Legge di stabilità 2015, Anci: 3,7 mld di tagli sono insostenibili

Redazione 05/11/14
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Ieri l’incontro tra Anci e Governo. Il governo disponibile a rivedere i tagli. Fassino: “interessanti aperture su minori tagli per investimenti, ora intervenire su spesa corrente”

Tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

Occorre un intervento correttivo sui tagli ai Comuni e di questo il governo è consapevole. Lo ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’incontro con il governo sulla manovra. “Il governo – ha affermato il sindaco di Torino – ha manifestato consapevolezza che il problema deve essere affrontato e che occorre avere un intervento correttivo sul taglio di un miliardo su città metropolitane e province di secondo grado, su cui il governo si è riservato di avanzare proposte. In particolare, riducono in modo significativo l’impatto per ciò che attiene la spesa per gli investimenti, non lo riducono per la spesa corrente. Su questo ci siamo riservati di continuare il confronto. Il Governo – continua il sindaco torinese – si è dimostrato disponibile ad accogliere la proposta di rimozione di gran parte dei vincoli ordinamentali che ci sono stati imposti, come il blocco assunzioni, vincoli di spese. Riteniamo corretto – osserva – il principio di riconoscimento dell’autonomia dei comuni, che si convenga sui saldi ma poi ci sia autonoma discrezionalità dei comuni su come raggiungerli”.

Il governo, dice Fassino, si è mostrato inoltre disponibile ad accogliere la richiesta dei Comuni “a che gli oneri di urbanizzazione, che fino al bilancio di quest’anno erano utilizzabili in spesa corrente, e che secondo la legge di stabilità dal 2015 non avrebbero potuto essere usati a spesa corrente, siano utilizzati anche per il 2015 in spesa corrente”.

Fassino parla poi del fondo per i crediti di difficile esigibilità di cui avevano chiesto una valutazione al governo. “Una richiesta – osserva – che era fondata su analisi e stime e che è stata significativamente accolta. C’è infatti la disponibilità dell’esecutivo a considerare che “il valore del fondo non è un 1 miliardo e 100 milioni ma di 2,6 miliardi, cosa che ha come conseguenza un abbattimento del Patto di stabilità. Con questo nuovo computo – conclude- il saldo viene ulteriormente abbattuto di 500-600 milioni. È un dato che  sicuramente apprezziamo”.

I tagli chiesti ai Comuni

Il conto sottoposto ai Comuni è salatissimo, arrivando nel complesso a 3,7 miliardi. “Siamo andati alla verifica con il Mef e la verifica conferma che le nostre quantificazioni sono corrette, il taglio per i Comuni previsto dalla legge di stabilità è di 3,7 miliardi” ha detto il presidente dell’Anci, Piero Fassino, nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Stabilità (> il documento presentato in audizione). “Sono quantificazioni insostenibili, per le quali chiediamo al Parlamento ed anche al governo correttivi che rendano la manovra sostenibile. Alcune modifiche sono indispensabili, come l’aggiunta di altri 800 milioni  in conto debito e non in termini di saldo netto da finanziare per rendere effettivo l’allentamento del Patto di Stabilità, e l’esclusione del Fondo crediti dubbia esigibilità dal calcolo del saldo del Patto di stabilità. Tali modifiche – ha concluso Fassino – sono necessarie per evitare che le misure sui crediti di incerta esigibilità vanifichino gli spazi offerti con l’allentamento di Patto  di stabilità”.

Fassino inoltre descrive nel dettaglio i tagli a cui sarebbero sottoposti i Comuni fino alla cifra di 3,7 miliardi.

“Ai 1,2 miliardi di tagli riportati dai media – ha spiegato il presidente Anci – vanno aggiunti 300 milioni di riduzioni di spese derivanti da provvedimenti del 2013 e 2014 che ricadranno sull’esercizio 2015”. C’è “poi l’introduzione del nuovo sistema di contabilità che partirà dal 1° gennaio 2015”, “il mancato rifinanziamento del patto di stabilità verticale, il divieto di utilizzo degli oneri urbanizzazione sulla spesa corrente e quello di utilizzo degli avanzi di bilancio vincolati”. Senza dimenticare “il taglio da 1 miliardo per città metropolitane e Province, che rischia di far partire in default questi enti”. Il risultato è “una manovra insostenibile per qualsiasi Comune del Nord e del Sud, virtuoso o no: se in quattro anni i Comuni hanno risanato per 17 miliardi, non capisco come sia sostenibile una richiesta di 3,7 miliardi in un solo anno”, si è chiesto il leader dei sindaci.

Da qui le richieste di modifica avanzate dai Comuni, che sollecitano, tra l’altro, la possibilità di assorbire almeno i 300 milioni di tagli da decretazione precedente entro il taglio di 1,2 del 2015. A questo si affianca la possibilità di rifinanziare in qualche modo il patto di stabilità verticale, e di ridefinire i criteri e i riferimenti normativi per il riparto dell’obiettivo di Patto fra i Comuni.

Tassa unica sulla casa e local tax

Il presidente dell’Anci Fassino non poteva non esprimersi anche sull’ipotesi di una tassa unica sulla casa, che nelle intenzioni del premier Renzi dovrebbe diventare una vera e propria local tax: “come Anci non possiamo che essere d’accordo, a patto che i Comuni rimangano i titolari in esclusiva del gettito, superando ogni forma di compartecipazione. E che non ci siano vincoli sullo stesso gettito, che potrebbero celare dei tagli mascherati”.

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