Relazioni organizzative tra organi dell’Amministrazione

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Le relazioni organizzative rappresentano quelle relazioni giuridiche che si instaurano tra gli organi della pubblica amministrazione al fine di perseguire l’azione amministrativa.
Le relazioni possono essere di tre tipi.
a)  Relazioni infrastrutturali che intercorrono tra uffici della stessa struttura o area;
b)  Relazioni interorganiche che intercorrono tra strutture che fanno capo ad amministrazioni che non sono dotate di personalità giuridica;
c)  Relazioni intersoggettive se il rapporto riguarda strutture facenti capo ad amministrazioni dotate di personalità giuridica.
La relazione tra gli organi può essere di coordinamento, direzione, gerarchia e controllo[1].

Indice

1. Coordinamento

Il coordinamento rappresenta il potere di coordinare ed armonizzare l’attività degli uffici nel rispetto di un disegno coerente e predeterminato nel rispetto di un risultato da conseguire di interesse comune. Difatti, il coordinamento assume rilievo nel momento in cui ci si trovi dinanzi ad organi sullo stesso piano[2]. Il più delle volte, il modello di coordinamento si attua con organi collegiali e comitati in cui convergono i soggetti interessati.

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2. Gerarchia

La gerarchia rappresenta una relazione organizzativa che intercorre tra organi di una stessa pubblica amministrazione che sono posti in rapporto di reciproca sovra ordinazione e subordinazione[3]. In particolare, tale rapporto è esterno ed intercorre tra organi individuale e, pertanto, nel caso in cui è previsto un ricorso gerarchico avverso un provvedimento di una autorità collegiale, tale caso si configura come gerarchia impropria[4].
L’organo gerarchicamente superiore è investito di una serie di poteri da esercitare nei confronti dell’organo inferiore c.d. gerarchia in senso stretto[5].
Difatti, l’organo superiore ha poteri di ordine, di direttiva e di sorveglianza, decide sui ricorsi gerarchici, annulla d’ufficio e revoca gli atti dell’organo subordinato.
Nell’attuale struttura amministrativa si registra una progressiva sostituzione del modello di gerarchia in senso stretto con quello della direzione c.d. in senso lato[6]. In cui l’organo sovraordinato non impartisce ordini precisi ma direttive e, pertanto, indica gli obiettivi da raggiungere.

3. Direzione

La direzione rappresenta una relazione di sovra-subordinazione e si caratterizza per il fatto di creare un legame meno intenso rispetto alla gerarchia. Difatti, nel caso della direzione l’organo sovraordinato ha il potere di indirizzo ed emana direttive, nonché po’ controllare l’organo inferiore, ma non ha il potere di ordine[7]. Pertanto, ai destinatari del potere di direzione è rimandata comunque un’ampia autonomia di scelta in riferimento agli obiettivi prefissati, fermo restando la motivazione del discostamento rispetto agli indirizzi impartiti dall’organo superiore[8]. Il rapporto di direzione si evince principalmente nel rapporto tra Stato ed enti pubblici.

4. Il controllo amministrativo

Il controllo amministrativo rappresenta l’attività di verifica della conformità di un atto o di un’attività o di un comportamento di un organo, c.d. controllato, a determinati canoni o prescrizioni, ad opera di autorità interne od esterne, c.d. controllore, al fine di esprimere un giudizio, positivo o negativo e di adottare le conseguenti misure giuridiche[9].
Pertanto, possiamo dire che esiste un rapporto tra un soggetto controllore e un soggetto controllato e che vi è il potere, in capo al controllore, di verificare l’attività svolta dal controllato[10].
Il controllo può compiersi sugli atti singoli o sulle attività e deve svolgersi secondo dei parametri di riferimento che possono essere di legittimità, di merito, tecnici o di risultato.
I controlli possono essere distinti come interni, esterni, ispettivi, sostitutivi e repressivi.[11]
In particolare, sono controlli interni quelli svolti all’interno della stessa amministrazione, mentre i controlli interni sono svolti da un soggetto esterno.
I controlli c.d. ispettivi si risolvono in un’attività di vigilanza e di accertamento e possono essere precursori di una sanzione.
I controlli repressivi consistono nell’applicazione di una misura repressiva, come l’annullamento.
I controlli sostituitivi vengono in rilievo nel caso di omesso o ritardato esercizio delle funzioni da parte del soggetto controllato e consistono nell’esercizio delle stesse funzioni da parte del controllore ovvero da parte di un organo da lui nominato[12].

  1. [1]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  2. [2]

    Consales B., Laperuta L., Compendio di diritto amministrativo, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2021.

  3. [3]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  4. [4]

    Consales B., Laperuta L., Compendio di diritto amministrativo, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2021.

  5. [5]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  6. [6]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  7. [7]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  8. [8]

    Consales B., Laperuta L., Compendio di diritto amministrativo, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2021.

  9. [9]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  10. [10]

    Consales B., Laperuta L., Compendio di diritto amministrativo, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2021

  11. [11]

    Caringella F., Compendio di diritto amministrativo, Roma, Dike Giuridica Editore, 2022.

  12. [12]

    Consales B., Laperuta L., Compendio di diritto amministrativo, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2021.

Armando Pellegrino

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