Sono purtroppo molto frequenti casi di truffa perpetrata ai danni di persone anziane.
Il modus operandi, di norma, consiste nella ricezione di una telefonata da un familiare, dicendo che è stato trattenuto in caserma; che, per essere liberato, si deve pagare una somma di danaro, per concludersi con l’arrivo di un sedicente carabiniere in borghese che viene a prelevare i soldi. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025“, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon
Indice
1. I dati statistici sui casi di truffa agli anziani
Orbene, una condotta criminosa di questo genere non rappresenta purtroppo una novità nel panorama criminali.
Difatti, come emerge dai dati del Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’interno (fonte: eurispes), il numero delle vittime di truffa over 65 registra nel 2024 registra un sensibile aumento (+5.782 casi), passando dai 37.108 casi del 2023 a 42.890 (+15,58%), fermo restando che la fascia più colpita è quella tra i 65 e i 70 anni di età. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon
2. Gli strumenti di contrasto
Orbene, ad avviso di chi scrive, questo allarmante fenomeno criminale non può essere risolto solo ed esclusivamente sotto il piano repressivo.
Sebbene, infatti, nel nostro ordinamento giuridico, sia prevista un’apposita aggravante comune nel caso in cui il reato, qualunque esso sia (e, dunque, pure quello di truffa) sia commesso, profittando delle circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa (art. 61, co. 1, n. 5, cod. pen.), mentre, per quanto concerne l’art. 640 cod. pen., è stabilito, tramite un apposito comma, che, qualora ricorra la circostanza appena menzionata, la pena per il reato di truffa è quella della reclusione da due a sei anni e della multa da euro 700 a euro 3.000, questa normativa, di per sé considerata, non sembra essere sufficiente per contrastare siffatta pratica criminogena essendo necessario, per colui che scrive, che siano approntate anche valide misure di ordine preventivo.
Ebbene, in tale ottica, appaiono del tutto encomiabili le attività di sensibilizzazione poste in essere dalle forze dell’ordine, con le quali si informano le persone anziane sul rischio di potere essere vittime di codesti raggiri.
Infatti, operazioni di questo tipo, rendendo edotti gli anziani su come vengono posti in essere siffatti illeciti penali, possono contribuire a stroncare sul nascere la commissione di fatti criminosi che generano giustamente, per la tipologia delle persone che ne possono essere colpiti (soggetti fragili), un diffuso disvalore sociale.
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3. Conclusioni
La lotta alle truffe contro gli anziani dovrebbe rappresentare, per colui che scrive, un obiettivo prioritario, tra quelli che la politica dovrebbe prefiggersi sul piano della lotta al crimine.
Raggirare un soggetto fragile, quale può essere una persona anziana, difatti, rappresenta un qualcosa non tollerabile per una società civile, che possa definirsi effettivamente come tale.
L’auspicio è quindi quello che si adottino tutte le misure necessarie, penali e non, per raggiungere effettivamente siffatto obiettivo.
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