Le decisioni nei sistemi complessi

Scarica PDF Stampa
         Le decisioni riguardo ai sistemi sociali complessi sono influenzate sia dalla nostra razionalità limitata che la tendenza a valutare solo le soluzioni dei problemi che risultano più immediate.
         La complessità deriva in particolare dai circuiti di retroazione e da eventuali ritardi temporali, il non comprenderli porta a prendere decisioni con conseguenze indesiderate nel medio – lungo periodo.
         I circuiti di retroazione possono essere o positivi o negativi, mentre i circuiti positivi amplificano le azioni i circuiti negativi controbilanciano le stesse.
         I problemi che occorre distinguere nel prendere decisioni nei sistemi sociali complessi sono tra eventi, comportamenti e struttura del problema; la mancanza della comprensione del rapporto evento- comportamento – struttura induce o a interventi locali e sintomatici o a porre particolare enfasi sulle sole spiegazioni esogene dei problemi, vi è di fatto una deformazione dei segnali che entrano nel sistema, infatti dell’icebarg emergono solo gli eventi rimanendo del tutto sommersi i comportamenti e in particolare la struttura stessa del problema.
         Non bisogna in tal senso porre eccessiva fiducia sui modelli econometrici in quanto il loro valore diminuisce con il cambiare della struttura, cosa che accade di frequente.
         Abbiamo detto che i circuiti positivi nei sistemi socio- economici, detti anche circuiti di rinforzo, amplificano gli stimoli ricevuti, tali circuiti sono costituiti dagli acceleratori della crescita, l’esternalità di rete, ossia la necessità della costituzione di una massa critica di utilizzatori, e dagli effetti di Bandwagon, in altre parole dalla pressione psicologica della massa e dalla crescita dell’utilità a seguito del progressivo accrescersi dell’utilizzo del sistema tecnologico in esame.
         In presenza di soli circuiti di rinforzo positivi ma anche negativi il sistema si autoalimenta fino a giungere ai limiti della crescita propri di ogni sistema, intervengono quindi dei meccanismi di controllo come i budget che, quali termostati, definiscono gli obiettivi e reagiscono ai risultato negativi, se tuttavia la causalità del rapporto si distribuisce nel tempo viene a mancare il feedback, ossia la possibilità di una reazione immediata. I ritardi nella reazione, come del resto nel circuito, possono tuttavia essere dovuti anche alle variabili nel flusso o nello stock, ossia nell’accumulo.
         E’ stato già evidenziato che in strutture sistemiche complesse ad una prima fase in cui un sistema di acceleratori della crescita porta ad una curva in crescita esponenziale, subentra una seconda fase in cui vengono raggiunti i limiti della crescita a cui si reagisce con un aggiustamento in ritardo della capacità del sistema in riferimento alle variabili surriscaldate circostanza che dà luogo a una terza fase nella quale solo una media del 30% delle organizzazioni riesce a controllare le reazioni mentre il restante 70% crolla per incapacità, viene di fatto a mancare la capacità di feedback ed una visione programmatoria delle risorse immesse nel sistema con particolare riferimento al personale sia per quanto riguarda il reclutamento che relativamente all’addestramento e alla motivazione.
         Nelle politiche pubbliche è pertanto fondamentale all’inizio della legislatura:
 
·        Fare l’elenco dei progetti e avere una chiara idea della strategia sulla legislatura;
·        Decidere su quale leva si vuole agire, considerando i fattori con spinta sul PIL quali la spesa pubblica, i cui effetti risultano ritardati nel tempo e sono successivamente difficili da comprimere, l’incremento della aliquota fiscale i cui effetti immediati sui consumi rimane nel tempo e gli investimenti su progetti che possano aumentare la produttività;
·        Allestire ex – ante un piano finanziario degli investimenti.
 
Il fine ultimo dovrebbe essere :
 
·        Infondere fiducia negli investitori privati;
·        Innestare un tasso di crescita degli indici di produttività e di benessere che dovrebbe proseguire nel tempo ( successive legislature);
·        Dare credibilità al governo;
·        Riequilibrare il rapporto tra mezzi propri e capitale dei terzi.
 
Nella scelta dei progetti relativi alle varie politiche pubbliche occorre considerare:
 
·        L’ammontare degli investimenti nel raffronto lordi, finanziati in parte dall’amministrazione statale o comunitaria, e netti, la quota a carico della comunità locale;
·         Gli indici di rischio politico, ossia della percentuale di probabilità che il progetto venga ad impantanarsi nelle procedure, la produttività, percentuale di incremento delle capacità produttive del territorio,e il benessere, percentuale di incremento del benessere sociale, gli indici di produttività e benessere potranno essere aggregati in modo da facilitare la comparazione;
·        Il piano di realizzazione, comprendente il piano finanziario, dovrà essere spalmato su tutta la durata della legislatura a partire dai piani più impegnativi per rischio politico e ammontare degli investimenti.
 
Gli indicatori da considerare alla fine del periodo, solitamente corrispondente alla durata della legislatura, saranno dati:
 
·       Dallo stato di realizzazione del programma;
·       Dalla variazione del reddito pro capite;
·       Dall’indice di benessere sociale;
 
Nelle politiche pubbliche occorre considerare innanzi tutto il tride off tra breve periodo/lungo periodo, in cui nel breve cresce l’importanza della comunicazione al fine di dare segnali positivi sull’avanzamento dei lavori.
         Altro aspetto è dato dalla peculiarità del bilancio pubblico in cui vi è il ben noto problema della “domanda”, si dovranno pertanto fissare tre obiettivi: economicità, tipologia/qualità dei beni prodotti e rispetto delle promesse sociali.
         Infine vi è la necessità di articolare le decisioni nel tempo al fine di evitare il sovraccarico del sistema con il conseguente blocco per surriscaldamento o intasamento, questo in funzione della maggiore o minore compattezza politica.
 
 
 
BIBLIOGRAFIA
 
·        E. Borgonovi, Principi e sistemi aziendali per le amministrazioni pubbliche, Egea, 2002;
·        M. Meneguzzo, Creazione di valore e sviluppo del acpitale sociale: la sfida per il sistema della P.A. italiana, in RIREA, n. 11/12, 705-720,2005;
·        M. Moran, Review Article: Understanding the Regulatory State, in British Journal of Political Science, 32, 2002;
·        R. Ruffini, Una democrazia senza risorse, Guerini e Associati, 2000;
·        G. Salotti, La riforma delle autonomie locali: dal sistema all’azienda, Egea, 2000.
 

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento