Privacy/pazienti: ricette mediche sempre in busta chiusa

Redazione 18/11/14
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Biancamaria Consales

È questo in sintesi il contenuto del comunicato diffuso dal Garante per la privacy, Antonello Soro, rivolto essenzialmente al Presidente della federazione italiana medici di medici generale (Fimmg), e finalizzato a sedare la profusione di allarmi ingiustificati in merito a presunti divieti posti dalla Autorità Garante.

Dunque, nessun problema per le ricette in farmacia o nelle sale d’attesa degli studi medici, purché siano consegnate in busta  chiusa.
Infatti, è senza dubbio lesivo della privacy dei pazienti il lasciare ricette e certificati alla portata di chiunque o perfino incustodite, in vaschette poste sui banconi delle farmacie o sulle scrivanie degli studi medici.

Il Garante ha, poi, precisato che le procedure, in vigore già da tempo, consentono ai medici di lasciare ai pazienti ricette e i certificati presso le sale d’attesa dei propri studi o presso le farmacie, senza doverglieli necessariamente consegnare di persona. Per impedire la conoscibilità da parte di estranei di dati delicati, come quelli sanitari, è tuttavia indispensabile che ricette e certificati vengano consegnati in busta chiusa. La busta chiusa è tanto più necessaria, poi, nelle ipotesi in cui non sia il paziente a ritirare i documenti, bensì una persona da questi appositamente  delegata.

Semplici regole di buon senso, queste, che permettono di rispettare la riservatezza e la dignità delle persone senza creare troppi aggravi e difficoltà né ai medici né agli stessi pazienti.

Ingiustificati anche i timori riguardo ad un particolare accanimento nei controlli ispettivi del Garante nei confronti dei medici di base. “l’attività di verifica – ha sottolineato l’Autorità – svolta a tutela della riservatezza e della dignità dei pazienti, riguarderà il settore sanitario nel suo complesso, a partire dai rischi connessi alle grandi banche dati sanitarie, al fascicolo sanitario elettronico, alla telemedicina e non specificamente i trattamenti svolti dal singolo medico”.

 

 

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