La riforma del testo unico delle leggi sul pubblico impiego

Redazione 19/03/18
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di Arturo Bianco

Le novità introdotte dal d.lgs. di riforma del pubblico impiego, cioè la revisione del d.lgs. n. 165/2001 sulla base della delega contenuta nell’art. 17 della legge n. 124/2015

La riforma del pubblico impiego ha introdotto importanti novità che ampliano i margini della contrattazione collettiva, modificano le disposizioni sui procedimenti e sulle sanzioni disciplinari nonché le nuove regole dettate per la costituzione del fondo per la contrattazione decentrata. Inoltre, viene modificata la materia delle dotazioni organiche, anche se con molta timidezza, e delle procedure per le assunzioni, ivi comprese quelle flessibili.

L’ampia possibilità offerta alle pubbliche amministrazioni di stabilizzare i lavoratori precari è senza alcun dubbio la misura di maggiore rilievo contenuta nel decreto legislativo di riforma del pubblico impiego, cioè la revisione del d.lgs. n. 165/2001, sulla base della delega contenuta nell’art. 17 della legge n. 124/2015, la c.d. riforma Madia. Accanto a questa misura non si può mancare di sottolineare le importanti novità che ampliano i margini della contrattazione collettiva, le modifiche alle disposizioni sui procedimenti e sulle sanzioni disciplinari (in particolare con l’ampliamento in tutti gli enti dei compiti degli uffici per i procedimenti disciplinari), nonché le nuove regole dettate per la costituzione del fondo per la contrattazione decentrata, le novità in materia di dotazioni organiche, anche se con molta timidezza, di procedure per le assunzioni, ivi comprese quelle flessibili. Tra le misure attese si deve sottolineare che le disposizioni dettate in materia di sanatoria della contrattazione decentrata illegittima introducono pochi elementi di novità rilevanti.

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