Con l’obiettivo di agevolare l’adeguamento da parte delle imprese e rafforzare al contempo la competitività del mercato unico, il Parlamento europeo ha approvato, nella seduta di giovedì 3 aprile, il rinvio delle scadenze previste per l’attuazione delle nuove normative in materia di dovere di diligenza e rendicontazione di sostenibilità. Il provvedimento, noto come “Stop the clock”, è stato sostenuto con 531 voti favorevoli, 69 contrari e 17 astensioni, ed è parte integrante del pacchetto “Omnibus I” proposto dalla Commissione europea lo scorso 26 febbraio.
Il testo mira a dare più tempo alle imprese per adeguarsi agli obblighi introdotti dal diritto dell’Unione, tenendo conto della complessità delle misure e dell’impatto organizzativo richiesto. In un contesto regolatorio in rapida evoluzione, l’UE privilegia così un approccio più graduale, fondato su una tempistica estesa per la trasposizione e l’adempimento degli obblighi normativi. Per approfondire su questi temi, abbiamo organizzato il corso Criteri ESG e Corporate Governance, e abbiamo pubblicato il Codice della normativa ESG: Le fonti Europee e Nazionali – Aggiornato al cd. “Decreto Omnibus”, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
Indice
1. Proroga delle scadenze per il dovere di diligenza
Le norme sul dovere di diligenza mirano a rendere le imprese responsabili dell’impatto delle loro attività sulle persone e sull’ambiente, imponendo l’adozione di misure volte a prevenire, mitigare o porre rimedio agli effetti negativi lungo l’intera catena del valore.
Secondo il nuovo calendario approvato dal Parlamento, gli Stati membri dell’UE avranno tempo fino al 26 luglio 2027 per recepire nella legislazione nazionale la direttiva. Il posticipo di un anno si riflette anche sull’applicazione concreta da parte delle aziende: le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro nell’UE, così come le società extra-UE con fatturato equivalente nel mercato europeo, vedranno slittare l’obbligo di conformità al 2028, anziché al 2027.
La stessa scadenza si applicherà anche alla seconda ondata di soggetti obbligati, ovvero le imprese con più di 3.000 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 900 milioni di euro, incluse quelle extra-UE attive nel territorio europeo con volume d’affari equivalente.
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2. Slittamento della rendicontazione di sostenibilità
Parallelamente al rinvio sull’attuazione del dovere di diligenza, l’Europarlamento ha approvato anche il posticipo degli obblighi derivanti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La normativa prevede l’obbligo per le imprese di pubblicare informazioni relative alle performance ambientali, sociali e di governance (ESG), in un’ottica di trasparenza e accountability verso gli stakeholder.
Le imprese con più di 250 dipendenti, incluse nella seconda e terza ondata di soggetti interessati, dovranno redigere per la prima volta i report di sostenibilità nel 2028, riferiti all’anno finanziario precedente, e non più nel 2026 come previsto inizialmente.
Il differimento di un ulteriore anno è stato stabilito per le PMI quotate, che dovranno adeguarsi a partire dal 2029. Questo duplice rinvio consente alle imprese di calibrare meglio le risorse interne, predisporre adeguati assetti organizzativi e affrontare gli obblighi di rendicontazione con strumenti conformi agli standard europei, ancora in fase di consolidamento. Per supportare il professionista, abbiamo pubblicato il Codice della normativa ESG: Le fonti Europee e Nazionali – Aggiornato al cd. “Decreto Omnibus”, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon.
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3. Verso una semplificazione normativa
Il provvedimento “Stop the clock” rappresenta uno degli interventi cardine del pacchetto di semplificazione normativa dell’UE. In particolare, si colloca nel solco della strategia europea volta a rendere più accessibili e graduali le misure legislative, senza comprometterne l’efficacia in termini di tutela dei diritti umani e ambientali.
Il rinvio delle scadenze si accompagna a una più ampia revisione del contenuto e dell’ambito di applicazione delle direttive, già oggetto di esame presso la Commissione Affari giuridici (JURI) del Parlamento. Il percorso di approvazione della proposta è stato accelerato mediante procedura d’urgenza e resta ora in attesa del voto formale del Consiglio, che ha già espresso sostegno al medesimo testo nella seduta del 26 marzo 2025.
Per i professionisti coinvolti nella consulenza alle imprese e nella governance ESG, la proroga rappresenta un’opportunità per anticipare l’adeguamento, rafforzare la compliance interna e strutturare piani di transizione sostenibile in linea con le scadenze aggiornate.
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