Separazione e conto cointestato

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Quando una coppia di coniugi si separa, tra i beni da dividere ci potrebbe essere anche un conto corrente cointestato, che va ripartito tra di voi in parti uguali.
Se nel conto ci sono mille euro, 500 andranno alla moglie e 500 al marito.
Questo vale sia quando la coppia è in regime di comunione dei beni sia quando è in regime di separazione dei beni, ma in questo caso con una deroga.

In caso di separazione, il conto intestato a un unico intestatario oppure è cointestato va diviso in parti uguali.

Ad esempio, se il conto corrente è intestato al marito oppure è cointestato al marito e alla moglie, perché la stessa possa effettuare le operazioni allo sportello o al bancomat, al momento della separazione l’eventuale residuo presente sul conto andrà ripartito a metà tra i due.

Se la coppia che si separa è in regime di separazione dei beni, il conto intestato a uno dei coniugi resta di proprietà dello stesso e non andrà diviso.
In caso contrario il conto corrente cointestato andrà diviso in quote uguali.

La disciplina del conto corrente cointestato

In base alla nostra legge, il conto corrente cointestato si presume appartenga a metà a ciascuno dei due coniugi.
In questa ipotesi, a differenza della coppia in comunione dei beni, è consentito a uno dei due coniugi di dimostrare il contrario, vale a dire che il deposito è stato costituito in modo esclusivo con i suoi soldi.
Se il marito riesce a provare che il conto corrente è stato alimentato in modo esclusivo con il versamento delle mensilità del suo stipendio, depositato in banca dal datore di lavoro o con il denaro che proviene da un’eredità, ma che lui aveva deciso di intestare il rapporto bancario anche alla moglie perché lei provvedesse alle spese di gestione familiare, potrà rivendicare la proprietà integrale delle somme, il saldo attivo non andrà diviso.
In caso di disaccordo tra i coniugi, la dimostrazione della proprietà esclusiva del denaro presente in conto corrente deve essere fornita al giudice della separazione.
Se ci dovesse essere il pericolo che il coniuge cointestario prelevi indebitamente delle somme di denaro dal conto corrente comune prima della pubblicazione della sentenza di separazione, l’altro coniuge può chiedere al giudice il sequestro del conto stesso.
Se durante il matrimonio, uno dei due coniugi ha prelevato più della metà del denaro dal conto cointestato, all’atto della separazione dovrà restituire all’ex la metà di questo denaro, a meno che dimostri di avere speso i soldi per la famiglia.
A questa conclusione è arrivata la Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 20457/16 dell’11ottobre 2016.
Secondo gli Ermellini, se il coniuge che ha prelevato i soldi dal conto corrente cointestato non prova che ha li ha spesi per la famiglia, quando si scioglie la comunione, dovrà essere condannato a restituire le somme.

 

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