Arrivano in Italia i patti prematrimoniali

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L’arrivo in Italia dei patti prematrimoniali consentirà di stabilire prima la misura dell’assegno di mantenimento e la divisione della casa coniugale.

Oltre a questo, con la legalità anche in Italia dei sopra menzionati patti, due fidanzati prima di sposarsi potranno firmare un contratto dove si accordano sulle conseguenze di un’eventuale divorzio.

Questa sarebbe la conseguenza della riforma al codice civile contenuta nel disegno di legge delega presentata al Governo.

La riforma, della quale a dire il vero si parla ormai da molti anni, si prefigge come obiettivo il superamento del divieto che, in Italia, ha sino a oggi comportato la nullità di simili patti.

Una simile circostanza ha nel lato pratico impedito ai coniugi di calcolare prima i rischi della separazione e della fine dell’amore come, ad esempio, l’entità dell’assegno di mantenimento o l’assegnazione della casa coniugale, la divisione dei beni e degli arredi acquistati, la convivenza con i figli.

In questa sede si cercherà di parlare dei comportamenti che si potranno mettere in atto, al fine di capire che cosa si potrà fare quando il testo di legge verrà approvato e in che modo verranno modificate le abitudini familiari.

La natura del matrimonio

In Italia il matrimonio non è un contratto.

La sua natura viene considerata in qualità di una dichiarazione, fatta dagli sposi davanti a un ufficiale di Stato civile oppure davanti a un ministro del culto religioso, con la quale manifestano la volontà di costituire una famiglia.

Con la perfezione di questo atto, nasce un rapporto giuridico diretto a durare nel tempo, che per i coniugi comporta dei diritti e doveri.

Questo genere di rapporto si presenta diverso da quello che nasce da un contratto perché, nonostante possa essere sciolto in qualsiasi momento, ha regole diverse.

Non può essere regolato dalle parti ma esclusivamente dalle leggi dello Stato.

La previsione dei patti prematrimoniali ha come obiettivo il superamento di questa rigida ripartizione, oltre a consentire ai coniugi di stabilire prima le conseguenze di una eventuale separazione.

Gli stessi non potranno derogare ai diritti e doveri che, stando alla legge, competono loro durante il matrimonio.

Ad esempio non potranno fissare prima la frequenza dei rapporti sessuali, esonerare uno dei due coniugi dall’obbligo di contribuire ai bisogni della famiglia o dei figli o autorizzarsi in modo reciproco all’infedeltà.

Non avranno la possibilità in esclusiva.

Nell’ipotesi nella quale l’unione in questione debba disciplinarne le conseguenze.

I contenuti di questi patti non dovranno essere circoscritti in modo esclusivo al lato economico, vale a dire alla quantificazione del mantenimento e dei sussidi in favore di uno dei due coniugi, ma potranno anche essere relativi ai criteri per l’indirizzo della vita familiare e l’educazione dei figli.

I patti prematrimoniali al momento in Italia

In base a quello che sinora è stato scritto, si può dedurre che gli accordi prematrimoniali in passato non fossero presenti in Italia, mentre in altri Stati, in particolare quelli di cultura anglosassone, sono presenti da tempo e svolgono una funzione di deflazione delle controversie familiari e di divorzio.

In Italia la giurisprudenza ha da sempre sostenuto la nullità dei patti tra i coniugi conclusi durante il matrimonio o addirittura prima delle nozze, finalizzati a regolare la situazione in caso di divorzio, perché rivolti a viziare, oppure almeno  a circoscrivere, la libertà di difendersi nel giudizio, con ’irreparabile compromissione di un obiettivo di ordine pubblico come la tutela dell’istituto della famiglia.

In tempi recenti la Suprema Corte di Cassazione ha ritenuto validi alcuni accordi di contenuto patrimoniale stipulati tra coniugi in vista della separazione o del divorzio.

Ne costituisce un esempio l’accordo con il quale il marito, che durante il periodo del matrimonio ha sostenuto le spese per ristrutturare la casa di proprietà della moglie, in caso di separazione, si fa riconoscere la restituzione delle somme spese.

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I cambiamenti apportati con la riforma dei patti prematrimoniali

Con l’arrivo della riforma che il governo vorrebbe fare approvare in tempi non molto lunghi, il marito e la moglie potranno fissare prima le conseguenze della separazione e del divorzio.

In questo modo, i rapporti personali e patrimoniali potranno essere gestiti dalle parti in via consensuale, e lo faranno in un momento precedente l’eventuale crisi del rapporto, nel quale è più facile definire in modo consensuale l’assetto degli interessi di ognuno dei due coniugi.

In simili circostanze, i due coniugi avranno la possibilità di potere stipulare gli accordi, e attraverso gli stessi potranno sottoporre a regolamento anche le modalità relative all’indirizzo della vita familiare e all’educazione della prole.

Viene previsto un unico vincolo.

Il patto sul quale le parti si sono accordate, dovrà sempre risultare conforme alle norme imperative, ai diritti fondamentali della persona umana, l’ordine pubblico e il buon costume.

Questo potrebbe fare ritenere che ci sia una rinuncia completa al mantenimento, per coloro che non sono  in grado di mantenersi e hanno raggiunto una determinata età, non sarà lo stesso possibile.

In che modo agisce nei confronti di coloro che si sono sposati

La delega contiene in qualità di previsione, la possibilità di fissare degli accordi prematrimoniali anche per coloro che si sono sposati, prima della imminente riforma e vuole allo stesso modo  sfruttare la possibilità concessa dalla legge.

Le previsioni per le coppie omosessuali

In relazione alle coppie omosessuali che hanno posto in essere un’unione civile, si prevede lo stesso diritto.

In che modo funziona con i conviventi

Nella presente Epoca, le persone che convivono, si possono accordare sulle conseguenze della separazione.

Il decreto Cirinnà ha autorizzato i cosiddetti patti di convivenza, che rappresentano una specie di patti prematrimoniali relativi alle coppie di fatto.

Dott.ssa Concas Alessandra

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