Per un’analisi economica del sistema giuridico (parte II)

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Nel rapporto tra valori e analisi economica del diritto non si deve scordare il rapporto tra domanda e offerta su cui il diritto in particolare civile si fonda nel suo insieme a partire dall’aspetto contrattuale, l’equilibrio tra domanda e offerta che la stessa domanda di giustizia nella sua conflittualità ricerca, è resa complessa dall’esigenza di dare delle priorità tra i vari bisogni da soddisfare, dalla natura dei bisogni riconosciuti che sono sempre più diffusi ed eterogenei, dal progresso scientifico e tecnologico che li supporta e infine dalla convenienza di chi agisce nell’offerta dei servizi, vi sono dei rapporti di costi e capacità di spesa che nel favorire la domanda di giustizia abbassando il prezzo dell’offerta possono ottenere effetti contrari di aumento della conflittualità nel sistema giustizia, una richiesta di certezza che non diventi inflazione.

Molti mercati sono delimitati da vincoli di tempo e spazio che la tecnologia tende a modificare innestandosi sull’orientamento personale dell’osservatore-legislatore, rimanendo costanti tutti gli altri elementi vi è una relazione o curva di domanda tra prezzo di mercato e quantità richiesta, non può escludersi un effetto sostituzione all’aumentare dei costi, le componenti principali della domanda sono i valori (V) (gusti) ed i bisogni individuali (Bi) (V, Bi) = f (D), D = diritti, i quali influenzano la domanda individuale, vi sono tuttavia altri fattori che influenzano la domanda in relazione al prezzo, ovvero il reddito medio del consumatore (R), la facilità di accesso e la dimensione del mercato (M), la disponibilità (Di) e i prezzi di alternative (P), elementi soggettivi oltre i valori e i bisogni individuali già indicati sono le influenze ambientali (Ia):  (V, Bi, Ia, R) = f (D,M,P,Di).

Nell’offerta si deve considerare “la legge dei rendimenti decrescenti” per cui i costi necessari per una maggiore quantità a parità degli altri fattori sarà necessariamente crescente, il costo di produzione è tra i principali fattori nell’offerta esso è determinato soprattutto dai prezzi dei fattori produttivi e dal progresso tecnologico, se si ribalta all’interno del sistema di produzione l’offerta del prodotto giustizia si vede chiaramente che persistono dei vincoli esterni superabili solo in parte da una migliore organizzazione produttiva, d’altronde non può sottacersi l’ambiguità stessa che ogni norma contiene in sé nel suo doppio livello interpretativo, il primo relativo propriamente alla norma in sé nel suo significato, il secondo alla sua sempre possibile strumentalizzazione che ne devia il significato originale svuotandolo di senso per il sistema nel suo insieme il quale ne viene squilibrato.

Abbiamo parlato di valori,  bisogni individuali e influenze ambientali, tutti elementi che possono anche essere interpretati quali momenti di controllo sociale che una comunità od elite impone, ma possono esprimersi anche in termini etici come onore, onorabilità o in senso più lato responsabilità, secondo una linea che risale al pensiero filosofico aristotelico e più in generale greco, tutti elementi che contengono una variabile repressiva necessaria al suo funzionamento e che per questo è stata anche interpretata nel ‘900 negativamente in termini di conformismo, quello che comunque ai nostri fini ne risulta è un auto-controllo quale conseguenza del controllo sociale, il suo venire meno si risolve nella necessaria sostituzione con una fase repressiva che permetta di impedire il godimento dei frutti della violazione delle regole sia con la loro espropriazione che con la loro inutilizzazione mediante reclusione, si ha pertanto l’accentuarsi accanto all’aspetto civilistico della fase penale con la relativa crescita dei costi, l’ampliarsi della dimensione del mercato della giustizia e con la conseguente possibile diminuzione di domanda per i redditi inferiori tanto nel penale che nel civile a cui si risponde con offerte a costi minori mediante riorganizzazioni e anticipi.

 

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