Una delle innovazioni più rilevanti del Correttivo è l’introduzione della possibilità di un concordato unitario per i gruppi di imprese, applicabile anche in fase di liquidazione giudiziale. Questa nuova opportunità permette alle società appartenenti a un gruppo di gestire in maniera coordinata e più efficiente la crisi finanziaria, evitando di attivare procedure separate che avrebbero comportato maggiore complessità e dispendio di risorse. L’istituto è volto a favorire una risoluzione più ordinata e, soprattutto, meno dispendiosa per le società coinvolte, i creditori e il sistema economico nel suo complesso.
Sul tema consigliamo anche gli articoli: Il Correttivo Codice della Crisi d’Impresa e Insolvenza (D.lgs.13 settembre 2024, n. 136) e Crisi d’Impresa, Correttivo-Ter approvato dal CdM: le novità e i pareri consultivi
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Indice
- 1. Composizione negoziata della crisi: uno strumento centrale
- 2. Transazione fiscale e Cram Down nel Correttivo al Codice della Crisi
- 3. Le misure protettive e cautelari: un rafforzamento delle tutele
- 4. I dati dell’Osservatorio Crisi d’Impresa
- 5. Conclusione: un sistema più equilibrato e orientato alla continuità aziendale
- Formazione in materia per professionisti
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1. Composizione negoziata della crisi: uno strumento centrale
La composizione negoziata della crisi rimane uno degli strumenti centrali nel nuovo assetto normativo. Questo istituto, introdotto con il D.L. 118/2021, è stato ulteriormente potenziato dal Correttivo, che ha ampliato le possibilità di intervento anticipato, sia per le piccole che per le grandi imprese. La procedura prevede il coinvolgimento di un esperto indipendente che assiste l’imprenditore e i creditori nella ricerca di una soluzione negoziale alla crisi, con l’obiettivo di salvaguardare la continuità aziendale e prevenire il fallimento.
Un aspetto cruciale riguarda il ruolo attivo dei creditori finanziari, in particolare delle banche, che sono chiamate a collaborare nel processo negoziale. Il Correttivo ha inoltre introdotto delle modifiche atte a facilitare il coinvolgimento delle autorità fiscali attraverso l’utilizzo di strumenti come la transazione fiscale e il cram down.
2. Transazione fiscale e Cram Down nel Correttivo al Codice della Crisi
Un punto nevralgico della riforma riguarda la possibilità di accordarsi con il Fisco mediante la transazione fiscale, che consente di ridurre l’importo dei debiti tributari e contributivi. Tale misura risulta particolarmente rilevante nei casi in cui il debito fiscale possa ostacolare il risanamento dell’impresa. Grazie alla transazione fiscale, l’Agenzia delle Entrate può accettare una proposta di pagamento ridotta, se questa appare più vantaggiosa rispetto all’alternativa della liquidazione.
Il cram down fiscale rappresenta un’altra importante novità. Esso consente al tribunale di omologare un piano di ristrutturazione o di concordato anche in assenza di adesione da parte dell’Agenzia delle Entrate o di altri creditori pubblici, purché la proposta offra maggiori garanzie rispetto a una possibile liquidazione giudiziale. Questo strumento mira a evitare che il dissenso dei creditori pubblici possa bloccare il percorso di risanamento aziendale.
3. Le misure protettive e cautelari: un rafforzamento delle tutele
Il Correttivo introduce anche importanti modifiche in tema di misure protettive e cautelari, volte a tutelare l’impresa durante le trattative con i creditori. In particolare, si prevede la possibilità di sospendere le azioni esecutive individuali da parte dei creditori durante la fase di composizione negoziata. Queste misure si estendono non solo ai crediti finanziari, ma anche ai crediti fiscali e contributivi, creando così un quadro più favorevole per le trattative. La finalità è quella di garantire che l’impresa non venga destabilizzata mentre cerca di trovare un accordo con i creditori.
4. I dati dell’Osservatorio Crisi d’Impresa
L’osservatorio sulla crisi d’impresa, curato da Unioncamere e Infocamere, ha rilevato un incremento significativo delle istanze di composizione negoziata nel primo semestre del 2024. Le domande presentate dalle imprese sono aumentate del 53,5% rispetto al 2023, e si prevede che l’aumento possa raggiungere il 60% entro la fine dell’anno. Questo dimostra come le imprese stiano iniziando a riconoscere l’utilità della composizione negoziata come strumento di prevenzione delle crisi, preferendolo alla tradizionale liquidazione giudiziale.
Il dato riflette l’efficacia delle misure introdotte con il Decreto Correttivo e, in particolare, l’aumento della fiducia delle imprese nei confronti degli strumenti preventivi e cautelativi messi a disposizione dalla normativa. Anche il tasso di successo delle procedure è in aumento: nel 2023, il 22% delle aziende che hanno avviato la composizione negoziata sono riuscite a evitare il fallimento e a ristrutturare il proprio debito.
5. Conclusione: un sistema più equilibrato e orientato alla continuità aziendale
In definitiva, le modifiche apportate dal Decreto Correttivo segnano un passo importante verso la costruzione di un sistema concorsuale più flessibile e orientato alla salvaguardia della continuità aziendale. Gli strumenti introdotti, come il concordato unitario di gruppo, la composizione negoziata e il cram down fiscale, offrono alle imprese in difficoltà delle possibilità concrete di risanamento, evitando che il fallimento diventi l’unica strada percorribile.
Grazie alla sinergia tra le istituzioni, le imprese e i creditori, il nuovo quadro normativo punta a garantire una gestione delle crisi aziendali più efficiente e meno traumatica per il sistema economico complessivo. Le prospettive per il futuro indicano un incremento nell’utilizzo di questi strumenti, dimostrando che la strada intrapresa è quella giusta per garantire un ordinamento concorsuale più moderno e in linea con gli standard europei.
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