Rassegna stampa di ottobre 2006

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  • I BENI CULTURALI DIVENTANO MATERIA PER LA SCUOLA SECONDARIA
Un nuovo spazio riservato all’educazione ai Beni Culturali nelle scuole secondarie di secondo grado. L’esperimento parte da Caserta e vede tra i protagonisti la Seconda Università degli Studi di Napoli con la convenzione stipulata con il Ministero della Pubblica istruzione. Le due Istituzioni, Ministero e Università, sulla base delle innovazioni intervenute recentemente in materia di organizzazione scolastica, hanno delineato, infatti, un nuovo spazio, riservato alla educazione ai Beni Culturali nelle scuole secondarie di secondo grado. Partendo da un dato oggettivo, la crescente attenzione che si registra nel mondo della scuola per i temi della conoscenza, conservazione e valorizzazione dei Beni culturali, il progetto offre una risposta concreta al problema occupazionale che investe i giovani laureati.
  • BAM – BIENNALE D’ARTE DEL PIEMONTE
L’intento finale e’ quello di realizzare una manifestazione che, con rigorosa scadenza biennale, sia in grado di documentare la realtà creativa piemontese, non solo relativamente al prioritario specifico delle arti visive, pittura, scultura, installazione, video, fotografia, ma, in esteso, a quello delle espressioni artistiche in generale: dalle arti applicate, soprattutto il design, alla progettazione architettonica ed urbanistica, l’editoria, il fumetto.
Svariate sono le possibilita’ offerte, in chiave di rilettura e di approfondimento di singoli autori e correnti, da un territorio ricco di storia come quello piemontese.
Il progetto nuovo si intitola “Arte in Piemonte 1975/1995". Esso consta nella obiettiva disamina di una fase cruciale per l’arte contemporanea : quella che dalla crisi del Concettuale entra in un lungo “fine secolo", per molti aspetti non ancora concluso, caratterizzato dapprima dal “ritorno alla pittura", disciplina osteggiata dai rigori concettualisti, per poi passare ad una stagione eclettica in cui la citazione delle esperienze dell’avanguardia novecentesca si coniuga alla necessità, per le giovani generazioni, ma anche per alcuni artisti più maturi in grado di sintonizzarsi acutamente sul presente, di confrontarsi con uno scenario sociale caratterizzato dall’invasività della tecnologia e dei nuovi “media".
  • PARCO DELLE CULTURE A VILLA BORGHESE
Dare vita ad un vero e proprio "Parco delle Culture": è ciò che per Villa Borghese stanno facendo Comune, Bioparco, Azienda Speciale Palaexpo e la società Zetema (ora a capitale interamente comunale). Un ampio programma di valorizzazione, tutela e marketing per ‘comunicare’ a turisti e cittadini il luogo e ciò che vi accade, in modo coordinato e dunque più efficace.
Il progetto comprende: il marchio ‘collettivo’ – adottato da Comune e aziende coinvolte – di Villa Borghese Parco delle Culture (il logo è stato ideato da Arké): un cuore verde, dato che Villa Borghese sta nel cuore di Roma e il suo perimetro, visto dall’alto, assomiglia ad un cuore; un sito Internet unificato, http://www.villaborghese.it/, dedicato interamente al parco, con tutte le informazioni per orientarsi al suo interno: indirizzi, mezzi pubblici per arrivare e spostarsi tra un punto e l’altro, notizie su attività e iniziative, servizi vari e una sezione esclusiva sulle attività per i bambini; una newsletter mensile inviata a chi si iscrive alla mailing list del sito; un programma bimestrale su carta in distribuzione gratuita a Villa Borghese e in tutta la città.
E ancora: nuova segnaletica, più chiara, per indicare luoghi e percorsi; nuove piante della Villa sul posto. Infine, da gennaio 2007, la card di Villa Borghese: realizzata da Gebart (la società che gestisce i servizi della Galleria Borghese), darà diritto a sconti e agevolazioni sugli eventi in corso nel Parco delle Culture.
  • RESTAURO E CONSERVAZIONE PRIVATA
Sono 40.000 in Italia gli edifici storici di proprietà privata. Per discutere della loro conservazione e degli obblighi dello Stato nei confronti di questo patrimonio storico artistico del Paese, si è tenuto a Roma il convegno La conservazione delle Dimore Storiche: un problema anche europeo. organizzato dall’ADSI – Associazione Dimore Storiche Italiane. Nella sede di Palazzo Colonna si è discusso del tema del restauro, portando ad esempio significativi restauri effettuati da privati di dimore storiche negli ultimi anni; inoltre si è affrontato il problema delle questioni economico fiscali inerenti il restauro, confrontandole con la realtà dei diversi stati dell’Unione Europea, anche in considerazione della legislazione europea in materia fiscale.
  • LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEI BENI CULTURALI
Su iniziativa dell’università di Siena e dell’Istituto di tecnologie applicate ai beni culturali (Itabc) del Cnr si svolge nella cittadina toscana di Campiglia marittima, dal 27 novembre al 2 dicembre 2006, la XVIIa edizione della scuola estiva di archeologia dal titolo “Exploring archeological landscapes”.
L’iniziativa vede la partecipazione di esperti qualificati a livello internazionale che illustrano i principi teorici della geofisica con particolare riferimento alle applicazioni estensive di archeologia finalizzate allo studio dei paesaggi pregressi. Una parte del corso è dedicata, inoltre, all’acquisizione di dati magnetici, radar e geoelettrici sul terreno, all’elaborazione e interpretazione Gis based.
La Scuola fa parte della “II conferenza internazionale di remote sensing archaeology, from space to place" che si svolge presso il Cnr di Roma dal 4 al 7 dicembre 2006; gli studenti ammessi alla Scuola potranno inoltre partecipare gratuitamente al convegno.
Finalità: incoraggiare lo studio delle scienze archeologiche attraverso l’ausilio dei nuovi strumenti messi a disposizione dalle tecnologie più recenti.
  • DIMORE STORICHE
Le dimore storiche “sono un patrimonio comune” che lo Stato “deve sostenere, con riconoscenza nei confronti di chi le conserva e non disincentivare”. Ospite di un convegno dell’ Adsi, l’associazione italiana delle dimore storiche, il vicepremier e ministro dei beni culturali Rutelli torna a ribadire il suo “no” alle tasse che qualcuno all’inizio dell’estate tentò di introdurre nella finanziaria. E ai proprietari riuniti a Palazzo Colonna, sottolinea “la volontà convinta del governo di mantenere la situazione attuale”. Mentre lancia l’idea di imitare Francia, Spagna e Scozia inserendo palazzi e ville in percorsi turistici organizzati. L’obiettivo, spiega Rutelli, e’ quello di far si che questo immenso patrimonio di cultura e storia (in Italia ben 40 mila edifici storici sono di proprieta’ privata) che lo stato ha giustamente vincolato non vada in rovina ma continui ad essere tutelato e conservato.
  • “LABORATORIO TUSCIA” IDEATO DA PHILIPE DAVERIO
Muove i primi passi il Laboratorio Tuscia, progetto culturale nato da una felice intuizione di Philippe Daverio, concepito l’estate scorsa, nel corso di un incontro tra il critico d’arte e l’assessore agli affari istituzionali Regino Brachetti, al quale partecipò anche il sindaco di Tuscania, Alessandro Cappelli.
La prima tappa del percorso che, nelle intenzioni degli ideatori, si pone l’obiettivo di trasformare la Tuscia in un laboratorio culturale, attraverso il quale promuovere e valorizzare quelle che Daverio ha definito le supereccellenze presenti nel Viterbese, sarà la realizzazione di un centro espositivo di arte contemporanea a Tuscania, annesso al museo etrusco situato presso il complesso di Santa Maria del Riposo.
L’amministrazione comunale ha già dato mandato a Michele Di Sivo di individuare lo studio di urbanistica contratta in grado di assecondare il progetto.
La peculiarità dell’iniziativa, infatti, è che l’operazione prevede l’intervento di partner privati. Oltre allo spazio espositivo, verrà realizzato un centro di promozione e formazione di arte moderna e contemporanea, al quale saranno chiamati a collaborare gli artisti di fama mondiale che vivono e lavorano nella zona di Tuscania.
A sovrintendere sulle attività del centro sarà lo stesso Daverio, tenendo così fede all’impegno assunto qualche mese fa, quando ha assicurato la sua piena disponibilità a collaborare alla realizzazione del progetto.
“Il professor Daverio ha indicato allora Tuscania, come uno punti da cui partire, ma ha anche sottolineato, ad esempio, l’unicità e la magia del castello di Roccarespampani, a Monteromano, o del Parco Archeologico di Vulci.
Quello di Tuscania non è quindi che il primo passo, per dare corpo e sostanza ad un’iniziativa che, anche grazie alla disponibilità di persone come il professor Daverio, può e deve concretizzare anni di parole” ha sottolineato l’assessore Brachetti.

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