La nuova assistenza familiare: il caregiver

Redazione 22/11/19
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Di seguito una sintetica disamina della figura del caregiver.

Il presente contributo in tema di assistenza familiare è tratto da “La nuova figura del caregiver familiare: come si evolve l’assistenza familiare” di Monia Dottorini

L’istituto dell’assistenza familiare e le funzioni assistenziali di compagnia e di sorveglianza della persona assistita

L’istituto dell’assistenza familiare, ampiamente diffuso nel nostro Paese, ha per oggetto una pluralità di servizi e di cura diretti a soddisfare tutte le necessità ed i bisogni dei propri congiunti non autosufficienti.

Attraverso la c.d. assistenza familiare si riesce a garantire alla persona bisognosa un’effettiva e continuativa sorveglianza ed allo stesso tempo un aiuto concreto nello svolgimento delle attività quotidiane. Le persone alla quale è diretta l’assistenza di tipo familiare, appartengono alle più svariate tipologie, si va dall’anziano non autosufficiente, al malato cronico oppure al disabile. Garantire un’assistenza in ambito familiare alle persone bisognose, significa consentire a queste ultime di continuare a godere delle proprie relazioni affettive, di continuare a svolgere le proprie attività quotidiane nel proprio domicilio familiare, al fine di evitare la collocazione della persona bisognosa in una Casa di Riposo od in altre strutture similari.

È chiaro che l’assistenza familiare può svolgersi sia all’interno di un contesto domestico oppure al di fuori dell’abitazione dell’anziano, si pensi ad esempio ad un ricovero ospedaliero, oppure in una struttura di riabilitazione, ecc.[1].

Per quanto riguarda lo svolgimento dell’attività di assistenza familiare, possiamo avere degli orari piuttosto flessibili e cioè per alcune ore al giorno od alla settimana ad un rapporto temporaneo nel caso di periodi di assenza dei familiari, od un ricovero in una residenza familiare.

Ciò che costituisce oggetto dell’attività di assistenza familiare è rappresentato da una serie di servizi che tendono alla cura ed al benessere del soggetto bisognoso e quindi si estenderanno fino a ricomprendere la cura e l’igiene della persona assistita, la pulizia dell’ambiente ove dimora quest’ultimo, la preparazione del vitto e l’espletamento di un’attività di aiuto e sostegno nello svolgersi delle relazioni interpersonali, al di fuori, quindi, dell’ambiente domestico. Tale attività si esplica anche e soprattutto a favore dei malati cronici al fine di sollecitare tutte quelle attività propedeutiche all’instaurazione di rapporti sociali con persone anche estranee al contesto familiare.

In aggiunta alle predette considerazioni, vi è da dire che l’attività di assistenza familiare non riguarda solo un rapporto diretto con la persona bisognosa di aiuto, ma anche attraverso lo svolgersi da parte dell’assistente di pratiche di carattere amministrativo, l’accompagnamento dello stesso a visite mediche ordinarie e/o specialistiche, l’acquisto di farmaci e l’attività di approvvigionamento alimentare. Assistere un proprio congiunto, significa anche stimolare le capacità funzionali residue preservandone l’autonomia., anche al fine di renderlo compartecipe, laddove possibile, delle scelte che vengono effettuate nel suo interesse e così pure degli atti e delle azioni che vengono compiute. Come abbiamo potuto notare dalle precedenti argomentazioni, il lavoro che è chiamato a svolgere colui che presta un servizio di assistenza familiare, può essere qualificato come multidisciplinare, andando a coprire qualsiasi necessità afferente alla sfera della persona bisognosa e quindi è un’attività alquanto complessa, la quale richiede, in alcuni casi particolarmente problematici e specifici, anche un certo tipo di abilità e conoscenza, anche se il più delle volte l’assistente familiare svolge il proprio lavoro in completa solitudine.

A tale proposito, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, soprattutto negli ultimi tempi, organizzano dei corsi, avvalendosi di un team di esperti nel settore, volti alla formazione di persone destinate a svolgere attività di assistenza familiare. L’attività dell’assistenza familiare, deve svolgersi in sinergia con altre figure professionali, specializzate nell’ambito dell’assistenza sanitaria, sociale ed educativa, al fine di rendere la predetta attività non più isolata, ma facente parte di un attività d’équipe. I diversi rami di specializzazione riguardano perlopiù aree di tipo socioculturale, psicologico-sociale, igienico sanitario e tecnico-operativo.

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Interventi a favore del caregiver

Sotto altro aspetto, vi è l’esistenza di una problematica afferente alla persona del “caregiver”. Infatti, numerose sono le situazioni alquanto difficili e complesse che colui che si occupa quotidianamente di assistenza al familiare anziano o disabile è destinato a fronteggiare. Si pensi alle lunghe ore da dedicare completamente all’assistenza di una persona con disturbi mentali e/o comportamentali. Dalla necessità di una vigilanza sempre attenta e continua che richiede la particolare situazione familiare al fine di scongiurare eventi pericolosi o dannosi per la stessa persona assistita, ne deriva, inevitabilmente, il conseguenziale isolamento sociale del caregiver, il quale è impossibilitato ad intrattenere rapporti con l’ambiente esterno e coltivare le relazioni sociali e personali, con inevitabili riflessi nella sfera psico-fisica del caregiver stesso[2].

Sul punto, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano hanno messo in atto una serie di interventi volti a supportare tutti coloro che si trovano a dovere fronteggiare situazioni di disabilità e comunque di non autosufficienza di un familiare. Attraverso l’adozione di atti programmatici e di indirizzo, nei limiti delle risorse disponibili, si tende a sostenere e valorizzare le attività svolte dal caregiver. Attraverso il Piano Assistenziale Individuale, si definisce l’attività del caregiver al fine di soddisfare al meglio le molteplici esigenze della persona bisognosa di cure.

Di fondamentale importanza è l’attività di supporto fornita dagli operatori sanitari, socio-sanitari e sociali, i quali, previo consenso dell’assistito, identificano i bisogni assistenziali e le cure necessarie dell’assistito ed, allo stesso tempo, garantiscono i necessari supporti al caregiver familiare al fine di permettergli di affrontare al meglio eventuali problematiche che possono insorgere nello svolgimento dell’attività di assistenza senza incorrere in rischi sia per l’assistito che per il caregiver stesso. I corsi di formazione ed aggiornamento, di cui abbiamo parlato in precedenza, organizzati principalmente da enti istituzionali locali, hanno come obbiettivo il conferimento ai caregiver familiari di tutte quelle abilità e capacità organizzative in modo tale da potere interagire con gli enti istituzionali stessi, ma anche con le strutture socio-sanitarie localmente competenti, al fine di assolvere nel migliore dei modi possibili alle principali funzioni e pratiche di tipo assistenziale.

Inoltre e di non poco rilievo, sono tutti gli interventi volti a supportare e sostenere il caregiver al fine di tutelare e preservare il suo benessere psico-fisico, anche attraverso la previsione di sostituzioni temporanee al domicilio del caregiver stesso. Ciò consentirà a quest’ultimo di assolvere ai propri doveri di cura ed assistenza, preservando il proprio stato di salute da eventuali rischi di malattie causate da eccessivo stress psico-fisico[3].

Il presente contributo in tema di assistenza familiare è tratto da “La nuova figura del caregiver familiare: come si evolve l’assistenza familiare” di Monia Dottorini.

La nuova figura del caregiver familiare: come si evolve l’assistenza familiare

Questo nuovissimo ebook affronta la nuova figura del caregiver che si inserisce nel più ampio quadro dell’assistenza familiare, nel tentativo di rispondere al meglio alle esigenze del singolo individuo, personalizzando l’aiuto e il sostegno necessari.Il testo intende chiarire i rapporti tra questa figura e gli altri istituti di assistenza già presenti, prima fra tutti l’amministrazione di sostegno, esaminando i diversi disegni di legge oggi in discussione.L’utilità pratica per il professionista consiste nell’aiuto a identificare le competenze e le attività che possono essere affidate al caregiver, con probabile erosione dei compiti dell’amministratore di sostegno, figura spesso rivestita dall’Avvocato, in forza di nomina giurisdizionale.

Monia Dottorini | 2018 Maggioli Editore

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Note

[1] https://www.comunita.altavalsugana.tn.it.

[2] https://www.qualificare.info.

[3] A.G.E.N.A.S. “Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali: valorizzazione e sostegno del ruolo del Caregiver Familiare”.

 

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