Brevetto unico dell’Unione europea: raggiunto l’accordo

Redazione 03/07/12
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Il Consiglio europeo ha finalmente raggiunto, dopo 40 anni di attesa, un accordo per la nascita del brevetto unico europeo. Dunque, dopo anni di contrattazione, l’Europa ha messo a segno uno degli obiettivi economicamente più interessanti per il completamento del mercato interno europeo: il brevetto unico made in Ue. A margine delle serrate discussioni sulla crisi economica, i capi di Stato e di Governo sono riusciti a trovare un accordo definitivo. Da decidere, infatti, rimaneva solo la sede principale dell’ufficio del brevetto e tre erano rimasti i contendenti: Gran Bretagna, Francia e Germania.

Si tratta di un risultato importante se si considera che sino ad oggi la tutela brevettuale nell’UE è stata assicurata da brevetti nazionali rilasciati dagli Stati membri o da brevetti europei rilasciati dall’Ufficio europeo dei brevetti (UEB), in applicazione della Convenzione sul brevetto europeo. Una volta rilasciato, però, il brevetto europeo deve essere convalidato negli Stati membri in cui si richiede la tutela e per detta convalida l’ordinamento nazionale può esigere, tra le altre cose, che il titolare del brevetto presenti una traduzione del brevetto stesso nella lingua ufficiale di quello Stato membro. Un sistema, pertanto, particolarmente oneroso e complesso, specie in termini di traduzione. Gli alti costi imposti dal sistema brevettuale europeo attualmente vigente sono destinati ad una sensibile riduzione con l’introduzione di un brevetto UE automaticamente applicabile in ciascuno Stato membro, senza necessità di apposita convalida, e dotato di un regime di traduzione economico, semplificato e giuridicamente sicuro.

Sul regime delle traduzioni, gli ideatori dell’«European Patent» hanno pensato di realizzarlo nelle tre lingue di lavoro dell’Ue, ovvero inglese, francese e tedesco. Ecco che proprio questi tre Paesi hanno insistito fino all’ultimo per avere entro i propri confini nazionali fissata la sede principale dell’ufficio del brevetto europeo. Viceversa, Italia e Spagna sono rimaste fuori dal sistema brevettuale europeo dopo la bocciatura della richiesta di un brevetto a 5 lingue (inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo), considerando lesiva del principio di parità linguistica la proposta di basare il regime di traduzione sull’utilizzo solamente dell’inglese, del francese e del tedesco.

La sede principale dell’ufficio del brevetto europeo sarà a Parigi, una sede amministrativa sarà ospitata da Monaco, responsabile anche dei brevetti nell’ambito dell’ingegneria avanzata e dell’efficienza delle risorse, e un’altra sede sarà a Londra per la gestione dei brevetti che riguardano le scienze, la chimica e le attività umane. È sulla base di questo compromesso che si è riusciti a superare gli ostacoli all’approvazione finale del brevetto europeo al recente vertice Ue. 

Profondo entusiasmo è stato manifestato dal presidente dell’Unione europea, che ha definito l’accordo una «svolta storica», sottolineando come il nuovo brevetto sarà meno costoso e più efficace rispetto ai sistemi attuali nel proteggere le invenzioni dei singoli e delle imprese. Le nuove procedure, che entreranno in vigore a partire dal 2014, varranno, infatti, a garantire una protezione automatica unitaria dei brevetti all’interno dell’Ue riducendo i costi per le imprese e contribuendo a rafforzarne la competitività. Si stima che il nuovo sistema di tutela della proprietà intellettuale costerà in futuro 680 euro a brevetto, riducendo quindi in maniera significativa gli attuali costi di brevettazione. Inoltre, creando condizioni più propizie all’innovazione (elemento essenziale per una crescita economica sostenibile), permetterà di attirare investitori e ricercatori e rafforzare il mercato unico.

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