Lotta alla povertà: sì al Senato, arriva il bonus di 400€ a famiglia

Redazione 09/03/17

ULTIME NOTIZIE: approvato definitivamente pochi minuti fa al Senato il disegno di legge per il contrasto alla povertà. 188 i voti favorevoli, 71 i contrari e 21 gli astenuti.

 

Si è votata, in realtà, la legge delega con la quale si lascerà compito all’esecutivo di emanare un provvedimento che stabilizzi, sotto altro nome, il SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva), già sperimentato dal governo Letta. Si tratta di strumento per contrastare l’emergenza, dilagante nel paese, relativa al numero sempre crescente di persone e di nuclei familiari che finiscono al di sotto del reddito minimo.

 

Leggi qui il disegno di legge per il contrasto alla povertà.

 

Cosa prevede il Piano nazionale per la lotta alla povertà

Il governo progetta di garantire un reddito minimo per coloro che vivono sotto a una certa soglia di reddito. In cambio, i beneficiari, dovranno impegnarsi per uscire dalla condizione di difficoltà, mandano i figli a scuola, frequentando corsi di formazione e offrendosi attivamente sul mercato del lavoro.

C’è già chi dice che il provvedimento non sarà sufficiente a risolvere il problema. La soglia minima è calcolata in un totale di 1.000€ per un nucleo famigliare di due persone e il bonus massimo ottenibile ammonta a 400€ (per un famiglie che hanno 5 componenti). I fondi stanziati sembrano pochi rispetto alle reali necessità e il rischio è di fornire un aiuto troppo, troppo limitato per risolvere il problema.

Per una persona sola, un singolo in condizioni di difficoltà, il bonus massimo sarà di 80€. Una cifra del genere ha ben poche possibilità di cambiare le cose e di rilanciare i consumi, anche alla luce del fatto che la paura della crisi economica non è certo passata. Chi vede aumentare il proprio reddito, oggi, aumenta il risparmio e non consuma (comprensibilmente). Per ovviare il problema sarebbero necessari interventi su larga scala, ammortizzatori sociali, garanzie per chi resta senza lavoro, incentivi alle famiglie numerose e così via.

 

Cosa intendiamo per povero?

Ma chi è il “povero”? Che reddito ha e quali bisogni? Povero è colui che vive al di sotto della soglia di povertà assoluta, chi non può soddisfare i suoi bisogni essenziali in materia di alimentazione, abitazione e servizi indispensabili. Parlando di reddito, la cifra varia in relazione al territorio, ai prezzi, al costo della vita e a molti altri fattori.

Per una persona che vive nel centro di Roma la soglia di povertà è fissata intorno agli 800€, affitto compreso. Escluso l’affitto la cifra è di poco inferiore ai 400€/mese. L’asticella sale leggermente al nord e cala leggermente al sud, ma la cifra dà un’idea di quanto sia davvero povera la povertà.

 

La povertà in Italia: un po’ di numeri

La crisi, i redditi che non aumentano, la contrazione nei consumi, la disoccupazione e il precariato. Sono tante le cause evidenti del problema, che riguarda un numero sempre crescente di italiani. Sul territorio vivono al di sotto della soglia di povertà circa 1.600.000 famiglie, per un totale di oltre 4 milioni e mezzo di persone (circa il 7,6% della popolazione totale). A queste arriveranno gli aiuti previsti dal Piano nazionale. È evidente che per affrontare un fenomeno che coinvolge una tale quantità di individui saranno necessari moltissimi fondi.

Proprio questo è uno dei punti caldi del dibattito sul nuovo piano nazionale: 1,6 miliardi di euro i fondi stanziati, per Poletti saranno 2, per Enrico Morando (viceministro dell’economia) cresceranno fino a essere 3,5 nel 2020. Siamo comunque lontani dalle necessità stimate per la risoluzione organica del problema, che ruotano intorno ai 7 miliardi di euro (stimati dall’Alleanza contro la povertà).

 

Più poveri, più giovani, più diffusi

Fino a qualche anno fa la povertà assoluta era un fenomeno relativo soprattutto ad anziani, famiglie con molti figli a carico e disoccupazione. Oggi purtroppo non è più così. I nuovi poveri sono sempre più giovani, hanno anche pochi figli (soprattutto minorenni) e, in questo senso deve essere lanciato un allarme, lavorano! L’11% degli operai vive al di sotto della soglia di reddito minimo che garantisce, stando alle stime dell’Istat, l’accesso a un paniere di beni di prima necessità e di servizi indispensabili per la persona.

Sul dilagare della povertà fra i lavoratori incidono in particolare due fenomeni: il part-time forzato, imposto al dipendente dall’azienda e il precariato, che costringe soprattutto i giovani ad avere carriere lavorative discontinue che non garantiscono alcun tipo di certezza. Da citare anche la mancata crescita dei salari, che anzi tendono a decrescere nel tempo.

 

Marco Vitali

Redazione

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