebbe riportato lesioni fisiche, ha inciso sull’accertamento del nesso causale tra l’evento e il danno lamentato?

3. La soluzione


La domanda proposta dall’attore è stata rigettata. Il giudice ha fondato la propria decisione principalmente sulla dichiarazione resa dall’attore ai vigili del fuoco intervenuti subito dopo l’incidente. In quella circostanza, il condomino aveva affermato che sia lui che il nipotino si trovavano in buone condizioni e non necessitavano di assistenza medica. Tale dichiarazione, sebbene resa al di fuori del processo, è stata qualificata come confessione stragiudiziale, ai sensi dell’art. 2735 c.c., e valutata come mezzo di prova diretta, idonea a fondare il convincimento del giudice. Sebbene il sinistro sia avvenuto all’interno dei locali condominiali e il rapporto di custodia sia stato riconosciuto, l’attore non è riuscito a dimostrare il nesso causale tra il malfunzionamento dell’ascensore e il danno lamentato.
Il giudice non ha quindi ritenuto sussistenti i presupposti giuridici per accogliere la domanda.

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4. Le riflessioni conclusive


La responsabilità per cose in custodia ex art. 2051 c.c., è un’ipotesi di responsabilità che trova il suo fondamento nella mera relazione intercorrente tra la cosa e colui che esercita l’effettivo potere su di essa, sul quale grava il rischio dei danni prodotti dalla cosa stessa che non dipendano da caso fortuito (Cass. civ., sez. VI – 3, 16/05/2017, n. 12027). Si evidenzia che la prova del caso fortuito, idoneo ad interrompere il nesso causale tra la res e il danno, grava sul custode e deve consistere in una condotta che presenti caratteri di imprevedibilità ed eccezionalità tali da interrompere il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno (Trib. Teramo 9 giugno 2025 n. 678). Il condominio è custode degli impianti condominiali. Tuttavia, chi agisce per ottenere il risarcimento dei danni conseguente al malfunzionamento di un ascensore ha l’onere di dimostrare che l’evento lesivo è stato causato dalla particolare condizione, potenzialmente pericolosa, della cosa in custodia. In altre parole, il danneggiato deve provare sia l’esistenza del danno, sia il nesso causale tra il bene oggetto di custodia (nel nostro caso l’ascensore) e il danno subito. Nel caso in esame, tale nesso causale è stato escluso dallo stesso attore, attraverso la dichiarazione resa immediatamente dopo l’evento ai vigili del fuoco (confessione stragiudiziale), nella quale affermava di non aver riportato alcuna lesione. La confessione stragiudiziale resa ad un terzo non costituisce una prova legale come la confessione giudiziale o quella stragiudiziale resa alla parte o a chi la rappresenta; tuttavia non è valutabile alla stregua di un mero indizio, unicamente idoneo a fondare una presunzione o ad integrare una prova manchevole, essendo invece un mezzo di prova diretta sul quale il giudice può fondare, anche in via esclusiva, il proprio convincimento (Cass. civ., sez. lav., 11/04/2000, n. 4608).

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Consulente legale condominialista Giuseppe Bordolli

Giuseppe Bordolli, Consulente legale, esperto di diritto immobiliare. Svolge attività di consulenza per amministrazioni condominiali e società di intermediazione immobiliare. E’ coordinatore della nuova collana “Condominio” del Gruppo Maggioli.
E’ collaboratore di…Continua a leggere

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