Ai nastri di partenza il processo civile telematico: tempi più brevi per la giustizia civile, riduzione dei costi e snellimento delle procedure

Redazione 20/12/12
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Anna Costagliola

Il Ministro della giustizia, Paola Severino, ha presentato ieri a Roma il progetto di diffusione del Processo Civile Telematico (PCT), un sistema di gestione digitale del processo civile che dematerializza integralmente i flussi informativi e di comunicazione tra uffici giudiziari, legali e altri professionisti.

L’iniziativa è destinata a rivoluzionare le attività dei Palazzi di Giustizia di otto Regioni del Mezzogiorno con una riduzione dei tempi, dei costi e uno snellimento delle procedure. L’informatica è infatti uno strumento fondamentale per ridurre i costi (pensiamo al risparmio nell’uso della carta e negli spostamenti di atti, persone, mezzi), semplificare le interazioni tra i soggetti, organizzare (e ri-organizzare) il lavoro.

Se nel mondo della giustizia, un mondo dominato dai passaggi di carte e dal loro accumulo, sono stati realizzati passi importanti, tuttavia ce ne sono ancora altri da compiere. Il progetto in questione prevede la totale digitalizzazione delle notifiche di cancelleria in 80 Tribunali e Corti di appello, la digitalizzazione dei decreti ingiuntivi in 23 Tribunali, insieme ad interventi di assistenza, con la previsione di un monitoraggio dei risultati conseguiti per i soggetti coinvolti. Con il PCT, in particolare, le informazioni e gli atti degli uffici giudiziari saranno prodotti digitalmente e veicolati in automatico ai destinatari, alimentando le banche dati, aggiornando lo stato di avanzamento dei procedimenti di contenzioso civile e supportando i processi decisionali e la produzione di altre informazioni e atti.

Sono dunque tre le linee di azione su cui ci si muove, rispettivamente dedicate a:

a) digitalizzazione delle notifiche di cancelleria in 80 Tribunali e Corti di appello. In tal modo si intende essenzialmente garantire la tempestività dell’informazione giudiziaria, mediante l’azzeramento dei tempi «morti» della procedura di notifica, la certezza legale della conoscenza dell’informazione giudiziaria, nonché l’abbattimento dei costi di gestione amministrativa;

b) digitalizzazione dei decreti ingiuntivi in 23 Tribunali, realizzandosi così una riduzione dei tempi complessivi di emissione del decreto;

c) monitoraggio e comunicazione dei risultati ed azione di accompagnamento all’intervento sia per la messa in opera sia per la sensibilizzazione degli stakeholder e degli utilizzatori del servizio.

In particolare, per le notifiche telematiche si mira ad una riduzione significativa dei tempi di consegna tra una fase e l’altra del procedimento di contenzioso civile, azzerando i rinvii di udienza determinati da mancata notificazione, oltre che ad una riduzione dei costi di gestione amministrativa, sia per l’ufficio interessato sia per i legali difensori delle parti.

Per i decreti ingiuntivi telematici, invece, gli obiettivi perseguiti tendono a una riduzione fino al 50-60% dei tempi di emissione del decreto, ad una riduzione dei costi di gestione e produzione del provvedimento, nonché ad un effetto positivo sull’economia del territorio, in quanto il contenzioso sotteso ai ricorsi per decreto ingiuntivo riguarda in particolar modo problematiche legate ai mancati pagamenti di prestazioni e servizi e alla mancata consegna di beni.

Tutta l’attività progettuale sarà accompagnata da un’analisi dei modelli organizzativi adottati dagli uffici giudiziari e dagli ordini professionali per diffondere e gestire i flussi di lavoro telematici, con lo scopo di rendere pubbliche e replicabili quelle soluzioni che siano in grado di massimizzare i risultati in termini di efficienza ed efficacia. Sarà data, inoltre, particolare attenzione ai rapporti con gli stakeholder, anche con incontri sul campo.

Nelle intenzioni del Ministro, l’attuazione del descritto progetto di digitalizzazione della giustizia tende, pertanto, ad un recupero di efficienza e ad una riduzione dei costi di produzione delle comunicazioni e degli atti processuali, insieme ad una riduzione delle fasi di lavoro amministrativo, sia per gli uffici giudiziari che per gli studi legali, e ad un innalzamento del livello di utilizzo dei sistemi digitali e telematici. Ciò al fine precipuo di creare una forte sinergia tra uffici giudiziari, magistrati ed avvocati nella modernizzazione del lavoro forense.

Redazione

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