La tutela del consumatore

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La tutela del consumatore o consumerismo si esplica attraverso un insieme di disposizioni, norme e presidi, rivolti a salvaguardare i diritti e gli interessi del cittadino inteso come fruitore di beni materiali e di servizi per utilizzo privato.

Le origini

Sino al XIX secolo, la maggior parte della popolazione destinava le proprie risorse quasi esclusivamente a generi di prima necessità e l’attenzione alla qualità era scarsa.

Con il raggiungimento di un benessere più diffuso, si è affermata la figura del cittadino consumatore, un soggetto sociale che si fa portatore di bisogni e interessi che necessitano di una difesa perché acquista oppure utilizza beni materiali prodotti su larga scala, che arrivano sul mercato attraverso una serie di figure intermedie, estranee alla produzione e senza possibilità di influire sulla qualità dei prodotti.

Gli Stati Uniti sono stati il primo paese nel quale si è affermata questa difesa.

Nel 1899 era nata la National Consumers League, ma agli inizi del XX secolo, quando esplose uno scandalo per la vendita di carne avariata, in seguito alle proteste delle fasce più deboli della società il Governo Federale fu costretto all’approvazione di leggi che imponevano un controllo nei confronti dell’industria.

Nel 1914 nacque la Federal Trade Commission (Commissione federale per il commercio) con l’intento di combattere le attività commerciali illecite.

Nel 1928 venne fondata la Consumers Union, un’associazione che attraverso un bollettino periodico informava gli iscritti sui beni e servizi disponibili sul mercato.

Questa associazione è ancora oggi molto attiva.

Negli anni sessanta assunse rilevanza internazionale il caso di Ralph Nader, giovane avvocato e giornalista americano che osò sfidare la potente General Motors affermando in una sua pubblicazione che le auto prodotte da questa azienda non erano sicure.

L’azienda tentò di screditare Nader pagando degli investigatori privati per farlo pedinare, lui se ne accorse e denunciò la General Motors e, oltre a ottenere un cospicuo risarcimento per la violazione della privacy, costrinse l’azienda a porgere pubbliche scuse e aumentare i dispositivi di sicurezza delle auto prodotte.

Nader si era fatto portatore dell’idea che i diritti del consumatore sono un’espressione dello spirito democratico americano, in altre parole, come ogni cittadino è uguale di fronte alla legge, così sono uguali di fronte al mercato.

Nello stesso periodo John F. Kennedy enunciò nel Bill of Rights i cinque diritti fondamentali del consumatore, alla salute, alla sicurezza, alla difesa economica, alla difesa legale, alla rappresentanza.

In Europa, il diritto alla tutela del consumatore è stato riconosciuto intorno agli anni cinquanta.

Il Regno Unito e la Danimarca furono i primi due paesi nei quali venne istituito un organismo di tutela.

Ad essi fecero seguito Svezia, Francia e Germania, mentre l’Italia è stata ancora per molti anni carente sotto questo aspetto.

La produzione paritaria tende a convergere con l’idea prosumerista avanzata di consumatori attivi che dirigano la produzione.

La situazione in Italia

Alcune norme del codice penale reprimono i comportamenti fraudolenti, messi in atto da produttori e commercianti, che risultino nocivi per gli interessi dell’acquirente.

Queste norme erano improntate al sistema di vendita tradizionale ottocentesco e consideravano in modo esclusivo l’ipotesi nella quale il prodotto fosse privo di qualità essenziali o presentasse vizi occulti.

La legge n. 142 dell’8 giugno 1990, abrogata dal D. Lgs. n. 267/2000, prevedeva il diritto delle associazioni dei cittadini di avere accesso alle strutture e agli atti amministrativi.

La successiva legge n. 146 del 15 giugno 1990 stabilisce l’obbligo di ascoltare le organizzazioni dei consumatori e degli utenti durante gli scioperi.

La legge n. 287 del 10 ottobre 1990 dà alle associazioni dei consumatori la facoltà di denunciare alcune iniziative.

Nel 1998, con la legge n. 281 del 30 luglio, a distanza di più di vent’anni, l’ordinamento italiano recepì i principi contenuti nelle normative comunitarie riconoscendo i diritti individuali e collettivi dei consumatori e degli utenti e promuovendone la tutela anche in forma collettiva e associativa. L’articolo 1 di questa legge afferma che

Sono fondamentali i diritti alla salute, alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi, a un’adeguata informazione e a una corretta pubblicità, all’educazione al consumo, alla correttezza, trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali relativi a  beni e servizi, alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti, all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza.

La legge è stata poi abrogata con l’entrata in vigore del Codice del consumo (D. Lgs. n. 206/2005).

A seguito di questa legge, sempre nel luglio 1998 si costituisce, presso il Ministero per le attività produttive, il CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti), al quale fanno capo numerose associazioni di consumatori, come:

Associazione consumatori utenti, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Federconsumatori, Unione Nazionale Consumatori, Lega Consumatori.

Nelle azioni più diffuse che vedono impegnate le associazioni a favore degli utenti, ci sono i contratti di vendita e le cosiddette clausole vessatorie, il diritto alla salute e alla casa, la lotta all’inquinamento e la difesa dell’ambiente, i rincari ingiustificati dei prezzi, i disservizi nelle telecomunicazioni e nei trasporti (ferrovie, autostrade, aerei).

La situazione nell’Unione Europea

Attraverso le direttive emanate da parte della Comunità Europea a partire dal 1973, anno nel quale venne approvata la Carta europea di protezione dei Consumatori, si affermano concetti importanti come  la responsabilità delle aziende per i danni provocati da prodotti difettosi, la pubblicità ingannevole, la tutela dei consumatori sulle indicazioni dei prezzi, delle garanzie al consumo e della sicurezza dei prodotti.

Il Trattato di Maastricht, entrato in vigore l’1 novembre 1993, prevede per la prima volta un titolo dedicato alla protezione dei consumatori.

Queste direttive prescrivono:

che il consumatore deve avere a disposizione informazioni chiare, contenuto del prodotto, eventuale tossicità, scadenza, modo d’impiego, che gli consentano di scegliere il prodotto che meglio si addice alle sue esigenze

che possa pretendere il risarcimento di danni che derivano da un prodotto che non risponde alla pubblicità e alle informazioni che gli vengono fornite

che possa essere rappresentato, ascoltato ed eventualmente assistito legalmente attraverso organismi e associazioni che hanno come scopo la tutela dei suoi diritti.

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