Magistratura tributaria, tra riforme e formazione

Negli ultimi anni, la magistratura tributaria italiana ha attraversato un processo di profondo ripensamento.

Redazione 12/05/25

Negli ultimi anni, la magistratura tributaria italiana ha attraversato un processo di profondo ripensamento. Una riforma attesa da decenni ha finalmente preso corpo, con l’obiettivo di rafforzare l’indipendenza e la professionalità dei giudici che si occupano delle controversie fiscali, da sempre al centro della vita economica e sociale del Paese. In un contesto ancora segnato dalla dipendenza dal Ministero dell’Economia, parte in causa nei giudizi, si avverte oggi con forza la necessità di formare magistrati capaci e consapevoli del loro ruolo di garanti dei diritti di cittadini e imprese.
In questa prospettiva si inserisce il corso di formazione per il concorso da magistrato tributario erogato dalla Form&Lex, dove il coordinatore e docente principale è il Prof. Domenico Chindemi. Magistrato presidente emerito della Sezione Tributaria della Suprema Corte di cassazione, presidente della Corte di giustizia di secondo grado di Milano, già presidente della Commissione Tributaria della Lombardia, Professore di Diritto Privato a contratto presso l’Università Bocconi di Milano, Chindemi porta con sé un’esperienza pluriennale sia in ambito accademico che giudiziario. Il suo obiettivo? “Formare magistrati che non abbiano idee preconcette – spiega – in grado di garantire sempre alle parti imparzialità e terzietà, non solo sotto il profilo dell’essere, ma anche dell’apparenza. Queste sono le qualità indefettibili di un buon magistrato”.

Indice

1. Una nuova visione della formazione


La terza edizione del corso nasce in un momento cruciale, in vista del prossimo concorso per 350 posti.“Il prossimo corso si prefigge di formare i candidati non solo sulla preparazione giuridica degli istituti ma anche sul ragionamento giuridico, caratteristica imprescindibile del magistrato, nello studio e redazione della sentenza – spiega Chindemi – Al riguardo si concentrerà l’attenzione sulle differenza tra istituti affini a quello oggetto di studio al fine di sollecitare il metodo di esposizione  fondato sulla ricerca testuale, tramite i codici, delle norme di riferimento e la loro analisi ragionata, metodologia utile nella redazione delle prove scritte”.
Rispetto alle edizioni precedenti, il corso si presenta oggi rinnovato nei metodi e negli strumenti. Accanto all’assegnazione di temi e sentenze tributarie con correzione individuale e collettiva, la vera novità è l’introduzione della autovalutazione degli elaborati da parte dei candidati, a seguito della correzione collettiva da parte del docente, in alternativa e/o in aggiunta alla correzione personalizzata, liberamente scelta dai candidati, che potranno autovalutarsi anche solo sulla base dello schema del tema o della sentenza da loro redatti.


2. Tra teoria e ragionamento giuridico


Come afferma il professore, “La tecnica di redazione degli elaborati non si improvvisa, ma richiede attenzione e applicazione. Il corso si soffermerà sui vari criteri di elaborazione dello schema preliminare, dell’ordine di trattazione delle questioni, del confronto e differenza con le figure affini, sui criteri di redazione delle questioni specifiche poste dalla traccia”.
Particolare attenzione sarà riservata ai profili del ragionamento giuridico, metodo, natura giuridica, capacità di analisi degli istituti e delle questioni poste dalla traccia, curando gli aspetti del linguaggio giuridico, della tecnica redazionale della  forma, punteggiaturastile (con riferimento alla padronanza della terminologia giuridica)tecnica espositiva (evitare periodi lunghi), tenendo conto che i temi non devono tradursi in una elencazione mnemonica delle varie questioni, ma in una trattazione ordinata, puntuale, logica delle tematiche poste dalla traccia al fine di affinare le tecniche di ragionamento.

3. La sentenza tributaria: il banco di prova


L’ostacolo più arduo da superare nelle prove concorsuali da magistrato tributario è la redazione della sentenza tributaria, avendo i candidati poca dimestichezza con la tecnica da adoperare.
Nello specifico, la sentenza concerne un caso pratico, con implicazioni particolari che il candidato dovrà risolvere facendo riferimento agli istituti generali ma dovrà anche impegnarsi con il ragionamento per dare la soluzione al caso specifico. “Occorre differenziare la tecnica di redazione della sentenza tributaria (che deve essere succintamente motivata), dalla tecnica di redazione del tema tributario (in cui sono possibili anche riferimenti dottrinari, ricostruzione storica degli istituti, raffronto con figure affini etc)” afferma Chindemi.
Durante il corso non mancheranno riflessioni sulle questioni processuali più ricorrenti, ad esempio notifiche, atti impugnabili, legittimazione, litisconsorzio, giurisdizione,  e con riferimento alla tecnica espositiva ci si soffermerà sulla ragione più liquida e l’assorbimento. Infine, un’attenzione particolare verrà riservata alla redazione del dispositivo e alla regolamentazione e liquidazione delle spese e degli accessori, come la riduzione del 20% prevista dall’art. 15, comma 2-sexies, del D.Lgs. 546/1992.

4. Un approccio su misura per ogni candidato


Il corso è pensato per tutte le tipologie di candidati, siano essi neo-laureati o professionisti già impegnati. “Il metodo di studio – evidenzia Chindemi – va personalizzato in base al tempo disponibile e alla preparazione di partenza. I giovani laureati possono contare su maggiore disponibilità di tempo, mentre i lavoratori dovranno ottimizzare ogni momento utile, con costanza e determinazione”.
Un suggerimento valido per tutti i candidati è di allenarsi utilizzando solo i codici non commentati, come in sede concorsuale. “La capacità critica – aggiunge il professore – può supplire anche a qualche lacuna informativa, ma il metodo e la concentrazione sono irrinunciabili”.
Più che una professione, quella del magistrato tributario è una vocazione al servizio della giustizia, dove rigore giuridico, indipendenza e spirito critico si intrecciano quotidianamente. È questa la visione che il Prof. Chindemi intende trasmettere ai suoi allievi: non solo una preparazione concorsuale efficace, ma una visione etica e culturale della funzione giudiziaria. In una parola, formazione vera.

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