Recensione a “Sui binari di un sogno”

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Sarà perché vengo da quattro giorni ad Amsterdam interamente visitata grazie ad un sistema di trasporti pubblici stupefacente; sarà perché mi sono spostato nei dintorni della bella città olandese con treni comodi e puliti, che arrivavano in orario. Sarà perché, qualche giorno dopo, ho sperimentato il paradosso di un Paese che aspira alla digitalizzazione dei propri servizi senza munirsi, nel contempo, degli strumenti idonei.

È capitato in una stazione italiana; avevo gli estremi del mio biglietto sul cellulare, ma il controllore non aveva lo strumento per “leggere” quelle informazioni. Ho dovuto trascrivere quei dati su di un foglio di carta e consegnarlo all’addetto.

Sarà per tutti questi motivi che il bel libro di Giacomo Palma – giovane professionista attivo nella progettazione architettonica – curato da Alberto Rossini – già Assessore alla mobilità (dal 2004 al 2009) nell’Amministrazione provinciale di Rimini, ed autore di volumi sul turismo e sul marketing territoriale – mi ha istintivamente colpito ed interessato.

Non un libro nostalgico su ciò che è stato (dunque, su ciò che non tornerà più), bensì un ragionato excursus del passato, propedeutico ad una nuova prospettiva che interessi l’ambito della mobilità nel riminese.

Un territorio – quello esaminato dai due Autori – in cui la questione della mobilità assume una valenza strategica, non solo rispetto ai problemi – che potremmo definire quasi strutturali – di traffico che, trasversalmente, affliggono le nostre città, ma anche rispetto alla forte vocazione turistica del territorio esaminato.

In tale direzione, il testo offre al Lettore uno studio rigoroso “di quelle stesse soluzioni oramai quasi del tutto cancellate dalla memoria, e della cultura ingegneristica e architettonica che le aveva rese possibili. Fondato poi sull’analisi obiettiva dello stato attuale del territorio e sulle possibilità concrete di riutilizzo dei vecchi sedami ferroviari rispetto a diverse destinazioni”[1].

Ma anche una ideale traccia di un possibile futuro, strutturata dall’attuale Assessore alla mobilità, lavori pubblici e qualità urbana del Comune di Rimini, Juri Magrini, al cui interno si afferma l’auspicio di una “nuova cultura della mobilità, una dimensione che coniughi l’idea di Rimini – Città mobile senza auto con quella di Rimini – Terra di incontro. Ciò esige un approccio nuovo alle modalità di spostamento delle persone e delle cose, basato sul principio che si possa fare a meno dell’automobile, non in termini di divieto al suo utilizzo, perché magari ingombrante, rumoroso o inquinante, ma perché si vuole perseguire l’obiettivo di costruire un sistema di mobilità locale in grado di offrire concrete e valide alternative di trasporto”[2].

Una considerazione generale sul libro. Certi testi – per lo stesso argomento che trattano – potrebbero essere considerati “di nicchia”. Naturalmente destinati ad un pubblico di addetti ai lavori. Non è così per il libro in esame che – pur declinando all’esterno un argomento attuale quanto difficile nella comprensione – riesce a dialogare, complice anche un nutrito apparato fotografico e documentale di sicuro impatto, con un pubblico trasversale e vario.

Un libro adatto a tutti, anche ai giovani. Che potranno fruire di un ideale salto nel passato, casomai in modalità digitale[3], per immaginare un più concreto salto nel futuro.

 


[1] Dalla terza di copertina del volume.

[2] Juri Magrini (a cura di), Una sfida recente sulla mobilità. Le iniziative del Comune di Rimini, pag. 145.

[3] L’e-Book del testo è disponibile sul sito www.guaraldi.it.

Martello Stefano

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