P.A. : ecco il codice comportamentale dei dipendenti pubblici

Redazione 12/02/13
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Codice di comportamento: decisioni motivate per iscritto, regali sopra i 150 euro da restituire, conflitti di interesse da dichiarare

 di Alessandro Camillini 

(tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it)

 Il d.P.R. all’interno del quale è contenuto il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che pone in essere l’articolo 54 d.lgs. 165/2001 come sostituito dall’articolo 1, comma 44, della legge 190/2012 (la cosiddetta «anticorruzione»), ha ricevuto l’ok della Conferenza unificata e dovrà essere inviato al Consiglio di Stato, subentrerà al d.m. della Funzione pubblica del 28 novembre 2000.
Le regole principali che detta sono che i dipendenti pubblici sono obbligati a certificare l’iter osservato nel loro processo decisionale, ossia la tracciabilità documentale; sono consentiti regali fino ad un massimo di 150 euro dopo di che i regali di importo maggior devono essere resi immediatamente. Sono ritenuti illegittimi gli incarichi di collaborazione per chi ha percepito dividendi economici da attività o decisioni riguardanti l’ufficio di cui deve conferire l’incarico; il dipendente ha poi l’obbligo di rendere nota l’adesione ad associazione od organizzazioni con interessi simili a quelli dell’ufficio.
Il dipendente deve, inoltre, comunicare i proprio rapporti di collaborazione con privati, o di parenti e simili entro il secondo grado, avvenuto nell’ultimo triennio e ha obbligo di astensione; le infrazioni del codice di comportamento, fonte di responsabilità disciplinare, sono punibili anche con l’espulsione ma la penalità dovrà essere sempre proporzionata alla gravità della violazione dei doveri. Infine i Ccnl potranno decidere supplementari parametri di selezione delle sanzioni.
Il codice con le regole comportamentali appena descritte si rivolge a tutti i dipendenti, dirigenti e non dirigenti delle pubbliche amministrazioni, ma le regole del codice fisseranno principi di comportamento anche per le rimanenti categorie di personale. Le pubbliche amministrazioni specialmente sono chiamate ad aumentare gli obblighi di condotta stabiliti dal codice ai propri collaboratori e consulenti, ai titolari di organi e incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche e ai collaboratori di imprese che erogano servizi a vantaggio dell’amministrazione.
Dunque non solo viene richiamato il rispetto della Costituzione e dei principi di integrità, proporzionalità, buona fede, obiettività, ragionevolezza ed equità, ma il codice indica al dipendente di contraddistinguere le sue azioni in virtù di principi di economicità, efficienza ed efficacia, oltre a quello di ridimensionamento dei costi nella gestione delle risorse pubbliche. Grande attenzione viene rivolta alle regalie; soprattutto il dipendente non deve chiedere – né per sé, né per altri – né accettare regali o altre utilità “salvo quelli d’uso di modico valore effettuati occasionalmente nell’ambito della normali relazioni di cortesia”.
“In via orientativa” il tetto del valore è stabilito attorno ai 100 euro, ma i piani di prevenzione della corruzione possono deciderlo anche in misura differente (anche minore) ma comunque mai oltre i 150 euro. Se il dipendente riceve regali superiori a questa somma, li deve restituire immediatamente. Il dpr fissa anche il divieto di acconsentire ad incarichi di collaborazione da privati che abbiano o abbiano avuto nei due anni precedenti interessi nelle attività dell’ufficio. Qualora il dipendente facesse parte di associazioni od organizzazioni le cui sfere di interesse sono connesse o intralciano con lo svolgimento dell’attività dell’ufficio, deve comunicarlo all’amministrazione. Non c’è un obbligo simile invece per l’adesione a partiti politici e sindacati.
Importanti anche gli obblighi di comunicazione di tutti gli interessi finanziari e dei possibili conflitti di interesse riguardo a rapporti di collaborazione con privati (propri, dei parenti e degli affini entro il secondo grado) intercorsi fino al triennio prima dell’assunzione; legato a questo obbligo c’è quello di astensione dal decidere o svolgere attività in contrasto, anche eventuale, di interessi con il coniuge, conviventi, parenti e affini entro il secondo grado. Chiaramente il dipendente dovrà anche mantenere fede al piano di prevenzione della corruzione, fermo restando l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria di eventuali situazioni di illecito di cui venga a sapere.
Il dipendente, oltre a garantire l’adempimento degli obblighi di trasparenza «totale» stabiliti in capo alle amministrazioni, dovrà anche assicurare, mediante un congruo supporto documentale, la tracciabilità dei processi decisionali assunti, in modo che siano «replicabili». Confermato, nei rapporti con il pubblico, l’obbligo di mostrare in modo visibile il badge, di rispettare gli standard di qualità e quantità decisi dalla amministrazione e di osservare il dovere di ufficio. La vigilanza sul rispetto del codice sarà gestita  dai dirigenti responsabili, dalle strutture di controllo interno e dagli uffici etici e di disciplina o dagli uffici procedimenti disciplinari.
L’infrazione degli obblighi del codice prospetta sempre responsabilità disciplinare e ai fini della valutazione delle sanzioni, che possono arrivare anche all’espulsione, sarà necessario considerare la gravità dell’atto; i contratti collettivi nazionali di lavoro potranno delineare i criteri di selezione delle sanzioni in base alle tipologie di violazione del codice.

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