Metodi e strumenti per “scovare i veri falsi”

Ciciani Giulia 10/07/08
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L’origine dei falsari si fa risalire alla notte dei tempi ed è per questo che, per poter scoprire la loro opera, si è sempre sentita la necessità di studiare i metodi di falsificazione ed i relativi indici di allarme e di mettere a punto delle tecniche di esame sempre più complete atte ad individuare con la maggior sicurezza possibile i “Veri falsi”.
È infatti vero, in questo più che in altri casi, che per “sconfiggere il nemico bisogna prima conoscerlo”, per questo si passerà di seguito ad effettuare una disamina delle principali tecniche di falsificazione, la prima delle quali è:
Ø     L’imitazione per lucido: effettuata ponendo il documento da copiare su di una fonte luminosa e ricalcando lo scritto su un altro foglio.
 In questo caso gli indici di allarme che devono far propendere il perito esperto per un giudizio di apocrifia sono la mancanza di pressione, di rilievo e di profondità e la presenza di una falsa continuità e di una lentezza nel procedimento della grafia verso destra. Elementi, questi, riscontrabili tramite l’ausilio di microscopio stereoscopico, lente d’ingrandimento e rugosimetro.
Ø     L’imitazione per ricalco: effettuata ponendo il documento da copiare su di una fonte luminosa e ricalcando con una matita lo scritto su di un foglio bianco che verrà poi tolto dalla fonte luminosa e nel quale la matita verrà prima ricalcata con una penna e successivamente cancellata.
 In questo caso i segni di allarme consisteranno principalmente nella presenza di cancellature ossia di abrasioni della carta osservabili tramite microscopio stereoscopico e lampada di Wood.
Ø     Pedissequa: consiste nella riproduzione di ogni singola lettera dopo averla attentamente osservata.
 In questo caso i segni di allarme consistono nella lentezza esecutiva nella presenza di ritocchi, arresti e movimento aritmico.
Ø      A mano libera: è l’imitazione effettuata di getto dopo un lungo allenamento.
 I segni di allarme consistono nella diversità qualitativa e pressoria del tratto, nella diversità di Ductus (dal latino “ducere”, si riferisce al modo di condurre il grafismo e rappresenta la fluidità spontanea di uno scritto dovuta all’automaticità. È un elemento del tutto personale, riconoscibile anche in caso di disturbi senili o di natura nervosa), dei rapporti proporzionali, dei piccoli segni e dei cambi di direzione tra il documento falsificato ed i documenti comparativi.
Ø     Per copia: effettuata componendo lo scritto o la firma attraverso una serie di fotocopie di documenti originali e fotocopiando il tutto. La firma quindi risulterà autentica ma non esisterà mai un originale di quel documento.
Ø     Per composizione: effettuata ritagliando da documenti originali ogni singola lettera. Queste verranno poi incollate su di un foglio e verranno ricalcate su di un altro foglio.
 I segni di allarme consistono nella presenza di una lentezza esecutiva, di arresti e ritocchi e nella differenza di Ductus e di tratto tra il documento in verifica ed i documenti comparativi.
Ø      Per interpolazione e/o sostituzione: dove l’interpolazione consiste nell’inserire lettere, parole o frasi in spazi liberi di un documento, e la sostituzione consiste nel cancellare lettere, parole o frasi di un documento per sostituirle con altre attraverso una azione meccanica (abrasione) o attraverso l’impiego di solventi chimici (scolorinatura).
 In questo caso i segni di allarme riguardano la pressione, il mancato rispetto degli spazi e, nel caso di sostituzione attraverso azione meccanica, la presenza di abrasioni della carta comportanti un’alterazione della sua superficie con perdita di compattezza. Le fibre di cellulosa, infatti, in tal modo vengono meccanicamente rimosse dal loro impasto creando una “peluria” sulla superficie della carta nella regione interessata dallo sfregamento. Nel caso, invece, di utilizzo di solventi chimici, la loro azione determina una alterazione locale dell’impasto della carta con migrazione degli additivi. In entrambi i casi le modifiche fraudolente possono essere effettuate in modo talmente grossolano da poter essere visibili anche ad occhio nudo, o altrimenti possono essere effettuate con maggiore cura attraverso l’utilizzo di sofisticati ausili tecnici, ed allora in tal secondo caso, può esserne vista l’esistenza grazie all’utilizzo del microscopio stereoscopico e della lampada di Wood. Può essere inoltre effettuato un esame degli inchiostri per valutare la differenza di inchiostri usati attraverso una microscopia di riflessione, tecniche video all’ultravioletto o all’infrarosso, ed attraverso una cromatografia su strato sottile (TLC).
Ø     Dissimulazione: effettuata da un soggetto che scrive a suo nome in maniera diversa dalla propria per sollevare dubbi sull’autenticità del documento e quindi (eventualmente) per disconoscere in futuro lo scritto. Spesso la dissimulazione viene effettuata , per un destrimano, attraverso l’uso della mano sinistra, ed in questo caso la grafia presenterà disordine, tratti spezzati, rigidità, rigo mal tenuto, lentezza ed uso dello stampatello. In generale, comunque, in caso di dissimulazione, vi sarà l’esagerazione di alcune caratteristiche proprie della grafia del dissimulatore come le ampiezze, i movimenti e la pressione, oltre alla presenza di punti inutili e tratti coprenti ed ad una scrittura mista realizzata con caratteri diversi. Saranno, inoltre, presenti forme letterali caricaturate, variazioni della pendenza (ossia dell’inclinazione delle lettere), rallentamenti artificiosi, studiatezza dei movimenti, e modifiche delle dimensioni delle lettere.
 Gli strumenti  a disposizione del perito grafico per poter analizzare i documenti oggetto di contestazione, già in parte richiamati precedentemente, si sono notevolmente affinati nel tempo e la tecnologia ha sicuramente contribuito a questa evoluzione.
Oggi, infatti, il perito grafico nelle sue analisi può contare su l’ausilio di diversi mezzi e tipi di esami come:
o       IL MICROSCOPIO STEREOSCOPICO, grazie al quale è possibile effettuare un’attenta analisi della qualità del tratto, evidenziare la presenza di solchi ciechi, e determinare l’ordine di apposizione di due tracciati incrociati


o       [1]. Ordine temporale determinabile anche attraverso l’ESAME AL COMPARATORE VIDEO-SPETTRALE in grado di dare una risposta sia in funzione delle proprietà di assorbimento o di riflessione degli inchiostri, sia in funzione dell’apparizione di fenomeni di luminescenza nell’infrarosso e di fluorescenza nell’ultravioletto corto.


o       IL METODO DI CARREL, anch’esso atto a determinare l’ordine d’apposizione dei tratti, utilizza il principio del trasferimento di un tratto inchiostrato per mezzo di un supporto appropriato e si basa essenzialmente sul fatto che il tratto superiore si trasferisce integralmente mentre quello inferiore presenta il tracciato interrotto dal tratto superiore nel punto preciso dell’incrocio.
o        LA MICRISCOPIA ELETTRONICA A SCANSIONE (SEM), atta a valutare la temporaneità degli incroci tra penna e dattiloscrittura o comunque degli incroci eterogenei (matita e penna, matita e macchina da scrivere, etc). È un metodo distruttivo basato sulla visione ad altissimi ingrandimenti.
o       LA LAMPADA DI WOOD, atta ad evidenziare l’azione dei solventi e la presenza di diversi tipi di inchiostro e di abrasioni della carta attraverso l’illuminazione ultravioletta. Il principio su cui si fonda l’analisi con detta lampada consiste, infatti, nelle radiazioni ultraviolette emanate dai vapori di mercurio che si sviluppano quando in essa si immette la corrente elettrica, e che fanno assumere luminescenze di colore differente agli oggetti sottoposti a tali radiazioni in relazione alla natura chimica delle sostanze costituenti l’oggetto stesso.
o       LA LUCE RADENTE, che permette di evidenziare la presenza di solchi ciechi, consiste nell’illuminare il documento, in assenza di luce ambientale, mediante un pennello luminoso parallelo alla sua superficie o con un angolo di incidenza inferiore a 20°. In tal modo la luce radente evidenzia il solco tramite l’ombra prodotta dalla sua depressione.
o       IL RUGOSIMETRO, che registra le rugosità e gli avvallamenti e vede quindi la pressione del tratto.
o       LA RIFLETTOGRAFIA, che permette la trasformazione in immagine grafica su di un monitor della luce diffusa da un oggetto, e consente di vedere se sotto ad un tratto è presente un altro tratto e se si sono usati due inchiostri diversi.
o       LA FOTOGRAFIA DIGITALE effettuata attraverso macchine digitali dotate di un’alta risoluzione.
o       LA MICROFOTOGRAFIA effettata con l’intermedio di un microscopio.
o       LA FOTOGRAFIA ALL’INFRAROSSO eseguita con lastre sensibiliall’infrarosso, permette la chiara identificazione di scritte sottostanti a forti cancellature d’inchiostro nero o sostanze simili.
o       LA FOTOGRAFIA ALL’ULTRAVIOLETTO
 
 
Gli strumenti a disposizione del perito quindi, anche grazie alle moderne tecnologie, non mancano, ma questi in aggiunta a tali ausili avrà bisogno di tutta l’esperienza possibile.
La scrittura è, infatti, il prodotto di un continuo succedersi di piccoli gesti che si materializzano in segni tra loro solidali dinamicamente, e ciò fa si che questa non sia un prodotto statico ma un qualcosa di vivo che si snoda davanti agli occhi del perito. La grafia, pertanto, assume un caratteristico e personale modo di procedere, che il perito deve essere in grado di comprendere appieno, per riuscire a scorgere anche i più piccoli segni caratteristici ed evitare il mancato raggiungimento della verità.
 
                                                                                 Dott.ssa Giulia Ciciani
                                                                                 Grafologo Giudiziario
 
Dott.ssa Giulia Ciciani
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[1]È possibile determinare l’ordine di apposizione di due tratti intersecati anche nel caso in cui questi siano posti su due facciate opposte del foglio. In questo caso, infatti, è possibile osservare con l’ausilio di un microscopio stereoscopico ad alta definizione ed a ingrandimenti compresi tra 10x e 50x, il profilo del solco di entrambe le scritte nel punto di intersezione e, poiché le due scritte deformano in maniera opposta il supporto cartaceo, il solco della prima scritta risulterà appiattito dall’azione della seconda nel punto di intersezione, creando un dosso all’interno del solco in corrispondenza della zona stessa.

Ciciani Giulia

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