Ma cosa vuol dire questo, nella pratica? In che modo una simile interpretazione della normativa potrà influenzare i divorzi futuri e quelli ancora in corso? Vediamo di capire in che modo i giudici dovranno determinare dora in poi la necessità e limporto dellassegno da corrispondere allex coniuge.
Per approfondire, visita la nostra sezione dedicata al divorzio.
Cassazione: stop allassegno basato sul tenore di vita
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La sentenza della Cassazione depositata il 10 maggio si è posta in netto contrasto con lorientamento prevalente da quasi trentanni e ha completamente rivoluzionato la concezione dellassegno divorzile. E questo perché ha proposto una lettura della legge sul divorzio (L. n. 898/1970) diversa da quella tradizionale e aggiornata ai cambiamenti sociali degli ultimi anni.
La Suprema Corte ha affermato che lassegno allex coniuge deve essere garantito solo quando questi non possiede “mezzi adeguati” non per mantenere il tenore di vita del matrimonio, ma per garantire la propria autosufficienza e indipendenza economica. Se lex partner dispone invece di mezzi adeguati, il problema non si pone: lassegno non è dovuto.
Gli indici dellindipendenza economica
Ma come si determina, nel concreto, se il richiedente lassegno è effettivamente autosufficiente?
La Cassazione afferma che sono sostanzialmente quattro gli indici che, caso per caso, dovranno essere valutati dai giudici per capire se lex coniuge ha diritto o meno allassegno di divorzio. Essi sono:
il possesso di redditi di qualsiasi specie;
il possesso di cespiti patrimoniali mobiliari e immobiliari;
le capacità e le possibilità effettive di lavoro personale, in relazione anche alla salute e alletà;
la stabile disponibilità di una casa di abitazione.
Il richiedente deve provare di non avere mezzi adeguati
Ma non solo. Come determinato ancora dalla Cassazione, toccherà dora in poi al coniuge richiedente lassegno dimostrare di non avere mezzi adeguati tali da poter essere economicamente indipendente.
Lex coniuge dovrà tenere conto dei quattro indici sopra indicati e allegare alla richiesta le prove della propria impossibilità a sostenersi economicamente. Se questo è relativamente facile per il possesso di case e redditi, la dimostrazione diventa ovviamente più delicata per quanto riguarda il terzo punto, ovvero la capacità effettiva di trovare un lavoro e percepire uno stipendio. Le allegazioni, secondo la Corte, devono essere “tempestive, rituali e pertinenti”. Fermo restando, in ogni caso, il diritto alleccezione e alla prova contraria dellaltro ex coniuge.
Come cambia il mantenimento dei figli?
Fa eccezione a quanto stabilito, come previsto dalla stessa sentenza della Cassazione, il mantenimento dei figli delle coppie divorziate. Questi non perdono infatti il diritto agli assegni in nessun caso: il loro mantenimento viene conteggiato a parte rispetto allassegno divorzile concesso allex partner.
Questo apre, però, una potenziale falla nella nuova interpretazione della Corte: anche in considerazione del fatto che le spese di mantenimento dei figli non vanno rendicontate, in caso di divorzio una donna a cui vengono assegnati i figli otterrebbe un notevole vantaggio anche in termini economici rispetto a una donna senza figli.
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