La ricerca giurisprudenziale con l’AI – La recensione della settimana

Il corso “La ricerca giurisprudenziale con l’AI” offre ai professionisti del diritto una guida pratica e aggiornata all’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Recensioni 16/04/25

Il corso “La ricerca giurisprudenziale con l’AI – Deep Legal Research: tecniche di Prompting e Workflow” offre ai professionisti del diritto una guida pratica e aggiornata all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella ricerca giurisprudenziale. Non si tratta di una semplice panoramica teorica sull’AI, ma di un vero e proprio percorso operativo che consente di acquisire competenze spendibili da subito nello studio legale o nella redazione giuridica.

Indice

1. Cosa troverai in “La ricerca giurisprudenziale con l’AI – Deep Legal Research: tecniche di Prompting e Workflow”


Partendo da una riflessione sulla necessità di superare i limiti dei motori di ricerca classici, il corso affronta l’impatto dell’AI generativa su tre aree chiave del lavoro forense: la redazione, la ricerca e l’analisi dei testi giuridici. Al centro della formazione c’è Perplexity, uno strumento all’avanguardia per la ricerca assistita da AI, con una sessione dedicata all’onboarding tecnico (iscrizione, interfaccia, scelta dei modelli, gestione dei cosiddetti “Spazi”) e al confronto con ChatGPT.
I partecipanti scopriranno le differenze tra prompt diretti e prompt di sistema, con o senza l’assistenza del Copilot, e approfondiranno le limitazioni e potenzialità delle AI nella ricerca giuridica (hallucinations, affidabilità delle fonti, limiti di accesso ai link).
Il momento culminante del corso è una sessione pratica in cui, a partire da un prompt semplice, si affronterà la ricerca di una sentenza su un caso reale, fino all’elaborazione di prompt ottimizzati tramite tecniche di ruolo, chaining e rewriting. Questa parte consente di toccare con mano l’efficacia del metodo appreso, evidenziando il salto qualitativo tra una query generica e un workflow ben strutturato con prompt iterativi, riassunti e specchietti finali.

2. Punti di forza


Uno dei maggiori punti di forza del corso è l’equilibrio tra approccio teorico e operatività concreta. Ogni parte del programma è pensata per dotare il professionista non solo di consapevolezza critica verso gli strumenti AI, ma soprattutto di strumenti e workflow immediatamente replicabili nella propria attività quotidiana.
Altro elemento distintivo è la centralità dell’esercitazione pratica, che rende il corso altamente immersivo. L’esperienza diretta nella costruzione e nel perfezionamento dei prompt su Perplexity permette di fissare meglio i concetti e valorizzare le tecniche apprese.
L’attenzione ai dettagli tecnici della piattaforma Perplexity, dalla configurazione dell’ambiente alla differenziazione tra versioni Free, Pro ed Enterprise, risponde concretamente alle esigenze di chi desidera utilizzare lo strumento in modo consapevole e avanzato.
Infine, la comparazione tra Perplexity e ChatGPT fornisce una visione ampia ma chiara dei diversi strumenti disponibili per la ricerca giuridica assistita da AI, mettendo in luce vantaggi, svantaggi e scenari di utilizzo.

3. Perché seguire questo corso?


Perché offre una risposta concreta e attuale a una delle sfide più importanti per il giurista di oggi: gestire in modo efficace l’enorme mole di informazioni giurisprudenziali e normative, sfruttando la velocità e l’ampiezza dell’intelligenza artificiale senza rinunciare all’affidabilità delle fonti.
La promessa del corso è chiara e mantenuta: fornire un metodo per passare da prompt generici e spesso inefficaci a prompt professionali, ottimizzati e iterativi, capaci di generare risultati solidi, completi e verificabili.
In un’epoca in cui le banche dati giuridiche chiuse convivono con una crescente disponibilità di fonti aperte, il corso fornisce le competenze per orientarsi tra questi due mondi, evitando errori comuni e sfruttando al meglio le possibilità offerte dall’AI.
È un investimento utile anche in termini di efficienza lavorativa: saper scrivere prompt mirati riduce drasticamente i tempi di ricerca e analisi, liberando tempo per la strategia processuale, la consulenza al cliente o la scrittura creativa.

4. Chi dovrebbe seguirlo?


Il corso “La ricerca giurisprudenziale con l’AI – Deep Legal Research: tecniche di Prompting e Workflow” è pensato per un pubblico ampio ma specifico: avvocati, praticanti, notai, giuristi d’impresa, redattori giuridici, docenti e studenti avanzati in ambito giuridico. In particolare, è indicato per chi:

  • vuole automatizzare parte del lavoro di ricerca giurisprudenziale, mantenendo alto il controllo sulla qualità delle fonti;
  • desidera imparare a usare Perplexity in modo strategico, superando l’approccio da “motore di ricerca classico”;
  • ha già iniziato a utilizzare ChatGPT o strumenti simili, ma intuisce di non sfruttarne appieno le potenzialità;
  • vuole diventare più competitivo sul mercato legale, padroneggiando strumenti tecnologici oggi sempre più richiesti anche nei grandi studi legali e nella PA.

Chi è all’inizio potrà acquisire un metodo da applicare con sicurezza, mentre i più esperti potranno affinare e ottimizzare il proprio workflow, scoprendo nuove tecniche di prompting avanzato e di gestione degli strumenti AI.


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