Patrocinatori stragiudiziali, pubblicata la norma UNI per un servizio di qualità

Redazione 12/02/13
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Lilla Laperuta

Lo scorso 7 febbraio è entrata in vigore la Norma UNI 11477 relativa alla professione dei patrocinatori stragiudiziali. La norma pubblicata dall’Ente nazionale italiano di unificazione (UNI) definisce i requisiti relativi all’attività professionale del patrocinatore stragiudiziale, ossia l’esperto di risarcimento del danno. Detti requisiti sono dettagliati, a partire dai compiti e attività specifiche identificate, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.

La disposizione, inoltre, opera in sinergia con la L. 4/2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” e, in particolare ne costituisce la immediata applicazione dell’art. 6 commi. 2 e 3 (La qualificazione della prestazione professionale si basa sulla conformità della medesima a norme tecniche UNI ISO, UNI EN ISO, UNI EN e UNI, di seguito denominate «normativa tecnica UNI, di cui alla direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, e sulla base delle linee guida CEN 14 del 2010. I requisiti, le competenze, le modalità di esercizio dell’attività e le modalità di comunicazione verso l’utente individuate dalla normativa tecnica UNI costituiscono principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione). Per assicurare un servizio di elevata qualità e un’uniformità nazionale delle prestazioni, l’Associazione nazionale esperti infortunistica stradale (Aneis), oltre all’imposizione di rigidi dettami da rispettare, attiverà anche dei servizi di tutela del consumatore che permetteranno di segnalare casi di disservizio o di non rispetto dell’autoregolamentazione. Aneis sarà la prima associazione professionale in Italia ad attivare un servizio di controllo degli associati fatto proprio da coloro che usufruiscono di tali prestazioni.

L’iscrizione all’associazione di categoria non è obbligatoria, ha sostenuto il presidente dell’Aneis, ma se si decide di richiederla, questa comporta degli obblighi e il rispetto di regole stabilite, che attestino l’effettiva professionalità dell’associato, garantendo all’utente finale un elevato standard qualitativo del servizio offerto. Questa sorta di “bollino” assicura, inoltre, prosegue il presidente dell’Associazione, un’uniformità della prestazione resa da città a città, da nord a sud. Si tratta di una norma arrivata tardivamente, in quanto da anni invocata a gran voce da migliaia di professionisti che chiedevano un riconoscimento per l’importante attività svolta nonché l’imposizione di precise regole da rispettare, tra cui l’obbligo di aggiornamento continuo.

 

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