Ape volontaria, quando entra in vigore?

Redazione 20/10/17
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L’Ape volontaria che permette di andare in pensione in anticipo a 63 anni è entrata in vigore. O forse no. Meglio: il decreto attuativo della misura è stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì 17 ottobre, regolamentando di fatto i requisiti di accesso e le clausole dell’Ape, ma l’anticipo non può ancora partire perché mancano gli accordi con le associazioni di banche e assicurazioni (Abi e Ania). Tali intese dovranno essere perfezionate entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto, ma di fronte a tutti i ritardi a cui l’Ape ci ha abituato non ci si aspetta una partenza dell’anticipo prima del 2018.

 

Mancano gli accordi con banche e assicurazioni

Il tanto atteso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che doveva dare attuazione all’Ape volontaria è quindi finalmente in vigore, ma per l’attivazione della misura manca ancora un ennesimo tassello. E un tassello decisamente importante, considerato che gli accordi tra i ministeri dell’Economia e del Lavoro e le associazioni Abi e Ania dovranno definire nei dettagli i costi dell’operazione e le caratteristiche del finanziamento con rimborso ventennale necessario per la concessione della pensione anticipata. Le intese con banche e assicurazioni dovranno stabilire anche come funzionerà la polizza caso morte che dovrà essere sottoscritta dai futuri pensionati.

Mancano, in sostanza, tutti i dettagli economici, incluse le previsioni dei costi per i lavoratori. L’intesa, come detto, dovrà essere raggiunto entro un mese; successivamente, si dovrà attendere (si spera per poco) la circolare operativa dell’Inps. Solo allora i lavoratori potranno inviare richiesta per l’Ape volontaria. Facendo un paio di calcoli, si può facilmente ipotizzare che i primi assegni non saranno erogati prima del 2018.

 

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Definiti ufficialmente i requisiti d’accesso

Cosa è stabilito, quindi, nel decreto attuativo pubblicato il 17 ottobre?

Innanzitutto, quali sono i requisiti per poter ottenere l’Ape volontaria. Possono accedere all’anticipo pensionistico i lavoratori (dipendenti o autonomi) che hanno almeno 63 anni e almeno 20 anni di contributi. Per colmare il periodo massimo di 3 anni e 7 mesi che li separa dalla pensione di vecchiaia i lavoratori richiedenti devono ottenere un prestito dalle banche che dipende dalla misura dell’anticipo e dalla percentuale di contributi che intendono farsi coprire.

L’anticipo dovrà poi essere restituito alle banche, tramite Inps, con rate mensili per 20 anni. È per questo che per ottenere l’Ape volontaria la pensione futura dovrà essere pari ad almeno 1,4 volte l’importo di quella minima.

Ape volontaria e sociale, il grande ritardo

Molti di questi dettagli, ad eccezione di quelli economici, si conoscevano già da settimane e mesi. Eppure il tanto celebrato anticipo pensionistico, che avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello della Legge di Stabilità 2017, è in grave ritardo su tutti i fronti. L’Ape sociale, che permette ai lavoratori in condizioni particolarmente disagiate di andare in pensione a 63 anni senza prestiti e rate, è partita in ritardo di “solo” un mese o poco più. Per l’Ape volontaria, come detto, si parlerà probabilmente del 2018.

Una nota positiva però c’è: come già accaduto per l’Ape sociale, il Consiglio di Stato ha stabilito che l’Ape volontaria debba essere retroattiva. Dunque, gli aventi diritto potranno beneficiare in ogni caso anche delle rate arretrate a partire dal 1° maggio 2017.

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