È impugnabile in Cassazione la pena accessoria illegale applicata nella sentenza di patteggiamento in appello? Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, il Codice di Procedura Penale e norme complementari, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon
Indice
- 1. La questione: violazione di legge per difetto assoluto di motivazione
- 2. La soluzione adottata dalla Cassazione
- 3. Conclusioni: è deducibile con il ricorso per Cassazione l’applicazione illegale della pena accessoria contenuta nella sentenza di patteggiamento in appello
- Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
- Note
1. La questione: violazione di legge per difetto assoluto di motivazione
La Corte di Appello di Roma, pronunciando in sede di rinvio a seguito di una sentenza emessa dalla Suprema Corte, preso atto del concordato intervenuto tra le parti con rinuncia altri motivi di appello, rideterminava la pena finale a carico degli imputati che avevano “patteggiato” la pena in quella occasione.
Ciò posto, avverso questo provvedimento ricorrevano per Cassazione gli imputati e uno di questi, con un unico motivo, deduceva violazione di legge per difetto assoluto di motivazione in ordine alla durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. b) cod. proc. pen. in relazione agli artt. 28, 133 cod. pen. e 125, comma 3, cod. proc. pen.. Per supporto ai professionisti, abbiamo preparato uno strumento di agile consultazione, il “Formulario annotato del processo penale 2025”, giunto alla sua V edizione, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon, il Codice di Procedura Penale e norme complementari, disponibile su Shop Maggioli e su Amazon, e il Codice Penale e norme complementari 2026 – Aggiornato a Legge AI e Conversione dei decreti giustizia e terra dei fuochi, acquistabile sullo Shop Maggioli e su Amazon
2. La soluzione adottata dalla Cassazione
La Suprema Corte riteneva il motivo suesposto infondato.
In particolare, tra le argomentazioni che inducevano gli Ermellini ad addivenire a siffatto esito decisorio, si affermava che, se è deducibile con il ricorso per Cassazione l’applicazione illegale della pena accessoria contenuta nella sentenza di patteggiamento in appello ex art. 599 cod. proc. pen., trattandosi di statuizione sottratta all’accordo delle parti e perciò esclusa dalla previsione limitativa di cui all’art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen (Sez. 6, n. 29898 del 10.01.2019), tuttavia, per pena accessoria illegale, deve intendersi quella non prevista dall’ordinamento giuridico ovvero quella eccedente, per specie o quantità, il limite legale (Sez. 1, n. 20466 del 27/01/201), in linea con la nozione generale di pena illegale, che è la sanzione diversa, per specie, da quella che la legge stabilisce per un determinato reato, ovvero inferiore o 3 superiore, per quantità, ai relativi limiti edittali (ex multis, Sez. 6, n. 32243 del 15/07/2014, Rv. 260325; Sez. 2, n. 12991 del 19/02/2013) e che costituisce ius receptum che la pena principale, alla quale si deve fare riferimento per determinare la durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici – che, ai sensi dell’art. 29 cod. pen., è perpetua quando la condanna è per un tempo non inferiore a cinque anni ed è di cinque anni quando la condanna è per un tempo non inferiore a tre anni – non è quella complessiva, comprensiva cioè dell’aumento per la continuazione, ma quella inflitta in concreto per la violazione più grave (ex multis, Sez. 5, n. 28584 del 14/03/2017; Sez. 1, n. 7346 del 30/01/2013; Sez. 6, n. 17616 del 27/03/2008; Sez. 1, n. 27700 del 26/06/2007), tenendo conto della incidenza delle circostanze attenuanti e del bilanciamento eventualmente operato con le circostanze aggravanti, oltre che della diminuente per la scelta del rito speciale, e, quindi, prescindendo dai modi in base ai quali si è pervenuti al risultato finale (ex plurimis, Sez. U, n. 8411 del 27/05/1998; Sez. 1, n. 18149 del 04/04/2014).
Orbene, per la Corte di legittimità, nel caso di specie, l’accordo era stato formalizzato in un’udienza e correttamente nulla era stato previsto con riguardo alla pena accessoria, né ricorreva un’ipotesi di pena accessoria illegale, atteso che, in relazione alla pena base (anni 8 di reclusione), trovava comunque applicazione la pena accessoria della interdizione perpetua dai pubblici uffici ex art. 29 cod. pen. (prevista per pena non inferiore ad anni 5).
Potrebbero interessarti anche:
3. Conclusioni: è deducibile con il ricorso per Cassazione l’applicazione illegale della pena accessoria contenuta nella sentenza di patteggiamento in appello
La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito se è impugnabile in Cassazione la pena accessoria illegale applicata nella sentenza di patteggiamento in appello.
Si fornisce difatti in tale pronuncia una risposta positiva a siffatto quesito sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo con cui è stato per l’appunto asserito che è ammesso il ricorso per Cassazione contro l’illegittima applicazione della pena accessoria nella sentenza di patteggiamento in appello ex art. 599 c.p.p.[1]
Ove si verifichi quindi una situazione di questo genere, è dunque possibile ricorrere innanzi al Supremo Consesso.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché prova a fare chiarezza su siffatta tematica procedurale sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.
Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Note
[1]Ai sensi del quale: “1. Quando dispone che l’udienza si svolga con la partecipazione delle parti, la corte provvede con le forme previste dall’articolo 127, oltre che nei casi particolarmente previsti dalla legge, quando l’appello ha ad oggetto una sentenza pronunciata a norma dell’articolo 442 o quando ha esclusivamente per oggetto la specie o la misura della pena, anche con riferimento al giudizio di comparazione fra circostanze, o l’applicabilità delle circostanze attenuanti generiche, di pene sostitutive, della sospensione della pena o della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale. 2. L’udienza è rinviata se sussiste un legittimo impedimento dell’imputato che ha manifestato la volontà di comparire. 3. Nel caso di rinnovazione dell’istruzione dibattimentale, il giudice assume le prove in camera di consiglio, a norma dell’articolo 603, con la necessaria partecipazione del pubblico ministero e dei difensori. Se questi non sono presenti quando è disposta la rinnovazione, il giudice fissa una nuova udienza e dispone che copia del provvedimento sia comunicata al pubblico ministero e notificata ai difensori”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento