Quanto guadagna un avvocato in Italia?

Scarica PDF Stampa
Una volta la professione dell’avvocato era una delle più ambite nel nostro Paese. Oltre al prestigio, a rendere particolarmente apprezzato questo ambito professionale era però il reddito: fare l’avvocato faceva guadagnare bene. Basti pensare agli studi legali di un decennio fa e oltre: generalmente arredati con gusto e con mobili di pregio, come a voler sottolineare la prosperità dell’attività stessa, al punto che più uno studio era ricco e meglio arredato, più l’avvocato era blasonato e quotato. Ma oggi le cose stanno ancora così? Assolutamente no, vediamo il perché.

Il boom degli avvocati in Italia

Il guadagno di un avvocato in Italia, oggi, si è decisamente ridimensionato rispetto a qualche anno fa, ma non diamo sempre tutte le colpe alla crisi. Ovviamente questo è comunque uno dei fattori dell’abbassamento del reddito dei legali, ma c’è un altro fattore che ha influito in modo molto più pesante su questa diminuzione dei guadagni: la concorrenza. Sì, perché negli ultimi tempi c’è stato un vero e proprio boom di avvocati in Italia, analizziamo meglio il contesto.

 

Volume consigliato:

In passato a scegliere la professione erano per lo più figli di avvocati o comunque di legali e notai, che dovevano portare avanti l’attività di famiglia. Del resto questi giovani, solitamente abbienti, avevano già uno studio (ben arredato) ad aspettarli e, cosa da non sottovalutare, avevano alle spalle una famiglia che poteva consentire loro di fare quel determinato percorso di studi, ovvero, avevano le possibilità economiche. Sovente le università erano solo nelle grandi città, e dunque solamente chi aveva un certo budget poteva permettersi di andare in trasferta per tutto il tempo necessario. Per questa serie di motivi gli avvocati erano pochi e potevano guadagnare cifre davvero interessanti.

Oggi, invece, le università sono decisamente più accessibili per tutti, anche per chi non ha famiglie prestigiose o abbienti. Ecco che tanti giovani, un po’ per vero amore verso questa professione, un po’ – e perché no – attratti dai guadagni elevati, hanno scelto la strada dell’avvocatura. Nel giro di pochi anni, quindi, si è arrivati ad avere un numero di avvocati decisamente sproporzionato rispetto alla popolazione e questo, come è facile immaginare, ha contribuito, assieme alla crisi, al ridimensionamento drastico delle parcelle.

Tutti possono permettersi un avvocato

In Italia, in media, ci sono 4 avvocati ogni mille abitanti, concentrati per lo più al sud del Paese. Questi numeri si traducono inevitabilmente con un eccesso di offerta rispetto a quella che è la domanda e dunque da qui si evince facilmente che gli onorari degli avvocati sono diminuiti in modo drastico. Chiaramente per chi ha necessità di un legale questo è un vantaggio, dato che tutti, ormai, possono permettersi un consulto senza più avere timore di dover spendere cifre improponibili.

E nel resto d’Europa?

I compensi di un avvocato italiano sono quindi molto lontani da quelli dei colleghi statunitensi o del Regno Unito, anche perché l’organizzazione degli studi legali è differente, ma soprattutto vi sono molte più multinazionali che richiedono l’assistenza di un legale aziendale, civilista o anche penale, ma nel resto d’Europa? Diciamo solo che, per esempio, in Germania ci sono circa 191 avvocati ogni 100 mila abitanti, in Francia addirittura 84 ogni 100 mila, quindi i compensi sono decisamente più elevati essendoci chiaramente una concorrenza minore. Non si parli poi dei Paesi del nord Europa dove non è tanto il numero degli avvocati a influire sui loro guadagni quanto la possibilità di lavorare con aziende particolarmente grandi e articolate che fanno lievitare il fatturato.

Agli avvocati italiani dunque non resta che trovare dei settori di nicchia o di aumentare la competitività migliorando le prestazioni e l’organizzazione del lavoro, in modo da poter emergere e farsi scegliere da target ben selezionato a seconda del proprio ramo di competenza.

Davide Venturini

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento