Arricchimento senza causa e Pubblica Amministrazione (Sezioni Unite)

La Cassazione rimette alle Sezioni Unite il tema dell’azione di arricchimento senza causa nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (P.A.).

Chiara Schena 21/01/25

Un caso recente ha portato alla ribalta un tema delicato e complesso: l’azione di arricchimento senza causa nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (P.A.). La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 1284/2025, ha sollevato tre questioni di particolare rilevanza giuridica, rimettendole alle Sezioni Unite per un chiarimento definitivo.

Indice

1. Il caso concreto


La vicenda nasce dalla fornitura di acqua da parte del Comune di Bojano senza un contratto scritto. Dopo il mancato pagamento dei canoni, il Comune ha emesso un’ingiunzione di pagamento, dichiarata nulla in primo grado. In appello, però, è stata accolta una domanda subordinata di arricchimento senza causa, obbligando l’utente a versare una somma considerevole.

2. Tre questioni chiave per le Sezioni Unite


L’ordinanza pone tre interrogativi fondamentali:

  • Nullità formale e arricchimento senza causa
    È compatibile l’azione di arricchimento con la nullità per mancanza della forma scritta nei contratti pubblici? L’ordinanza sottolinea come le norme sulla forma scritta, poste a tutela dell’art. 97 Cost., siano di natura imperativa e quindi teoricamente ostative all’azione di arricchimento.
  • Ruolo della P.A. come “impoverito”
    La Corte si interroga su una prospettiva inusuale: la possibilità che sia la P.A., anziché il privato, ad agire come parte impoverita. Questa questione è poco esplorata in giurisprudenza.
  • Rapporto tra arricchimento senza causa e ripetizione dell’indebito
    Si discute se l’esistenza del rimedio della ripetizione dell’indebito (art. 2033 c.c.) precluda, per il principio di sussidiarietà, il ricorso all’azione di arricchimento.

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3. Dubbi sulla nullità formale dei contratti pubblici


L’ordinanza solleva critiche a una recente interpretazione della Cassazione (n. 7178/2024), che esclude le nullità formali dei contratti pubblici dalle violazioni di norme imperative ostative all’azione di arricchimento. La Corte evidenzia il rischio di creare un paradosso giuridico, dove la violazione delle regole sulla forma scritta potrebbe avvantaggiare l’amministrazione, permettendole di ottenere quanto non potrebbe contrattualmente.

4. Conclusioni


La futura pronuncia delle Sezioni Unite avrà il compito di chiarire i confini tra i diversi rimedi restitutori in caso di nullità contrattuale e di definire l’applicabilità dell’azione di arricchimento in tali contesti. Questo intervento sarà cruciale per garantire un equilibrio tra la tutela degli interessi pubblici e il rispetto delle regole contrattuali, evitando ingiustificate disparità di trattamento.

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Chiara Schena

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