Pignoramento: le modifiche del Decreto Legge “Semplificazione”

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Il decreto legge semplificazione (decreto legge 14 dicembre 2018, n. 135), ha modificato alcuni articoli del codice di procedura civile, con la finalità di proteggere i debitori che subiscono una procedura esecutiva.

Sono previste diverse tutele per i debitori che allo stesso tempo sono creditori della pubblica amministrazione, convertendo in modo più facile il pignoramento, e i termini per pagare le rate del debito passano da tre a quattro anni.

Le modifiche al codice di procedura civile non cancellano il pignoramento, aiutano il debitore che ha difficoltà economiche e  che si vuole lo stesso metterei in regola con i pagamenti.

I creditori dello Stato

La norma, tra le sue finalità principali, contiene quella di aiutare chi, nonostante sia debitore, sia anche creditore dello Stato, ed è in attesa di uno o più pagamenti da parte di una pubblica amministrazione.

Alcune testate riportano che la riformulazione degli articoli del codice di procedura civile è nota come “norma Bramini”, dal nome dell’imprenditore della Brianza la quale azienda di igiene ambientale è fallita e la quale casa è stata pignorata nonostante vantasse un credito nei confronti dello Stato di oltre quattro milioni di euro.

Le disposizioni modificate non si applicano alle esecuzioni iniziate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto semplificazione.

Le esecuzioni non sono toccate dal decreto

Il decreto che introduce altre norme sul pignoramento non si applica alle esecuzioni iniziate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto semplificazione.

Per le esecuzioni precedenti si devono ritenere valide le vecchie regole, in relazione alla conversione del pignoramento, al rilascio dell’immobile espropriato e agli oneri formali d precisazioni del credito.

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