Ape volontaria, decreto firmato: guida alle novità

Redazione 06/09/17
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Ci siamo: il decreto attuativo dell’Ape volontaria è stato finalmente firmato dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. La notizia è arrivata ieri pomeriggio via Twitter: adesso manca solo l’ultimo passaggio alla Corte dei Conti e poi arriverà la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Arriva la possibilità della pensione a 63 anni per tutti, quindi, e l’inizio della misura sarà retroattivo al 1° maggio 2017. Non mancano però i problemi, incluse le intese finali con le banche e le assicurazioni.

Ma andiamo con ordine e vediamo quali saranno tutte le novità dell’Ape volontaria.

 

Ape volontaria, si parte tra un mese

Tra fine settembre e inizio ottobre: sono queste le date che sembrano più probabili per l’effettivo avvio dell’Ape volontaria. Non tanto per la pubblicazione del decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale –che come abbiamo visto è imminente– quanto per la mancanza di un accordo quadro con Abi e Ania (le banche e le assicurazioni) per definire il tasso di interesse sul finanziamento e la misura del premio assicurativo che copra il rischio di premorienza.

Il tasso di interesse, in particolare, è un aspetto cruciale e problematico del provvedimento: inizialmente stimato dal Governo al 2,5%, salirà quando l’Ape sarà finalmente varata al 3,5%. Le condizioni del mercato sono infatti cambiate, e –paradosso che lascia perplessi– continueranno con ogni probabilità a peggiorare nei prossimi mesi. In altre parole, il tasso di interesse quasi sicuramente aumenterà in futuro, dunque chi chiederà l’anticipo pensionistico prima dovrà pagare meno.

 

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Possibile chiedere gli arretrati dal 1° maggio

È ufficiale: così come già accaduto per l’Ape social, anch’essa partita con forte ritardo, i lavoratori che hanno maturato i requisiti per l’anticipo pensionistico tra maggio 2017 e l’entrata in vigore del nuovo decreto potranno richiedere tutti gli arretrati a partire dal 1° maggio. Sarà sufficiente inviare la richiesta entro 6 mesi dall’avvio dell’Ape.

Ricordiamo che l’Ape volontaria permetterà ai lavoratori dipendenti e autonomi di andare in pensione a 63 anni, e quindi fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi prima della normale pensione di vecchiaia, se avranno accumulato almeno 20 anni di contributi. Il prestito, però, non è gratuito: i beneficiari devono chiedere un anticipo alle banche da restituire a rate in 20 anni, a partire dalla data di raggiungimento della pensione. Ecco quindi il tasso di interesse. Che però, annuncia il Governo, potrà in molti casi ridursi per effetto della detrazione fiscale sull’Ape al 50%.

Ape volontaria ed età pensionabile

Molto importanti anche le considerazioni da fare sull’aumento dell’età pensionabile. Come noto, dopo il pareggio a 66 anni e 7 mesi per tutti nel 2018, già nel 2019 si potrà andare in pensione solo a 67 anni. Cinque mesi in più, quindi, che ovviamente peseranno sull’anticipo Ape.

Ebbene, il nuovo Dpcm firmato da Gentiloni prevede un “opzionale” finanziamento supplementare che tenga in conto dei 5 mesi aggiuntivi e faccia ovviamente aumentare l’importo della rata mensile da restituire. Sembrerebbe che, appunto, la clausola sia opzionale e che ai lavoratori che decidano di non servirsene sarà comunque garantita l’uscita a 63 anni. Si tratta, però, di un punto che desta diverse perplessità e sul quale stanno discutendo i sindacati.

Redazione

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