La crisi dei controlli

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Il susseguirsi in queste settimane di notizie su scandali e déblace dei controlli, il trasformarsi di dati della contabilità in arena di lotta politica per l’incertezza degli stessi e la perdita di autorevolezza degli organi deputati al controllo pongono alcuni interrogativi.
         E’ di pochi giorni fa ( M. Frisone, Sui derivati di Milano fascicolo in Procura, 39, 19/6/08, n. 168, Il Sole 24 Ore ) la notizia che è stata depositata presso la Procura di Milano denuncia per truffa ( art. 640, c. 2, n. 1, C.P. ) relativamente all’operazione sui derivati del Comune di Milano del 2005, chiedendo al contempo la confisca dei beni di quattro banche internazionali ( Deutsche Bank Ag, Ubs, J P Morgan, Depfa Bank ) per un importo pari all’ingiusto profitto realizzato, questo anche con riferimento alla sentenza del 27/3/2008 SS. UU. della Cassazione con cui si stabilisce la confiscabilità dei profitti derivanti da queste operazioni.
         Nel frattempo nella comunità europea scoppiano gli scandali relativi alle frodi sui fondi comunitari e negli Stati Uniti si procede ad arresti spettacolari di centinaia di persone per la crisi sui “mutui maligni”.
         La stessa polemica sul bilancio del Comune di Roma porta all’intervento di società di revisione contabile e si scoprono problemi, si manifesta in forma spettacolare ciò che si diceva nei corridoi e parallelamente si apre la strada agli interventi suppletivi della magistratura penale, ormai l’unica in grado secondo un giudizio comune di interventi incisivi riducendosi il resto a vuota retorica per convegni e articoli, come del resto è indirettamente sottolineato dalle polemiche in corso.
         L’intervento della magistratura penale è un segno di debolezza del sistema in quanto estrema ratio a cui si ricorre una volta che il danno si è manifestato, la stessa richiesta di un suo intervento manifesta, come in più occasioni si è scritto ( D. Masciandoro, Misure giuste ma poco efficaci, 2, 22/6/08, n. 171, Il Sole 24 Ore ), la fragilità del sistema di controllo e la sua permeabilità. L’introduzione della nuova contabilità e dei nuovi strumenti finanziari, le riforme amministrative che si sono succedute a singhiozzo divenendo oggetto di lotta politica e di spartizioni lobbistiche, la necessità di ridurre la spesa complessiva mentre i gruppi di interesse maggiori cercavano di scaricare i costi sulla collettività, hanno favorito lo sfaldamento della vecchia struttura territoriale della Ragioneria non sostituita da nuovi strumenti validi se non in termini formali ma non sostanziali.
         Ne è stato individuato un ruolo preciso, sia nelle modalità che nelle funzioni, a cui il nuovo controllo dovrebbe tendere, anche i limiti culturali si sono evidenziati non solo sull’aspetto tecnico bensì anche su quello relazionale tra istituti ed enti. Il controllo di fatto non può avere una valenza esclusivamente tecnica, ma diventa politico nel preciso momento in cui incide sui servizi offerti alla collettività mediante il trasferimento, recupero e allocazione delle risorse finanziarie e umane, circostanza di cui non si può ignorare i riflessi pratici e la teoria dei giochi che innesca tra le parti politiche e tra controllori e controllati, in cui ciascuno tenta di massimizzare il guadagno in termini immediati elettorali o di prestigio da trasformarsi successivamente in potere e quindi economicamente valutabile.
         Dobbiamo considerare che per non essere espulso dal mercato, nel momento che si crea un comportamento prevalente devi accettare tale comportamento e quale è la volontà del banco ? ed il resistere alle offerte quanto costa?
         Occorre quindi che la competizione sia pulita, in situazione di equilibrio ( Nash ) e che i costi della rottura siano maggiori dei benefici, il rispetto delle regole non deve essere uno svantaggio.
  
 
Nota
·        M. Longo e C. Gatti, Scandali finanziari. Il caso enti locali, Il Sole 24 Ore, 8, n. 176 del 27 / 6 / 2008.
 
 
Bibliografia 
·        G. Costa –P. A. Mori, Introduzione alla teoria dei giochi, Il Mulino, 1994.
·        R. Axebrod, Giochi di reciprocità, Feltrinelli, 1985.
·        G. E. Rusconi , Scambio, minaccia, decisione, Il Mulino, 1984.

Dott. Sabetta Sergio Benedetto

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